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Torino, apre il primo centro dedicato agli orfani di femminicidio

L’iniziativa rientra nel progetto S.O.S. Sostegno Orfani Speciali, finanziato da Con i Bambini per favorire una presa in carico degli orfani e delle loro famiglie in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Online anche il sito www.centrososorfani.it e il numero per le emergenze 366-4607803 attivo 24 ore su 24

di Sabina Pignataro

Il 16 novembre, a nemmeno un anno dall’avvio del progetto S.O.S Sostegno Orfani Speciali, è stato inaugurato a Torino il Centro S.O.S., un luogo fisico dove orfani e orfane di femminicidio – e le famiglie a cui sono affidati – troveranno ascolto e saranno sostenuti nel percorso di superamento del trauma e di ricostruzione. È questo uno dei principali obiettivi raggiunti da S.O.S . – Sostegno Orfani Speciali, promosso da Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus in partenariato con altri 24 enti, e selezionato per le regioni del Nord Ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) dall’impresa sociale Con i Bambini attrverso il bando "A braccia aperte".

«Le grafiche firmate da Anarkikka che colorano le vetrine del nuovo Centro – racconta Anna Zucca, presidente dei Centri Antiviolenza Emma Onlus – rappresentano bambini e bambine che tornano a volare, a sognare un futuro. Mani che li proteggono, sostengono, persone che li ascoltano». Il progetto ha anche creato e messo online il sito www.centrososorfani.it con tutte le informazioni necessarie per chiedere assistenza e il numero per le emergenze 366-4607803 attivo 24 ore su 24. Una sezione del sito sarà dedicata alla condivisione di esperienze che possono essere di aiuto. Il centro di via Nota è anche il cuore del programma di prevenzione della violenza di genere, che ha il suo culmine nel femminicidio.

366 4607803: se sei orfana o orfano oppure famiglia affidataria e ti trovi in una situazione di emergenza chiama il Centro S.O.S.

«Abbiamo avviato confronti con le prefetture delle tre regioni – ricorda Anna Maria Zucca – con i tribunali, con le forze dell’ordine e con tutta la rete che si attiva dopo un femminicidio. Sarebbe importante riuscire a scrivere delle Linee guida nazionali per la presa in carico. Oggi tra le difficoltà c’è anche quella di dover superare la diffidenza di ragazzi e ragazze che fino ad ora hanno dovuto cavarsela da soli tra mille peripezie. Perché accanto alle conseguenze psicologiche che seguono un femminicidio, ci sono anche quelle legali. L’aiuto serve su tanti fronti e deve essere immediato».

All’inaugurazione del Centro S.O.S. Sostegno Orfani Speciali è intervenuto il dottor Giuseppe Delmonte. Aveva 18 anni quando suo padre uccise sua mamma Olga. Oggi ne ha 45 e dopo un lungo silenzio durato anni ha scelto di far sentire la sua voce a sostegno di tutti gli orfani e le orfane di femminicidio: «Perché non siano più lasciati soli ad affrontare un simile dolore come è successo a me. Il senso di abbandono istituzionale è stato pazzesco», ricorda. «Lo Stato non è riuscito a salvare mia madre ma non è riuscito nemmeno a tutelare me di fronte alle violenze subite».

Avviata la formazione di 50 operatori

Uno degli obiettivi del progetto è la formazione di 50 operatori e operatrici dei soggetti partner, che costituiranno l’équipe multidisciplinare di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. «In questo primo anno – prosegue Anna Zucca – abbiamo avviato la formazione degli operatori e delle operatrici dei 14 partner. «Nelle 167 ore di lezione sono stati approfonditi molti temi, dal riconoscimento dei bisogni educativi e formativi, agli aspetti legali, alla analisi delle strutture culturali e degli stereotipi che alimentano la violenza di genere». Stefano Ciccone, fondatore della Associazione Maschile Plurale, ha proposto una riflessione sui modelli culturali e sociali che ingabbiano uomini e donne. «Perché la violenza subita dalle donne crea miseria anche nella vita degli uomini». Alla formazione ha partecipato anche la pedagogista Irene Biemmi, docente dell’Università di Firenze che ha presentato la sua ricerca su dieci libri di testo per la scuola dell’infanzia: «Ogni dieci protagoniste femmine ci sono sedici maschi. Diversi anche gli spazi. Quelli delle storie con protagoniste bambine sono limitati: la stanza, il balcone o un giardino vicino a casa mentre sono aperti – uffici pubblici, isole, foreste, deserti – quelle in cui si muovono i protagonisti maschi».

«Abbiamo creato una biblioteca presso il nuovo Centro S.O.S. di via Nota 5 a Torino – racconta Anna Maria Zucca – con testi e album illustrati liberi da stereotipi. Testi pensati per aiutare bambine e bambini a condividere gli stessi sogni. Libri che sono a disposizione delle scuole e degli insegnanti che seguiranno i nostri corsi di formazione. Forniremo materiale e strumenti per laboratori in classe».

Per l’attuazione del progetto, della durata di 48 mesi, S.O.S. – Sostegno Orfani Speciali sosterrà un costo complessivo di 1 milione e 800mila euro, di cui 1 milione e 650mila finanziato dall’impresa sociale Con i bambini.

L'instant book “A braccia aperte. Un faro acceso sui figli delle vittime di femminicidio”, a cura di Sara De Carli e Sabina Pignataro, è scaricabile gratuitamente dallo store di vita.it a questo link. Il volume è realizzato in collaborazione con l’impresa sociale Con i Bambini, che con il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha stanziato 10 milioni di euro per quattro progetti in favore degli orfani delle vittime di crimini domestici.


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