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Sardegna, occorre la volontà politica per far decollare il welfare

La presentazione del Focus book “Sardegna, il sociale isolato”, prima pubblicazione della collana “Geografie Meridiane” nell’ambito del progetto “Vita a Sud”, ha permesso di illustrare lo stato di salute del welfare nell'Isola. Una terra che affronta una crisi complessa e acuta, nonostante una legge lungimirante che, da tanti anni, ha introdotto il sistema integrato di assistenza che oggi molte regioni vorrebbero copiare. Intanto si estendono sia il malessere che le iniziative di protesta, che stanno compattando le forze in campo: sindacati confederali, centrali cooperative e altre organizzazioni di rappresentanza. Prima che sia troppo tardi

di Redazione

Presentato venerdì 25 novembre a Cagliari, nella sede della Fondazione di Sardegna, il Focus book “Sardegna, il sociale isolato”, il primo libro della collana “Geografie Meridiane” nell’ambito del progetto “Vita a Sud”. Si tratta di un’iniziativa editoriale che avvia un’inchiesta sul welfare nelle regioni del Mezzogiorno. La Sardegna, dunque, fa da apripista proprio mentre l’Isola attraversa un periodo complesso e di crisi acuta, che potrebbe paradossalmente rivelarsi propizia se la classe politica comprenderà finalmente la necessità di dare corpo e gambe a una profonda riforma del sistema integrato di assistenza. Il malessere è diffuso, come conferma il moltiplicarsi delle proteste da parte dei sindacati confederali sostenuti dalle centrali cooperative e da altre organizzazioni, alle quali si è recentemente affiancato il Coordinamento delle comunità terapeutiche. La maggior parte delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali arriverà a un punto di non ritorno, se non si troverà una soluzione entro la fine dell’anno.

Il direttore di Vita, Stefano Arduini, ha illustrato le finalità del progetto e fatto una sintesi della situazione socio-economica della Sardegna, secondo quanto raccontato dal nostro giornalista Luigi Alfonso nel book. Dopo i saluti di Marianna Orrù (Cda Fondazione di Sardegna) e Ignazio Boi (direttore della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cagliari), spazio a una breve presentazione di sei delle sette delle più consolidate esperienze sociali “che stanno determinando con la loro opera un reale cambiamento”, come ha sottolineato lo stesso Arduini. Assenti i rappresentanti di Casa della Fraterna solidarietà (Sassari), sono intervenuti: Ninni Santus, presidente di Domu Mia Amici di Sant’Egidio (Muravera); Virginia Maria Schlich, assistant manager Fondazione Domus de Luna (Cagliari), Carlo Milia, socio fondatore della cooperativa Gea Ambiente e Turismo; Silvio Obinu, presidente della cooperativa sociale Lariso (Nuoro); Piero Serra, responsabile del Centro di accoglienza “San Mauro” di Mondo X-Sardegna; Cristina Sanna, presidente di Solidarietà Consorzio. Ne è uscito fuori uno spaccato variegato ed estremamente interessante delle esperienze prodotte dal Terzo settore e dal volontariato nell’Isola.

Il fondatore di Vita, Riccardo Bonacina, ha poi condotto una tavola rotonda divisa in due momenti: dapprima sono intervenuti l’economista Vittorio Pelligra (Università di Cagliari), il fondatore di Domus de Luna, Ugo Bressanello, la presidente di Legambiente Sardegna, Annalisa Colombu, in rappresentanza del Centro di servizio per il volontariato Sardegna, e il segretario generale della Camera di commercio di Cagliari e Oristano, Cristiano Erriu (questo ente sta sostenendo una serie di interventi che hanno per protagonisti giovani e imprese sociali di Gerrei, Trexenta, Sarcidano e Oristanese). Successivamente hanno preso la parola il consigliere regionale Francesco Agus, componente della VI Commissione Salute e Politiche sociali, la coordinatrice delle comunità terapeutiche sarde, Giovanna Grillo, il presidente di Federsolidarietà Sardegna, Antonello Pili, e il responsabile di Legacoopsociali Sardegna, Andrea Pianu.

Non è stato un susseguirsi di piagnistei e richieste di soldi, come qualcuno potrebbe pensare. Sebbene siano state sottolineate l’enorme spesa sostenuta da cooperative e comunità negli ultimi due anni e mezzo per l’acquisto dei dispositivi Dpi anti-Covid (resta da capire se nella legge Omnibus che sta per approdare in Consiglio regionale sia previsto un ristoro non simbolico) e l’inadeguatezza delle tariffe regionali, ferme a undici anni fa (non coprono più gli effettivi costi di gestione), i responsabili delle organizzazioni di rappresentanza hanno battuto più volte su un punto: occorre una svolta strutturale. La Sardegna, sin dagli anni Ottanta, ha scelto la via del sistema integrato di assistenza però occorrono continuità e concretezza per dare gambe alla legge di settore. La quale, per ironia della sorte, viene presa a modello da altre regioni (la Lombardia su tutte), in quanto risponde pienamente a quanto è richiesto dalle Missioni 5 e 6 del Pnrr in materia di salute e politiche sociali.

Tuttavia, bisogna avviare subito “un dialogo serio, sereno e proficuo” tra la pubblica amministrazione (non solo la Regione ma anche i Comuni) e il privato, per compiere il salto di qualità che tutti si aspettano. Perché “senza le professionalità del settore privato, il pubblico non può far fronte a queste problematiche”, hanno sottolineato a più riprese gli intervenuti. A loro dire, “la Regione e i Comuni continuano a calare dall’alto i provvedimenti senza consultare preventivamente le realtà del privato, che bene conoscono la situazione. Così varano interventi completamente fuori da ogni logica”.

Il direttore Arduini ha ricordato che le cooperative, le associazioni e le comunità “hanno maturato una capacità di creare reali filiere di sviluppo locale e solidarietà, che potrebbero essere decisive per il futuro della regione se valorizzate in modo sistemico e strategico in una logica di reale coprogrammazione e coprogettazione”.

Le pubblicazioni di Geografie Meridiane proseguiranno a breve con la Puglia. Seguiranno i Focus book dedicati alle altre regioni del Sud Italia.


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