Welfare & Lavoro

Povertà sanitaria, in 4 anni 203mila assistiti grazie al recupero farmaci

Presentato il bilancio di un quadrienno di attività di "Pharma links", progetto sviluppato da Fondazione Banco farmaceutico grazie a Intesa Sanpaolo. e che recupera nelle farmacie "medicinali validi non scaduti", distribuendoli attraverso una rete di 87 realtà sociali. Il gruppo bancario ha annunciato il rinnovo dell'impegno per i prossimi quattro anni

di Giampaolo Cerri

Qualcosa come 349mila farmaci, distribuiti, tramite 87 enti beneficiari, a oltre 203mila persone in stato di bisogno assistite e, dettaglio non trascurabile, 13 nuove sedi di raccolta dei farmaci in tutta Italia. È il bilancio del progetto "Pharma links: reti solidali contro la povertà sanitaria”, nato nel 2018 dalla partnership tra Intesa Sanpaolo e Fondazione Banco Farmaceutico, con l’obiettivo di contrastare la povertà sanitaria e di rispondere al bisogno di farmaci che riguardano una fascia crescente di persone e famiglie in stato di necessità.

«La povertà sanitaria», ricorda una nota congiunta della banca e del Banco, «è una delle conseguenze che la crisi economica determinata dalla pandemia da Covid-19 ha aggravato e che ha fatto registrare dal 2005 il raddoppio dei dati in termini di povertà assoluta: le famiglie coinvolte sono passate da poco più di 800mila a 1 milione 960mila nel 2021 (il 7,5% del totale). All’aumento delle difficoltà economiche corrispondono comportamenti tesi sostanzialmente alla riduzione, al rinvio e talora alla rinuncia delle cure, con effetti negativi e cumulativi sullo stato di salute nel breve e nel lungo periodo. Nel 2022, quasi 400.000 persone non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno».

Una piattaforma diffusa che funziona all’interno delle farmacie aderenti, in cui sono posizionati «speciali contenitori di raccolta in cui i cittadini, assistiti dal farmacista che garantisce la correttezza dell’operazione, possono donare i medicinali di cui non ha più bisogno. I farmaci donati sono consegnati agli enti assistenziali convenzionati con Banco Farmaceutico. Periodicamente i farmaci sono ritirati direttamente dai volontari degli enti assistenziali beneficiari.

Un progetto che consente di recuperati «farmaci non scaduti, con almeno 8 mesi di validità, correttamente conservati nella loro confezione primaria e secondaria originale integra». Mentre sono esclusi «i farmaci che appartengono alle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, i farmaci da conservare in frigorifero e i farmaci ospedalieri».

I dati sono stati resi noti a Vicenza, ieri, in un incontro pubblico presso il museo di Intesa Sanpaolo delle Gallerie d’Italia – Vicenza, a cui sono intervenuti Ugo Resconi, direttore commerciale Imprese, Direzione Regionale Veneto Ovest, Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, Elisa Zambito Marsala, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo, Sergio Daniotti, Presidente Fondazione Banco Farmaceutico onlus, Simona Siotto, Assessore del Comune di Vicenza con deleghe in materia di Cultura ed Ambiente, Margherita Andretta, Dirigente Uoc Assistenza farmaceutica territoriale, Ulss8 Berica, Vicenza, Florindo Cracco, presidente Ordine dei Farmacisti della Provincia di Vicenza, Daniela Giovanetti, segretario di Federfarma Vicenza, Mariano Farina, amministratore Unico di Valore Ambiente srl (AIM Vicenza), Marina Savastano, presidente di Salute Solidale di Vicenza e Gabriele Sepio, Tributarista e coordinatore del tavolo tecnico-fiscale per la Riforma del Terzo settore.

«Grazie a questa iniziativa», ha sottolineato Zambito Marsala, «Intesa Sanpaolo ha contribuito a sviluppare, in numerose aree del Paese, reti della Fondazione Banco Farmaceutico che si occupano del "recupero farmaci validi non scaduti", per trasformarli in un bene prezioso per chi non può accedere alle cure per ragioni economiche. Questo progetto è un’importante sfida sul fronte dell’economia circolare in quanto consente di rimettere in un circuito virtuoso di recupero e utilizzo a favore dei bisognosi, farmaci che, altrimenti, andrebbero smaltiti. Una vera e propria azione di sistema sui territori che nel tempo è diventata una buona prassi consolidata e diffusa su buona parte del territorio nazionale e che intendiamo proseguire con la Fondazione anche nel quadriennio 2022- 2025, a supporto del nostro Piano d’Impresa che prevede 50 milioni di interventi a favore delle persone più fragili, tra cui la distribuzione di farmaci».

Di Banco Farmaceutico ha parlato il presidente, Daniotti, che ha, tra l'altro, una storia particolarissima: medico, è stato ai vertici di una grande azienda farmaceutica che opera in Italia e, in pensione, ha messo a disposizione di questa realtà sociale, la Fondazione appunto, la sua competenza.

«Banco Farmaceutico», ha detto, «è una realtà piccola. Ma è il perno di un ecosistema solidale che contribuisce a fornire un reale sostegno a oltre 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura di chi è povero. Grazie ai soggetti che, in ragione della propria generosità e della propria visione di un futuro sostenibile, ci aiutano, si è costituita negli anni una vera e propria filiera del dono. Di tale filiera, Intesa Sanpaolo – che ringraziamo di cuore – è uno dei compagni di strada più importanti. Senza il suo essenziale sostegno, il "recupero farmaci validi non scaduti", una delle principali modalità di raccolta di medicinali di Banco Farmaceutico, non si sarebbe potuto sviluppare e consolidare al punto in cui è oggi. Il progetto prevede la collaborazione tra numerosi attori locali quali pubbliche amministrazioni, istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni non profit, farmacie e volontari».


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