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Cooperazione & Relazioni internazionali

“Come essere costruttori di pace” a Book City

L'instant book "La pace in cammino" che racconta il viaggio del Mean (Movimento europeo di azione non violenta) a Kiev dell'11 luglio sarà presentato in un evento digitale nell'ambito della rassegna milanese. Sarà l'occasione non solo per ripercorre quell'esperienza straordinaria, ma di ragionare su come dare seguito al rapporto e alle relazioni nate con la società civile ucraina. Appuntamento in diretta streaming sulla pagina Facebook di VITA, venerdì 18 novembre alle ore 17

di Redazione

Un instant book ("La pace in cammino-Kiev 11 luglio 2022") per raccontare di un’iniziativa unica e straordinaria: la marcia della pace a Kiev lo scorso 11 luglio quando una sessantina di aderenti al Movimento Europeo di Azione Nonviolenta hanno raggiunto la capitale Ucraina per invocare la pace e incontrare associazioni e istituzioni ucraine. Per raccontare quella giornata ma anche ciò che l’ha preceduta, le diverse missioni preparatorie, e ciò che ne è seguito: l’accoglienza degli orfani ucraini in estate nei piccoli Comuni Welcome, i gemellaggi tra musei italiani e ucraini e tra municipalità italiane e ucraine. L’11 luglio nella capitale dell’Ucraina l’incontro è stato con rappresentanti della società civile come Ihor Torskyi fondatore di Action for Ukraine Foundation e Gloria Mascellani, membro del Movimento dei Focolari in Ucraina, delle istituzioni come il sindaco di Kiev, Vitalij Klyčko, la vicesindaca Maryna Honda, e rappresentanti delle Chiese grazie alla presenza del Nunzio apostolico in Ucraina Visvaldas Kulbokas.

Il libro sarà presentato nell'ambito del palinsesto di Book City Milano: appuntamento in diretta streaming sulla pagina Facebook VITA, venerdì 18 novembre alle ore 17. Interverranno Riccardo Bonacina, fondatore di VITA e curatore del libro; Angelo Moretti, fondatore del Mean; Paolo Bergamaschi, già funzionario del Parlamento Europeo; Pierfrancesco Majorino, parlamentare europeo; Irene Salieri, assessore del comune di Mira e collegata da Kiev Gloria Mascellani membro del Movimento dei Focolarini in Ucraina. La moderazione è affidata al direttore di VITA Stefano Arduini, il cui editoriale che riproduciamo di seguito apre l'instant book.

L’eco di Tolstoj nel cammino del Mean (di Stefano Arduini)

La missione a Kiev del progetto Mean dello scorso 11 luglio (il giorno della strage di Srebrenica e di san Benedetto, patrono d’Europa) è stato l’atto politico e civico più significativo dall’avvio dell’invasione russa in Ucraina ad oggi. La richiesta di pacificazione è stata gridata dal cuore della capitale ucraina di Kiev a fianco della popolazione martoriata e vittima della follia putiniana. Questo libro raccoglie le testimonianze di alcuni degli ideatori e protagonisti di quella marcia storica: intellettuali, animatori sociali, docenti universitari, cooperanti, cooperatori, politici, cittadini attivi che hanno scelto di mettersi in cammino e mettere in cammino il proprio corpo. Ma lo hanno fatto dopo una profonda, dialogica e complessa riflessione che si è sviluppata nei mesi precedenti alla marcia. Riflessioni sul senso della pace e del bene comune che riecheggiano in un testo, “La verità della vita” di un grandissimo scrittore russo, Lev Tolstoj, da poco edito da Castelvecchi.
Tolstoj interrogandosi sul senso della vita, che non può che essere quello di anelare alla bellezza e alla bontà, ci restituisce magistralmente il significato primo e la radicalità della marcia del Mean. Scrive l’autore di Guerra e Pace: «La saggezza umana non consiste nel conoscere le cose. Perché c’è un’infinità di cose che si possono sapere; e conoscere il più possibile non costituisce saggezza. La saggezza umana consiste nel conoscere l’ordine delle cose che è bene conoscere, consiste nel sapere disporre le proprie conoscenze secondo la loro importanza. Ora, di tutte le scienze che l’uomo può e deve conoscere, la principale è la scienza di vivere in mondo da fare il minor male possibile e il massimo bene possibile; e di tutte le arti, quella di sapere evitare il male e produrre il bene (…)».


Come trovare la via? Continua Tolstoj: «Per vedere chiaramente la strada che dobbiamo seguire si deve partire dall’inizio: dobbiamo alzare il cappuccio che ci tiene caldo, ma che ci copre la visuale. (…). Per cominciare a vedere chiaramente, l’uomo deve liberarsi dalla superstizione in cui si trova, sebbene gli sia vantaggiosa. È una condizione sine qua non. È inutile discutere con un uomo che si attiene a un certo credo, anche su un solo punto. Se il campo del suo ragionamento non è completamente libero, per quanto discuta, per quanto ragioni, non si avvicinerà di un passo alla realtà. Il suo punto fermo bloccherà ogni ragionamento e lo distorcerà». E infine: «Per conoscere la verità della vita, che è così semplice, non serve qualcosa di positivo, una filosofia, una scienza profonda; è necessaria una sola qualità negativa: non avere superstizioni. Bisogna mettersi nello stato di un bambino, o di un Cartesio, e dire a se stessi: “Non so niente, non credo a nulla, e non voglio altro che conoscere la verità della vita che sono costretto a vivere».


La lettura di queste pagine va esattamente in questa direzione: cercare il bene, cercare la verità, cercare la strada reale e possibile verso la pace, cercare senza tregua, sapendo di non avere risposte preconfezionate, col dubbio che queste risposte difficilmente saranno perfette e anzi potrebbero anche non arrivare mai. E in questo c’è tutta la straordinarietà del progetto Mean a cui Vita ha deciso di partecipare.


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