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Sostenibilità sociale e ambientale

Nasce la “Carta civica della salute globale”

L'iniziativa di Cittadinanzattiva, che sarà presentata sabato 19 novembre a Bastia Umbra, punta a promuovere la consapevolezza di cittadini e istituzioni e a individuare azioni concrete per tutelare la salute globale come stato di benessere biologico, psicologico e sociale e come diritto umano fondamentale

di Redazione

Cittadinanzattiva presenta la Carta civica della salute globale. Lo farà sabato 19 novembre, alle 11.30, a Bastia Umbra nell’ambito della Fiera del consumo consapevole “Fa’ la cosa giusta” (sarà possibile seguire l’evento anche in diretta streaming sul canale Youtube di Cittadinanzattiva). L’iniziativa punta a promuovere la consapevolezza di cittadini e istituzioni e a individuare azioni concrete per tutelare la salute globale come stato di benessere biologico, psicologico e sociale e come diritto umano fondamentale.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che oltre il 25% delle malattie negli adulti ed oltre il 33% nei bambini sotto i 5 anni siano dovute a cause ambientali evitabili e che siano circa 13 milioni le morti attribuibili annualmente ad esposizioni ambientali, di cui oltre 7 milioni legate al solo inquinamento atmosferico.

«Il legame tra salute e ambiente è forse uno degli aspetti più noti dell’approccio alla salute globale», sottolinea Francesca Moccia, vicesegretaria generale di Cittadinanzattiva. «Accanto a questo è cresciuta la consapevolezza di come lo stato di salute psicofisica degli individui sia strettamente connesso al godimento dei diritti civili e sociali e ai livelli socio-economici e di istruzione delle persone, e di quanto le disuguaglianze pesino nel raggiungimento degli obiettivi di salute delle popolazioni. Le politiche governative devono tener sempre più in considerazione l’interconnessione di queste variabili: dall’attenzione per il benessere mentale delle giovani generazioni alla prevenzione sanitaria e alla promozione della salute anche degli invisibili, dalla qualità di vita nelle città alla salute di chi è costretto in carcere e degli stranieri irregolari, la Carta vuole essere uno strumento per progettare ed implementare nuove misure finalizzate alla salute di tutti».

«Occuparsi di salute globale – dichiara Walter Ricciardi, presidente della World Federation of Public Health Association (Wfpha) e componente del Comitato scientifico della Carta civica della salute globale – significa prevenire e ridurre le disuguaglianze e favorire uno sviluppo armonico e sostenibile; infatti, curare chi è più lontano significa prevenire le malattie di chi ci sta accanto, considerando che viviamo in un mondo in cui la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente sono sempre più interconnesse. È fondamentale che la salute come diritto umano torni al centro dei dibattiti e degli obiettivi globali, processo che non è raggiungibile senza un adeguato focus sulla giustizia sociale, l’uguaglianza e l’equità».

La Carta definisce 13 diritti – il diritto alla salute globale, al ben-essere, alla sostenibilità, alla innovazione, all’accesso, a una vita dignitosa, all’informazione, all’empowerment, alla trasparenza, a una relazione umana, alla partecipazione e ad essere visibili – e circa 60 azioni per renderli concreti ed esigibili in tre ambiti.

Nell’ambito salute e benessere, si suggeriscono misure per ampliare l’accesso universale alle cure e per rafforzare la preparazione alle pandemie, garantendo accesso globale a vaccini, farmaci e terapie, trasferendo tecnologie e competenze nei Paesi a basso reddito oltre a sospenderne i brevetti. Occorrono azioni per rendere più sani i luoghi e le città, con risorse dedicate, anche organizzative, e con figure professionali come l’Health City manager; facilitare l’accesso di tutti al patrimonio culturale e a pratiche di arte, cultura, bellezza nella logica di un nuovo welfare culturale per la salute fisica e mentale.

Parallelamente, per la salute del pianeta si prevede tra l’altro di attuare le normative sulla qualità dell’acqua e dell’aria, bonificare e riqualificare le aree inquinate, riqualificare immobili ed aree inutilizzate per porre un freno al consumo del suolo, favorire la mobilità sostenibile e sostenere le politiche europee previste dal Green Deal Europeo e dal Piano d’azione per l’Economia circolare.

Infine, per una maggiore giustizia sociale, occorre garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili, svincolandola dalla residenza anagrafica e dalla regolarità di soggiorno, realizzare campagne nazionali di prevenzione e di screening nelle periferie urbane e nei campi Rom, prevedere il divieto assoluto di ingresso in carcere per le donne in stato di gravidanza.


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