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Giovani: smartphone e videogiochi come la cocaina?

È stata pubblicata oggi la circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito sull’uso dei cellulari a scuola. Niente di nuovo, in sostanza, rispetto a quanto già stabilito: cellulari ammessi solo a scopo didattico. Secondo studi citati dal Ministro Valditara, l’uso di smartphone e videogiochi produce sui più giovani gli stessi effetti della cocaina. «Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche». Per una serie di ragioni, «non è esagerato dire che il digitale sta decerebrando le nuove generazioni, fenomeno destinato a connotare la classe dirigente di domani»

di Sabina Pignataro

L’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani gli stessi effetti della cocaina. «Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche». E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva (9 giugno 2021) della VII commissione del Senato sugli «effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi».

Poggia su queste informazioni la circolare pubblicata e diffusa oggi dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, contenente le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi. E’ confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni. L’utilizzo è consentito «solo con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative».

Niente di nuovo, in sostanza, rispetto a quanto già stabilito. I cellulari siano vietati in classe ormai da 15 anni, dai tempi della circolare dell'ex ministro Giuseppe Fioroni, e la maggior parte dei regolamenti di istituto prevedano espressamente l’obbligo di tenere lo smartphone in cartella durante le lezioni – quando non richiedono di consegnarlo all’ingresso, come al liceo Malpighi di Bologna.

«L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare – commenta il Ministro Giuseppe Valditara -. Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno».

Come si scriveva sopra, alla circolare è allegata una recente indagine conoscitiva (9 giugno 2021) della VII commissione del Senato sugli «effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi».

Questo un estratto:

"Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo-scheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminuzione dell’empatia. Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione; la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica…Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche. È quanto sostengono, ciascuno dal proprio punto di vista «scientifico», la maggior parte dei neurologi, degli psichiatri, degli psicologi, dei pedagogisti, dei grafologi, degli esponenti delle Forze dell’ordine auditi. Un quadro oggettivamente allarmante, anche perché evidentemente destinato a peggiorare".

Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche. È quanto sostengono, ciascuno dal proprio punto di vista «scientifico», la maggior parte dei neurologi, degli psichiatri, degli psicologi, dei pedagogisti

VII commissione del Senato

Niente sanzioni

«Con la circolare – conclude il ministro – non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità». Una moral suasion, quella di Valditara, rivolta non solo agli studenti ma anche a docenti e presidi affinché vigilino sul rispetto delle regole da parte dei ragazzi: «Invitiamo le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi».

Questo un altro estratto del documento preso come punto di riferimento dal Ministero:

"Tutte le ricerche internazionali citate nel corso del ciclo di audizioni giungono alla medesima conclusione: il cervello agisce come un muscolo, si sviluppa in base all’uso che se ne fa e l’uso di dispositivi digitali (social e videogiochi), così come la scrittura su tastiera elettronica invece della scrittura a mano, non sollecita il cervello. Il muscolo, dunque, si atrofizza. Detto in termini tecnici, si riduce la neuroplasticità, ovvero lo sviluppo di aree cerebrali responsabili di singole funzioni. Analogo effetto si registra nei bambini cui è stata limitata la « fisicità ». Nei primi anni di vita, infatti, la conoscenza di sé e del mondo passa attraverso tutti e cinque i sensi: sollecitare prevalentemente la vista, sottoutilizzando gli altri quattro sensi, impedisce lo sviluppo armonico e completo della conoscenza. È quel che accade nei bambini che trascorrono troppo tempo davanti allo schermo di un iPad o simili. Per quest’insieme di ragioni, non è esagerato dire che il digitale sta decerebrando le nuove generazioni, fenomeno destinato a connotare la classe dirigente di domani".

E poi, ancora:

"Non si tratta di dichiarare guerra alla modernità, ma semplicemente di governare e regolamentare quel mondo virtuale nel quale, secondo le ultime stime, i più giovani trascorrono dalle quattro alle sei ore al giorno. Si tratta di evitare che si realizzi fino in fondo quella « dittatura perfetta » vaticinata da Aldous Huxley quando la televisione doveva ancora entrare in tutte le case e lo smartphone aveva la concretezza di un’astrazione fantascientifica: « Una prigione senza muri in cui i prigionieri non sognano di evadere. Un sistema di schiavitù nel quale, grazie al consumismo e al divertimento, gli schiavi amano la loro schiavitù. Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro".

Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro

VII commissione del Senato

Foto in apertura, Robin Worral per Unsplash


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