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Sostenibilità sociale e ambientale

In tre mesi 50 domande per aprire una Comunità energetica rinnovabile cooperativa

Sono già ottimi - a soli 90 giorni dal lancio dell'iniziativa - i risultati conseguiti dalla piattaforma RESPIRA, aperta da Coopfond, Legacoop, Banca Etica ed Ecomill per incentivare la creazione di Comunità energetiche rinnovabili e cooperative

di Redazione

Sono 50 i gruppi e le cooperative che in appena tre mesi si son fatti avanti per costituire una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) in forma cooperativa. È un ottimo risultato quello conseguito finora dalla piattaforma Respira, aperta da Coopfond, Legacoop, Banca Etica ed Ecomill per favorire la nascita di CER, capaci di aiutare contemporaneamente l’ambiente e i conti di famiglie e imprese. “In queste settimane – racconta il direttore generale di Coopfond, Simone Gamberini – abbiamo incontrato 50 gruppi più o meno organizzati, interessati a cogliere questa opportunità. È davvero una buona notizia perché costruire comunità energetiche è necessario: è una strada per diminuire il costo dell’energia e aumentare il livello di indipendenza, ma è soprattutto un modo per favorire uno sviluppo sostenibile, capace di rispettare l’ambiente e, nello stesso tempo, di far crescere la comunità in cui siamo inseriti”. Una comunità energetica è un'entità che produce e condivide energia rinnovabile, generando e gestendo autonomamente energia pulita, riducendo le emissioni di CO2 e gli sprechi energetici: si tratta di un soggetto di diritto autonomo a cui possono partecipare come componenti persone e organizzazioni – sia private che pubbliche – che decidono di collaborare alla produzione e al consumo condiviso di energia da fonti rinnovabili. “Abbiamo per tre mesi effettivamente respirato aria nuova – commenta Mauro Lusetti, presidente di Legacoop nazionale – in un periodo difficile non solo dal punto di vista energetico. Segno che la fiducia e voglia di partecipazione è diffusa e resiliente, sia tra le cooperative che tra i futuri cooperatori. Attorno a RESPIRA poi si sta creando una forte rete di collaborazione. Oltre alle 50 potenziali CER, bisogna evidenziare il crescente numero di partner, cooperativi e non, che si mettono a disposizione del progetto. In linea con il Playing my part della commissione europea stiamo facendo la nostra parte, insieme”. “L’interesse riscontrato nel territorio italiano al progetto RESPIRA fino ad oggi – spiega Chiara Candelise, fondatrice e CEO Ecomill – ci fa molto ben sperare per il prossimo sviluppo di comunità energetiche che ambiscano a massimizzare i benefici economici, sociali e ambientali per tutti i soggetti coinvolti. Questo è uno degli obiettivi che il regolatore si è posto nel disciplinare questi nuovi soggetti giuridici e, come Ecomill, siamo lieti di poter offrire lo strumento di crowdinvesting a queste comunità. L’ampia partecipazione dei cittadini al finanziamento degli impianti a disposizione delle CER ottenuta attraverso il crowdfunding, permette di mantenere all’interno della comunità la remunerazione del capitale, e quindi buona parte dei ritorni dell’investimento in una CER”.

“Le 50 realtà proponenti incontrate in questi primi tre mesi di attività – racconta Riccardo Dugini, vicedirettore di Banca Etica – sono un segnale importante che dimostra la validità della partnership costruita con RESPIRA e, soprattutto, l’attenzione crescente di cittadini e imprese verso l’opportunità rappresentata dalle CER, sulle quali Banca Etica sta investendo nell’ambito della propria complessiva strategia a supporto della transizione energetica di privati e imprese”.


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