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Codice anti-ong, Acli al Governo: «Salvare le persone, dovere umano»

Dura nota aclista sulle norme con cui l'Esecutivo interviene sul tema degli sbarchi: «Accanimento degno di miglior causa»

di Giampaolo Cerri

Sul "Codice ong" predisposto dall'Esecutivo, si registra una dura presa di posizione delle Associazioni cristiane lavoratori italiani – Acli.

«L’accanimento degno di miglior causa con cui il Governo persegue l’attività delle ong che operano salvataggi nel Canale di Sicilia», vi si può leggere, «segna un punto ulteriore con l’ennesimo decreto sicurezza che non sembra destinato a sorte migliore di quelli che lo hanno preceduto, visti gli elementi di dubbia costituzionalità che già affiorano alla semplice lettura non del testo – che ancora manca- ma dei contenuti che il Governo ha reso noti».

Le Acli fanno sapere dei condividere, in materia, «l’opinione di mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara e presidente di Migrantes, secondo cui "questo decreto cadrà perché è basato su di un segnale di insicurezza che è fasullo" : il dato di fatto è che il nostro Paese è quello che accoglie molti meno migranti rispetto ad altri in Europa, e che il problema è semmai quello di affrontare una questione ormai strutturale , come è quella dell’immigrazione dal Sud del mondo, non come un complotto o una minaccia all’ordine pubblico, ma come un rilevante problema sociale che deve essere incanalato in forme legali né vessatorie né emergenziali (un’emergenza che è dichiarata tale da quasi trent’anni è un’assurdità)» .

«Salvare le persone», proseguono le Acli, «è un dovere umano, se ancora siamo umani, non può essere considerato un crimine: la penalizzazione dell’attività delle ong corrisponde più ad un riflesso repressivo di ordine propagandistico che a un’esigenza reale del Paese. Comprendiamo che è più facile fare propaganda che affrontare i problemi reali e complessi di fronte a cui si trovano gli Italiani, ma non è così che si governa».

La foto in apertura è di Danilo Balducci dell'Agenzia Sintesi.


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