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Con meno di 6 euro al mese per i farmaci. Cresce la povertà sanitaria

Nel 2022 sono state 390mila le persone che si sono rivolte alle realtà assistenziali per potersi curare. A dirlo è il del decimo Rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico. Il budget salute (medicine e cure) delle persone indigenti è di 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione oltre 66 euro. 27 famiglie povere su 100 rinunciano alle cure

di Redazione

Le persone in povertà assoluta sono 5 milioni 571mila, pari al 9,4% della popolazione residente. Il 7% di queste – ben 390mila individui – si è trovato in condizioni di povertà sanitaria e per ricevere gratuitamente farmaci e cure ha dovuto chiedere aiuto a una delle 1.806 realtà assistenziali convenzionate con il Banco Farmaceutico.
Sono questi alcuni dei dati del 10° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di Ibsa Farmaceutici e Aboca da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). I dati sono stati presentati oggi, 12 dicembre, nel corso di un convegno promosso da Banco Farmaceutico e Aifa.

In una nota la fondazione sottolinea come “nonostante l’impronta universalistica del nostro Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), una parte consistente della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini. In particolare, nel 2021 (ultimi dati disponibili) il 43,5% (cioè 3,87 miliardi di euro) della spesa farmaceutica è stata pagata dalle famiglie (+6,3% rispetto al 2020), con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere”.

Una persona indigente, ha a disposizione un budget per la salute pari a soli 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera dispone di un budget sei volte maggiore, cioè 66,83 euro mensili. Se ci si ferma poi al solo acquisto di farmaci, i poveri hanno a disposizione soltanto 5,85 euro, mentre i non poveri di euro ne possono spendere 26.

La conseguenza è che il 60% della spesa sanitaria dei poveri è destinata alla spesa per farmaci a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie non povere. Questo perché il Ssn non offre alcuna copertura per i farmaci “da banco”, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra.

Le difficoltà economiche – osserva ancora la nota di Banco Farmaceutico – lambiscono anche le famiglie non povere: nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni 768mila famiglie (10 milioni 899mila persone), di cui quasi 639mila (1 milione 884mila persone) in povertà assoluta.
La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100, per un totale di 15 famiglie su 100.

«La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere», osserva Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus. «Purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni, e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà e attuare, così, misure e politiche in grado di rispondervi con efficacia».

In apertura una visita in uno degli enti assistenziali sostenuti da Banco Farmaceutico – Tutte le foto da Ufficio Stampa


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