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Bergamo Capitale del Volontariato: la comunità nutre e cura i più fragili

Il Comune insieme alle realtà che sul territorio si occupano di solidarietà alimentare, ha avviato un percorso partecipativo nel contesto di Bergamo Capitale del volontariato 2022, da cui è nata una mappa e tante nuove relazioni tra i cittadini e gli enti che sostengono le persone in condizione di bisogno

di Veronica Rossi

La condivisione del cibo, si sa, è dall’alba dei tempi elemento di coesione all’interno delle comunità. Anche oggi, la solidarietà alimentare può essere un tema attorno al quale i cittadini si uniscono e si impegnano per il sostegno di chi è più fragile. Lo sanno bene gli amministratori del Comune di Bergamo – in particolare l’assessorato alle Politiche sociali – che, assieme al Csv locale, ha realizzato dei percorsi laboratoriali sul tema della povertà, nel contesto di Bergamo Capitale del volontariato 2022. Questa iniziativa ha portato alla costituzione di un tavolo di lavoro con le associazioni che si occupano di lotta allo spreco, di distribuzione di pasti, di mense per gli indigenti e altre azioni legate al diritto al cibo e alla creazione di una mappa della solidarietà alimentare del territorio, la cui resa grafica è stata ideata in collaborazione con Tantemani, il laboratorio per donne in situazioni difficili e ragazzi disabili della cooperativa Patronato San Vincenzo.

“Durante il Covid la solidarietà alimentare si è molto sviluppata, nel 2020 tante associazioni si sono messe in moto per far arrivare gli aiuti a chi ne aveva bisogno”, racconta Marcella Messina, assessora alle Politiche sociali del Comune di Bergamo. “Così è nata l’idea di creare un tavolo di lavoro, perché tutti quelli che si occupano di questo tema possano fare rete, in modo da coordinarsi ed essere più efficaci nella distribuzione e nel sostegno dei più fragili”. A partecipare al progetto, tante realtà del settore: cooperativa sociale Aeper, Banco di solidarietà alimentare, Caritas, Hub solidale “Una mano per tutti” del quartiere Malpensata, Centro per tutte le età San Tomaso-hub solidale, Centro per tutte le età Carnovali-hub solidale, Croce rossa italiana di Bergamo, Dispensa sociale (di cui abbiamo già scritto), Mensa frati capuccini, Mercato e cittadinanza, Mt 25, Serizio esodo Patronato San Vincenzo, Società San Vincenzo de Paoli Odv e i Servizi sociali del Comune di Bergamo. “Vogliamo che le associazioni, le cooperative e le altre realtà solidali del territorio siano protagoniste e partecipi nei percorsi di sostegno alla fragilità dell’amministrazione, non semplici erogatori di servizi”, continua Messina. “Con questo processo intendiamo riflettere assieme sul tema della solidarietà alimentare, uscendo da una logica autoreferenziale e pensandoci in una prospettiva più ampia, che coinvolga l’intera città”.

Una delle principali risorse della solidarietà, però, è costituita dalle comunità locali. Sono loro, infatti, che possono arrivare dove non arrivano i Servizi sociali. “Abbiamo costituito degli hub all’interno dei quartieri, dove diamo i pacchi ai cittadini, che individuano autonomamente chi può avere più bisogno di un aiuto”, dice l’assessora, “così intercettiamo anche chi magari si vergogna a venire in Comune a chiedere un sostegno e valorizziamo il welfare di comunità”. Un ruolo di primo piano in questa dinamica virtuosa è svolto dai Centri per tutte le età – così l’amministrazione ha deciso di ribattezzare i Centri per la terza età –, dove si pratica un invecchiamento attivo grazie all’impegno a favore della collettività, mettendo a disposizione il proprio tempo per il benessere di tutti. Un esempio di particolare successo è quello legato all’esperienza di due signori, che da anni distribuivano pacchi di alimenti in un caseggiato, ma che non potavano più farlo per motivi burocratici; il Comune ha fornito loro la possibilità di mettersi in regola e di avere a disposizione una casa civica abbastanza ampia per stoccare le derrate alimentari. Questo lavoro di prossimità è stato possibile anche grazie alla partecipazione della Fondazione Opera Borromelli, che promuove servizi per persone adulte in situazione di disagio ed emarginazione, che ha istituito degli sportelli di ascolto nella stessa struttura, in modo che gli utenti possano ricevere un’accoglienza a tutto tondo. Queste sperimentazioni sono state messe a sistema e sono state fatte dialogare tra loro: insieme all’Università di Bergamo, in particolare con la professoressa Chiara Brambilla, è stata realizzata una rappresentazione grafica delle realtà che si occupano del diritto al cibo e delle attività che svolgono, la mappa della solidarietà alimentare. Si tratta dell’esito di un percorso partecipativo, che ha coinvolto il Tavolo Povertà, ma anche le donne in condizione di fragilità e i ragazzi disabili del laboratorio Tantemani, che hanno ideato e disegnato il prodotto finale, che poi è stato distribuito in diversi punti strategici della città, dove il bisogno è maggiore. “Il punto centrale di questo progetto non è la distribuzione di cibo in sé”, conclude Messina, “ma la creazione di relazioni, che sono il patrimonio più prezioso all’interno di una comunità e permettono di fornire un aiuto capillare ai cittadini che lo necessitano”.


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