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Cents, quando la beneficenza passa dall’e-commerce

La startup italiana Cents aiuta le aziende che vendono anche attraverso una piattaforma e-commerce a generare un impatto positivo sulla società proponendo ai loro clienti una piccola donazione ad una delle non profit accreditate. Un’opportunità da non sprecare anche per banche e assicurazioni

di Luca Cereda

Sempre più spesso oggi i consumatori, quando acquistano un prodotto o un servizio online tengono d’occhio non solo il prezzo, ma anche un altro aspetto non meno importante: il profilo etico dell’azienda che lo realizza o distribuisce. Secondo un’indagine, l’86% degli acquirenti decide se comprare o meno i prodotti di un brand in base a fattori quali la posizione del marchio rispetto a temi come inclusione delle diversità e tutela ambientale. Non tutte le aziende però si sono attivate per migliorare il proprio posizionamento su queste tematiche. Ed è proprio a loro che si rivolge con la sua proposta la start up italiana Cents S.r.l., una piattaforma ad alto coefficiente digitale e notevole impatto sociale che unisce l’esperienza benefica a quella dell’acquisto, connettendo persone, aziende ed istituti finanziari al Terzo settore. «Siamo in un momento storico in cui chi compra desidera dare anche un significato morale all’acquisto. La nostra realtà si fonda sul desiderio di creare un mondo in cui senza cambiare le proprie abitudini di acquisto, è possibile contribuire positivamente sulla società», spiega Alessio Mazzalupi, Ceo e co-founder di Cents, realizzata con il compagno di liceo a Perugia e di università – la Bocconi – a Milano, Riccardo Valobra.

Il progetto di Cents è nato – come spesso capita con le buone idee – in riposta ad un’esigenza concreta e quotidiana: «Durante una passeggiata sui Navigli a Milano – ricorda Mazzalupi – ho visto un clochard e mi sono reso conto che girando da anni senza contanti per pagare, non avevo nemmeno pochi euro da donare a lui o a chi si trova in difficoltà. Chissà quanti come me si sono trovati nella stessa situazione. Oggi non è ancora possibile fare donazioni di modiche cifre con il cellulare, nonostante tutto il sistema dei pagamenti si stia spostando verso il digitale e il contactless».

È grazie alle nozioni acquisite tra i banchi universitari che i due ragazzi ha deciso di realizzare un’applicazione che avrebbe consentito a chiunque facesse acquisti con carta di arrotondare le transazioni e quindi di donare facendo leva sull’open banking. Dietro all’ambizioso progetto di Cents oltre ai due founder, c’è una squadra composta da altre cinque persone, «tutte donne – aggiunge a Riccardo Valobra, co-founder di Cents -. Crediamo molto nell’empowerment femminile e da qui la nostra scelta di avere un team composto in questo modo. Inoltre, secondo degli studi di settore le donne sono molto più interessate e competenti nello sviluppo dell’imprenditoria sociale. Da poco abbiamo una Cto (Chief Technology Officer) che si occupa dello sviluppo, una social media manager, una designer, una UX/UI designer che crea prodotti digitali che migliorano l'user experience degli utenti e una ragazza che si occupa di promuovere Cents con un focus sugli enti Non profit».

Un anno fa Cents è stata selezionata da Fin+Tech Accelerator, il programma di accelerazione dedicato alle startup che sviluppano soluzioni e servizi in ambito Fintech e Insurtech, parte della Rete Nazionale Acceleratori Cdp: un passo importante per la crescita della società che ha permesso ad Alessio e Riccardo di trovare la chiave per migliorare l’esperienza del consumatore-donatore: «Portando il nostro modello sull’e-commerce siamo in grado di generare impatto e a comunicarlo ad ogni transazione e ad ogni acquisto – spiega Mazzalupi -. La piattaforma di e-commerce dona una percentuale ad ogni ordine e consente all’acquirente di scegliere, in fase di pagamento, se effettuare o meno una donazione». Perché al check-out? «Perché il consumatore ha il portafoglio aperto e, quindi, è più propenso a donare una piccola somma di denaro. Questo significa che le aziende che collaborano con noi possono offrire ai loro clienti la possibilità di sostenere una causa sociale o ambientale. Una volta che il nostro potenziale partner sceglie quale causa si sposa meglio con la sua mission e quale ente non profit sostenere, non gli resta che integrare la nostra soluzione per sostenerlo attraverso le donazioni. Per una società questa non è solo un’occasione per contribuire attivamente al sostegno di una onlus, ma anche un’opportunità per migliorare l’immagine del brand ed attrarre talenti. Noi ci occupiamo poi di fornire ai nostri partner quelli che sono i risultati raggiunti dall’ente non profit», aggiunge Valobra.

Oggi sono 39 realtà del mondo sociale nella rete di Cents e tra loro ci sono divise in categorie: ambiente e animali, cooperazione internazionale, ricerca e salute, arte e cultura, solo per citarne alcune. Si va dal Banco Alimentare a Ciai, da Fondazione Progetto Arca a Mission Bambini fino all’Istituto Serafico di Assisi, fino a Save the Children, Marevivo e Sole Terre. «Ora, anche grazie al follow-on investment ricevuto dall’acceleratore, tra gli obiettivi della nostra startup c’è riuscire a raggiungere un numero di venti-trenta store e-commerce partner entro fine anno e riuscire a comunicare in maniera efficace i risultati raggiunti dai nostri Enti No Profit partner. Inoltre, tra le realtà del Terzo settore che collaborano con noi ci sono alcune realtà internazionali».

Grazie al traguardo raggiunto con Fin+Tech la società è entrata in contatto anche con il mondo bancario e assicurativo. «Stiamo dialogando con alcune compagnie e istituti bancari ed è emerso un quesito fondamentale: ‘come può Cents ingaggiare maggiormente un assicurato, un investitore o un risparmiatore?’ La risposta sta nell’innescare nel cliente una consapevolezza: assicurarsi, investire e risparmiare può essere etico. Come? Ad esempio, integrando la nostra soluzione all’interno del processo di acquisto di una polizza».


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