Economia & Impresa sociale 

Dotcampus, lo studentato sostenibile

La ristrutturazione di un antico convitto in un edificio “Esg oriented” grazie al Fondo Infrastrutture per la Crescita. La settima puntata della serie sulle esperienze più innovative di imprese sostenute grazie all'impact investing. Un progetto in collaborazione con Social Impact Agenda per l'Italia (SIA)

di Claudia Valenti

Un ambiente dinamico e funzionale, ricco di servizi, attività e spazi a misura di studente. Aprirà a dicembre a Roma e si chiamerà Dotcampus, il nuovo progetto di Side Asset Management (Sam), società di impact investing focalizzata su infrastrutture sociali, e del Fondo Infrastrutture per la Crescita (Ipc) — Esg gestito da Azimut Libera Impresa Sgr Spa il cui obiettivo è di investire in infrastrutture sociali capaci di generare rendimenti per gli investitori e avere impatti positivi sulla collettività. Un campus universitario a tutto tondo, che offrirà servizi di pernottamento, ma anche di wellness, palestra, ristorazione e soprattutto networking e formazione.
«Il progetto nasce per rispondere a un’esigenza sociale», racconta Alessandro Masi, ad di Sam, «quella di ridurre la distanza fra il mondo universitario e quello del lavoro». Sono pochi, infatti, gli spazi reali dedicati a un contatto diretto ed efficace fra i neolaureati e le imprese. «Volevamo che il nostro obiettivo sociale trovasse risposta in uno spazio fisico», continua Masi, «e con il fondo Ipc ci siamo riusciti, creando una vera e propria infrastruttura ibrida dedicata allo scopo».

Dotcampus nasce così dalla ristrutturazione in ottica Esg dell’immobile scolastico che ospitava l’istituto Manieri Copernico, riportato alla storica funzione di convitto. Il progetto rappresenta un’opportunità, da un lato per i giovani in cerca di esperienza, dall’altro per le pmi italiane, spesso schiacciate dai grandi brand internazionali nelle principali piattaforme di job matching.
Il campus ha richiesto un investimento di 17 milioni di euro e occupa una superficie di circa 5mila metri quadri, disposti su nove livelli: sei di questi dedicati al pernottamento, sia di lungo termine, sia di breve ad uso alberghiero; uno, quello interrato, ospita la palestra e la cucina condivise; l’ultimo è un rooftop con servizio ristorazione; mentre il piano terra è interamente dedicato alle attività di formazione e networking con le aziende. «Per ora abbiamo coinvolto quattro imprese, tra cui Frassati e Technogym», segnala Masi, «ma molte altre hanno già manifestato il loro interesse nell’entrare a far parte della community del campus. L’importante», sottolinea, «è che siano tutte allineate con i nostri valori». Dotcampus infatti è stato costruito nel rispetto di parametri Esg ben precisi e ha obiettivi di impatto stabiliti a priori, che l’impresa e il fondo monitoreranno annualmente. «La struttura è davvero all’avanguardia dal punto di vista dell’efficientamento energetico, della domotica e dei servizi allo studente», racconta Masi, «in linea non solo con gli standard attuali, ma con le normative future». Un edificio senza barriere architettoniche e con un sistema di recupero delle acque piovane riutilizzate per il servizio lavanderia. «Vogliamo formare i ragazzi sull’importanza della sostenibilità con azioni concrete:», conclude Masi, «li rendiamo responsabili dei loro consumi con un sistema di monitoraggio per un utilizzo sempre più attento e consapevole delle risorse».


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