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Sostenibilità sociale e ambientale

Amref: non possiamo più ignorare il rapporto tra uomo, ambiente e animale

La crescita demografica, la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e l’insorgenza di nuove malattie infettive sono solo alcune delle minacce che mettono a rischio la salute e la sopravvivenza dell’uomo, degli animali domestici e selvatici, dell’ambiente e degli ecosistemi. In occasione di COP27 Amref presenta un documento "One health in Africa - approccio transdisciplinare la salute e lo sviluppo sostenibile" per ribadire la relazione tra la salute umana, animale e dell’ambiente.

di Redazione

Una relazione così stretta che non può essere più negata, a fronte di sfide e minacce di portata globale. La relazione è quella tra la salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali, che ha prodotto un nuovo approccio: One Health (la Salute Unica). In occasione della più importante manifestazione dedicata al clima, COP27, Amref lancia un documento "One health in Africa – approccio transdisciplinare la salute e lo sviluppo sostenibile" (in allegato a fine articolo) con l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una nuova coscienza: quella di una Salute Unica, per lo sviluppo globale. A firmare il documento l’esperta di salute pubblica Micol Fascendini.

Minacce e sfide. La salute del pianeta è a rischio. La crescita demografica, la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e l’insorgenza di nuove malattie infettive sono solo alcune delle minacce che mettono a rischio la salute e la sopravvivenza dell’uomo, degli animali domestici e selvatici, dell’ambiente e degli ecosistemi. Si stima che il 60% delle malattie infettive emergenti siano trasmesse tra animali e uomini; di queste il 72% ha origine da animali selvatici. Come non pensare al COVID-19 – descritto come una malattia infettiva emergente di probabile origine animale – o a Ebola, SARS e l’influenza Aviaria.

Salute e Clima. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) il cambiamento climatico è la più grande minaccia per la salute dell’umanità. Si stima che nel 2030-2050, tale fenomeno porterà a circa 250,000 morti in più ogni anno, soprattutto a causa di malnutrizione, malaria, diarrea ed esposizione a ondate di calore. La distribuzione e trasmissione della malaria, per esempio, potrebbe aumentare nelle aree endemiche, riemergere in regioni dove era stata eliminata. L’Africa è uno dei continenti più colpiti dal cambiamento climatico, sebbene contribuisca solo al 2-3% delle emissioni di gas serra.

Salute e cibo. Altra sfida globale è assicurare cibo sufficiente, nutriente e sicuro a tutta la popolazione mondiale, dove attualmente circa 800 milioni soffrono la fame. Condizione peggiorata (+150milioni) dall’inizio della pandemia. L’Africa continua ad essere la regione più colpita dalla crisi alimentare. Con la popolazione mondiale in continua crescita, si genera una sempre maggiore richiesta di cibo alla quale in molte parti del mondo non si riesce a far fronte, mentre in altre si assiste ad un aumento dello spreco alimentare. Il costante aumento della domanda favorisce il circolo vizioso che vede l’aumento della produzione dei sistemi alimentari (responsabili del 20% delle emissioni di gas serra e consumo del 70% di acqua dolce), la deforestazione alla ricerca di nuove aree di pascolo, l’allentamento dei confini tra area umana e la zona della fauna selvatica con possibile insorgenza e trasmissione di nuove patologie.

One Health. I complessi problemi odierni, sanitari, sociali, ambientali, richiedono una risposta unica ed integrata, che la One Health può dare, lavorando sinergicamente sulla salute globale e lo sviluppo sostenibile. All’inizio era la One Medicine e fu l’Africa ad ispirare tale approccio. Nel 1969 in Sud Sudan, Calvin Schwabee propose di considerare la medicina umana e veterinaria come entità unica, dopo anni di lavoro nelle comunità pastorali, dove era forte l’interdipendenza uomo-animale. Nel 2010 arrivò un fondamentale segnale politico: il riconoscimento della One Health da parte di FAO, OMS e WOAH (World Organization for animal health). Nel Rapporto Speciale su Clima e Salute alla COP26 (2021), l’OMS ha suggerito di adottare la One Health per proteggere e ripristinare la natura quale fondamento della salute.

Una coscienza civile sulla Salute Unica. “Per troppo tempo abbiamo considerato la salute umana al di sopra di tutto. Virus, pandemie e cambiamento climatico hanno acceso i riflettori sul rapporto tra uomo, ambiente e animale. Rapporto che non possiamo più ignorare e che deve cambiare il nostro modo di pensare alla salute. La scienza, gli esperti, lo stanno dicendo da tempo, ma abbiamo bisogno che anche la società civile faccia propria l'idea di una Salute Unica e si mobiliti" afferma Guglielmo Micucci Direttore di Amref Health Africa-Italia. Per capire quanto l'opinione pubblica italiana senta il legame tra ambiente e salute, Amref ha commissionato ad Ipsos un sondaggio, che uscirà nella settimana tra il 14 e il 20 novembre. Continua Micucci "In merito alla Salute Unica, stiamo cogliendo insegnamenti anche nel piccolo, dal lavoro sul campo, quando vediamo operare le unità mobili One Health, con veterinari, nutrizionisti ed esperti di ambiente, nelle comunità agro-pastorali colpite dalla siccità. Ancora una volta, dall'Africa può arrivare l'esempio e la spinta ad una consapevolezza condivisa sulla Salute Unica”.

Esempi concreti in Africa. A North Horr, nel nord del Kenya, area pastorale abitata da 85,000 persone, le comunità locali di pastori nomadi dipendono interamente dal proprio bestiame, che garantisce loro cibo, reddito e sopravvivenza. I pastori si muovono sul terreno alla ricerca di pascolo e acqua. Ed è qui che entrano in gioco le unità mobili One Health – veicoli adeguatamente equipaggiati con attrezzature sanitarie e veterinarie di base, farmaci e forniture, che si spostano lungo le rotte della transumanza dei pastori – pronte a fornire formazione ed educazione, cure e vaccinazioni per animali e uomini. Amref, attraverso il progetto Heal opera, con l’approccio One Health, in diversi Paesi del Corno d’Africa.

Credit Foto Angel Ballesteros


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