Media, Arte, Cultura

Il cibo in transizione in dieci atti

Non solo cibo. Giovedì 15 a Milano, un evento per capire come la produzione alimentare, la filiera distributiva e le modalità di fruizione possano incontrare l'etica e come il consumo possa diventare pienamente consapevole. Al Refettorio Ambrosiano, luogo in cui la cucina si fa solidale, un evento in collaborazione con Coop che racconta 10 esperienze insieme a tanti personaggi. E una pubblicazione da scaricare gratis, della quale anticipiamo l'editoriale di Stefano Arduini, direttore di VITA

di Redazione

«Siamo ciò che mangiamo» diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach e, prima di lui, Ippocrate: «Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo».

Quella del cibo è una delle partite decisive su cui oggi ci giochiamo il futuro. Qualche dato utile in modo da avere chiara la cornice di partenza. La produzione mondiale oggi sarebbe in grado di sfamare 12 miliardi di persone, a fronte di una popolazione di 8 miliardi. Ovvero produciamo, con tutto quello che ne deriva in termini di utilizzo di energia, acqua, forza lavoro, il 50% degli alimenti in più rispetto a quanto avremmo bisogno.

Non solo: circa un terzo del cibo prodotto viene buttato via. E ancora. Se allarghiamo lo zoom della nostra fotografia scopriamo che in questo stesso momento al mondo si contano quasi 900 milioni di persone malnutrite a cui non è garantita la sicurezza alimentare e 200 milioni di persone che letteralmente soffrono la fame.

In questo stesso mondo però ci sono 1,7 miliardi di persone che soffrono di ipernutrizione, obesità (13% della popolazione mondiale) e malattie cardiovascolari. Il cortocircuito è evidente.

È quanto mai evidente che questo meccanismo perverso che considera il cibo una semplice commodity stia andando completamente fuori bolla anche in termini di rispetto di chi lavora nella filiera alimentare. Dalla produzione alla distribuzione, le zone d’ombra dello sfruttamento e del mercato nero sono da anni una costante delle cronache del nostro Paese; da Nord a Sud.

È proprio nelle pieghe della filiera alimentare però che sta emergendo un attivismo sempre più diffuso che nel piccolo e dal basso lancia la sua sfida nel nome della lotta allo spreco, della sostenibilità e dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, considerati non più come clienti necessari per alimentare la domanda di cibo a buon mercato e bassa qualità, ma come alleati di un nuovo modello produttivo.

Partecipazione, socializzazione, fraternità, benessere: è attraverso queste parole d’ordine che sta venendo alla luce una sorta di transizione alimentare con potenzialità in grado di ri-orientare i meccanismi distorti del mercato.

Il compito che ci siamo assunti, come attori del racconto sociale di questo Paese, è quello di dare visibilità e quindi concretezza e replicabilità alle esperienze più promettenti in termini di modelli economici e sociali.

Il book che potete scaricare dal link sottostante nasce da questa consapevolezza e dal lavoro di scouting e narrazione che facciamo ogni giorno online su Vita.it e ogni mese su Vita magazine.

In queste pagine raccontiamo esperienze (ne abbiamo scelte dieci, ma continueremo a raccontarne molte altre nei prossimi mesi sia sul sito, sia sul giornale) che testimoniano come dietro il cibo ci sia un mondo straordinario di conoscenza, cultura e impegno sociale.

Si tratta di esperienze straordinarie per capacità di impattare sulla propria comunità di riferimento, straordinarie ma al tempo stesso tutt’altro che rare.

Molto differenti, per genesi e modelli operativi, lette in controluce hanno una medesima filigrana: la visione sociale e imprenditoriale di considerare i bisogni (delle persone con disabilità piuttosto che dei lavoratori sfruttati e così via) come leve per costruire meccanismi di fraternità, anche economica. Perché, citando un grande sociologo francese Edgar Morin, il problema principale del nostro tempo non è legato a questioni giuridiche, come la libertà, ma è legato alla fraternità; è la fraternità infatti che produce appartenenza a una comunità. I diritti legati alla libertà da soli non basterebbero. Tornando a Ippocrate: è questa la medicina di cui abbiamo bisogno.

Buona lettura.

Nel book – scaricabile gratuitamente in formato digitale a questo link , previa registrazione – sono raccontate queste storie:


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA