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Ten Calls, nuovo spot Armando Testa per Telefono Azzurro

La storica agenzia torna a firmare pro-bono una campagna per Telefono Azzurro, come aveva fatto in passato. Nel video, un uomo che fa jogging si imbatte in una richiesta di aiuto di un bambino. Caffo: «Ci auguriamo che questa campagna possa sensibilizzare istituzioni, aziende e società civile sull’urgenza di interventi specifici a sostegno dell’infanzia»

di Giampaolo Cerri

Trentacinque anni in 30 secondi. Telefono Azzurro ricorda i suoi sette lustri di feconda attività con uno spot e una campagna firmata da un’agenzia che ha fatto la storia della pubblicità italiana: la Armando Testa. Lo spot è visibile da ieri su diverse piattaforme e canali in cui la campagna, intitolata Ten Calls, è stata programmata.

Si tratta, recita una nota congiunta di Telefono Azzurro e del Gruppo Armando Testa, di «un messaggio che punta sull’impegno quotidiano di Telefono Azzurro e invita alla riflessione sulle inevitabili difficoltà emotive di chi quotidianamente opera e risponde pronto. Infatti, tra chiamate telefoniche e richieste di aiuto su ogni piattaforma, sono circa 3.573 i casi gestiti in un anno dalla onlus. Un numero importante e destinato ad aumentare per gli effetti a lungo termine della pandemia».

«Nel corso degli anni come agenzia Armando Testa abbiamo avuto più volte il privilegio di lavorare con Telefono Azzurro. Ne conosciamo lo spessore, la portata sociale e l’impegno costante negli anni. Per questa campagna abbiamo cercato un angolo d’attacco diverso sul problema. Più che raccontare il disagio di chi ha bisogno di supporto, abbiamo scelto di porre l’attenzione sull' impatto emotivo di chi ogni giorno si trova a dover rispondere alle continue richieste di aiuto. Su quanto sia importante farlo con la necessaria disponibilità sensibilità, attenzione. Tutti valori che Telefono Azzurro mette in campo da 35 anni», spiega Michele Mariani, direttore creativo esecutivo Armando Testa.

Così nello spot da 30” tv, un ragazzo fa jogging. «Sembra un normale allenamento di una normale domenica mattina, anche se la location distopica immerge fin dai primi secondi in una narrazione metaforica. Un uomo ascolta la musica nelle cuffie, svolta tra i palazzi, sale sui gradoni di un anfiteatro periferico quando improvvisamente un bambino interrompe la sua corsa e la sua musica. Non sappiamo da dove provenga o cosa faccia lì, ma la sua domanda, così semplice e asciutta, colpisce il ragazzo e tutti noi: “Mi aiuti?”».

«L’adulto», prosegue la nota, «non può fare a meno di essere spaesato e sconvolto. Esattamente come capiterebbe a ciascuno di noi nella medesima situazione. E infatti il messaggio in voice over chiarisce: “Se un bambino che chiede aiuto ti sconvolge, immagina dieci”. A quel punto l’inquadratura si allarga e compaiono altri nove bambini, mentre il messaggio istituzionale spiega l’impegno di Telefono Azzurro: “Dieci richieste di aiuto ogni giorno da 35 anni».

Anche la stampa «riprende il key frame dello spot, con i dieci bambini sistemati sui gradoni e vicino a ognuno di loro un esempio di richiesta di aiuto tra quelli ogni giorno ricevuti dagli operatori. Il comunicato radio, invece, è un’unica richiesta costruita a dieci voci. Un mash-up che ci restituisce in maniera dirompente l’impegno quotidiano di Telefono Azzurro».

Spiega Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro che «35 anni di ascolto, dialogo e intervento continuo a difesa dei diritti dei minori che ci ha permesso di conoscere innumerevoli situazioni di difficoltà e gravi problematiche e di comprendere i loro bisogni. 35 anni di aiuto concreto, professionale e sensibile a bambini e adolescenti vittime di abusi e violenze. 35 anni a servizio della comunità prendendo in carico oltre 120.000 casi in capo alle tre linee che Telefono Azzurro ad oggi gestisce. I numeri e le testimonianze raccolte dal Centro di Ascolto di Telefono Azzurro parlano chiaro. Anche se il dramma della pandemia, almeno a livello di emergenza sembra attenuarsi e vede tutti concentrati sul post emergenza e sul ritorno a una nuova normalità, il disagio di bambini e ragazzi è in crescita. Lo dimostrano i dati drammatici delle situazioni di violenza e abuso, cresciute soprattutto nel mondo della Rete. Siamo ora nel momento più complesso, il periodo nel quale queste problematiche non sono più al centro dell’attualità, ma continuano a costituire una fonte di disagio per i ragazzi. Ci auguriamo che questa campagna possa sensibilizzare istituzioni, aziende e società civile sull’urgenza di interventi specifici a sostegno dell’infanzia in modo che la nostra realtà possa continuare ad ascoltare».

Per Armando Testa, che ha lavorato pro-bono così come gli altri professionisti coinvolti, con la direzione creativa esecutiva di Michele Mariani, hanno firmato la campagna i direttori creativi copy e art Federico Bonenti e Andrea Lantelme. La casa di produzione è AT Studios con la regia di Maria Guidone. La campagna stampa è stata realizzata dal fotografo Marco Pignatelli. Il radio e l’online dello spot tv sono stati realizzati da Sample Milano, con la voce istituzionale di Tamara Fagnocchi.

La campagna è stata preceduta dall’attivazione sperimentale social “L’Ora del Silenzio”, sempre a firma Armando Testa. «Con questo progetto, Telefono Azzurro ha voluto sottolineare il valore del silenzio per favorire il dialogo intergenerazionale, invitando il popolo della rete a ridurre il rumore di fondo che ci circonda ogni giorno. Alcuni influencer si sono trasformati per pochi minuti da creators a listeners, condividendo contenuti silenziosi e invitando i loro followers a rendere virale questa azione tanto semplice quanto potente».

Guarda lo spot.


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