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È stato raggiunto il tremendo record di suicidi in carcere

I suicidi in carcere non sono più un’emergenza, nonostante siano 80 i detenuti ad essersi tolti la vita nel 2022, sono normalità. E nessuna istituzione ne parla

di Luca Cereda

Da inizio 2022 ad oggi sono 80 detenuti che si sono tolti la vita dentro le carceri: si tratta della cifra più alta nella storia Repubblica Italiana. Ottanta, è bene scriverlo anche con le lettere, è il triste record, quello precedente si era registrato nel 2009, quando a fine anno, non a novembre, i suicidi erano stati 72. A far raggiungere questa cifra drammatica sono stati i casi di due detenuti che lunedì si sono suicidati nel carcere di Foggia e in quello fiorentino di Sollicciano. Ma a far impallidire – e vergognare uno Stato che si professa "di diritto" – sono anche i dati che riportano oltre mille tentativi di suicidio sventati nell’anno in corso grazie all’intervento degli agenti di polizia penitenziaria. Di fronte a questo dramma senza fine, va registrato il silenzio delle istituzioni e della politica.

Oltre al valore in termini assoluti, l’indicatore principale per valutare l’andamento del fenomeno è il cosiddetto tasso di suicidi, ossia la relazione tra il numero dei casi e la media delle persone detenute nel corso dell’anno. Non essendo ancora terminato il 2022, possiamo oggi calcolare il tasso di suicidi solo tra il mese di gennaio e settembre, ossia a quando risale l’ultimo aggiornamento sulla popolazione detenuta. Con un numero di presenze medie pari a 54.920 detenuti e 65 decessi avvenuti in questi nove mesi, il tasso di suicidi è oggi pari circa a 13 casi ogni 10.000 persone detenute: si tratta del valore più alto mai registrato. In carcere ci si uccide oltre 21 volte in più che nel mondo libero. Quando nel 2009 si suicidarono 72 persone, i detenuti erano circa 7.000 in più.

Un altro dato drammatico è quello dei suicidi nella popolazione detenuta femminile. Finora sono stati cinque. Con un tasso superiore a quello degli uomini, pari a quasi il 22%. Nel 2021 e nel 2020 "solo" due si erano tolte la vita. Nessuna nel 2019.

«Quasi il 50% dei casi di suicidi sono poi stati commessi da persone di origine straniera. Se circa un terzo della popolazione detenuta è straniera, vediamo quindi come l’incidenza di suicidi è significativamente maggiore tra questi detenuti – spiegano da Antigone -. Dalle poche informazioni a disposizione, sembrerebbe che circa un terzo dei casi di suicidi riguardava persone con un patologia psichiatrica, accertata o presunta, e/o una dipendenza da sostanze, alcol o farmaci».

Le Case Circondariali di Foggia e di Milano San Vittore restano i due istituti con il maggior numero di suicidi nel corso dell’anno, con 5 e 4 decessi. Seguono con tre decessi, gli istituti di Roma Regina Coeli, Monza, Firenze Sollicciano, Torino e Palermo Ucciardone.


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