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Famiglia & Minori

Famiglie impoverite, le reazioni ai dati Acli

Il presidente del Forum delle associazioni famigliari, Gigi De Palo, e l'economista Leonardo Becchetti, intervengono sui primi, preoccupanti, dati dell'Osservatorio sui redditi delle famiglie, che documenta una perdita di reddito di due famiglie su tre. Il presidente: «Il bene comune non è la somma degli interessi particolari». L'economista: «Abbiamo sprecato 70 miliardi in bollette energetiche»

di Giampaolo Cerri

Fanno registrare un'onda lunga di commenti i primi dati dell'Osservatorio nazionale Acli sui redditi delle famiglia resi noti oggi a Roma (leggi Famiglie, il prezzo della pandemia).

Tra i primi a intervenire, Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle Associazioni famigliari italiane. «Dallo studio dell’Osservatorio nazionale Acli», ha sottolineato De Palo, «emerge una cosa molto grave: le famiglie vanno in difficoltà quando nasce un figlio”. In Italia se fai un figlio diventi povero. Se ne fai due è sicuro che diventi povero e se ne fai tre sei matto. Questo è un problema grande”. Secondo De Palo, la ricerca è importante «perché è stato fatto su un campione autorevole di quasi un milione di persone e ci aiuta ad avere una fotografia reale del nostro Paese. Noi chiamiamo ceto medio quelle famiglie che stanno al limite della povertà. Non facciamo nulla per queste famiglie: dovremmo anticipare il problema. Invito le Acli a fare della natività una questione vitale».

Per il presidente del Forum «tutte le leggi di bilancio di tutti i partiti fanno un errore: pensano che il bene comune sia la somma degli interessi particolari. Questo scontenta tutti. Il bene comune deve partire da una idea diversa di Italia. Le Acli con questo studio aiutano a fare riflessioni di questo tipo».

Per Leonardo Becchetti, professore a Roma Tor Vergata e uno dei massimi studiosi dell'Economia civile in Italia, «il prossimo anno l’inflazione avrà un impatto ancora più forte sul reddito delle famiglie. Un grosso problema nel nostro paese è l’accesso alle cure, come dimostrano i dati che hanno raccolto le Acli. In questa ricerca», ha proseguito, «noi osserviamo i sopravvissuti, quelli che hanno continuato a presentare la dichiarazione dei redditi ai Caf Acli. Ma c’è stata una perdita del 15% del campione, persone che sono sparite e che ci fanno pensare che i risultati sono peggiori. C’è un aumento della povertà complessiva delle famiglie e della povertà sanitaria. Abbiamo sprecato 70 miliardi per pagare le bollette, soldi che avremmo risparmiato se fossimo stati più avanti nel processo di transizione. L’Italia ha bisogno di politici che liberino le energie della società civile, non ha bisogno di soldi».

Secondo Becchetti si deve puntare «sull’amministrazione condivisa: le associazione possono mettere a disposizione dell’ente pubblico preziose informazioni, come stanno facendo le Acli. C’è bisogno di una sinergia più forte tra classe politica e società civile».


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