Sanità & Ricerca

Sanicoop: «Dottori “a gettone”? Sono il nostro opposto»

Netta presa di posizione di Maurizio Pozzi, presidente di Sanicoop l'associazione di Legacoop che organizza e rappresenta più di settanta cooperative che forniscono servizi agli oltre 5.000 medici associati. «Noi non siamo quelli che forniscono medici "a gettone" per sopperire alle carenze di personale delle strutture sanitarie. La nostra cultura, la nostra missione, la nostra pratica quotidiana vanno in direzione opposta», ha detto in occasione del congresso nazionale

di Redazione

«Noi non siamo quelli che forniscono medici “a gettone” per sopperire alle carenze di personale delle strutture sanitarie. La nostra cultura, la nostra missione, la nostra pratica quotidiana vanno in direzione opposta: vogliamo valorizzare i professionisti costruendo un rapporto stabile e di fiducia con i pazienti. In linea con i valori cooperativi lavoriamo per la relazione con i pazienti, non per la prestazione. Chi sopperisce alle inefficienze della sanità pubblica utilizzando una falsa veste cooperativa non solo è lontano da noi, ma ci danneggia. E se questa pratica dovesse continuare, saremo costretti ad assumere iniziative idonee a tutelare la nostra immagine e la nostra onorabilità». Con queste parole il presidente di Sanicoop, Maurizio Pozzi esprime la sua netta presa di posizione in occasione del secondo congresso nazionale dell’associazione di Legacoop che organizza e rappresenta più di settanta cooperative che forniscono servizi agli oltre 5mila medici associati, per tre quarti medici di medicina generale, che seguono un bacino di circa 6 milioni di pazienti.

Quello dei medici “a gettone” – spiega una nota – è un fenomeno che testimonia, forse nel modo più evidente, le debolezze di un’organizzazione sanitaria che ha molto stentato a compiere il necessario adeguamento ai cambiamenti nei bisogni di salute e agli effetti dell’innovazione tecnologica. Un adeguamento parzialmente realizzato nella rete ospedaliera, quasi assente nel territorio, e caratterizzato, fino alla pandemia, da un progressivo definanziamento della spesa sanitaria e da una perdurante invadenza della burocrazia che limita la capacità di intervento degli operatori. Un’organizzazione ancora basata su “silos” di spesa e comparti, mentre i nuovi bisogni impongono un “continuum” di azione centrato sul paziente e una flessibilità verso le esigenze complessive. Per questo Sanicoop, si legga ancora nella nota, propone “l’avvio di un’ampia riflessione che porti ad una visione della salute e dell’offerta sanitaria capace di coinvolgere tutte le risorse che i cittadini corrispondono sia tramite la fiscalità generale sia con le forme integrative di cui si sono dotati. Il principio è quello di porre al centro il personale progetto di salute di ognuno, unitario e complessivo, guidato ed appropriato. A partire proprio dalla sanità territoriale su cui occorre puntare, nella prossimità e con l’organizzazione, dove il medico di medicina generale svolge un ruolo essenziale. È il punto di partenza per la costruzione di progetti di cura e di percorsi di salute che mettano al centro la salute della persona, consentendo un utilizzo efficace delle risorse”.

«È ormai urgente la necessità di riorganizzazione dell’offerta sanitaria a livello territoriale, sia per i bisogni di salute dei cittadini sia per tutti gli operatori in particolare per i Medici di Medicina Generale»,sottolinea Pozzi. «Tante le impellenze da affrontare: l’incalzante cambio generazionale, la necessità di garantire l’offerta tradizionale e di potenziarla con la gestione della cronicità, il rinnovato bisogno di prevenzione non solo vaccinale, la gestione dei pazienti residenziali e della diagnostica negli studi di prossimità, l’innovazione delle reti telematiche fino all’intelligenza artificiale ed al metaverso. Tutte grandi questioni, e per questo anche grandi opportunità, che comportano una revisione del modello organizzativo ed un suo accompagnamento con adeguate risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Non si può fare una medicina del territorio adeguata alle attuali necessità e coerente con l’evoluzione degli ospedali, basandosi solo sulle risorse attuali destinate al territorio. E, tra le risorse, quelle del Ssn devono essere necessariamente potenziate, in particolare sul territorio. Un obiettivo per il quale intendiamo batterci, insieme ai pazienti e alle istituzioni, a partire dai Comuni, così come faremo contro eventuali tentativi di tagli alla spesa sanitaria e contro i ritardi di Regioni e Aziende Sanitarie Locali».

A questa esigenza di cure territoriali, le cooperative di Sanicoop intendono dare il loro contributo, in quanto rappresentano un soggetto determinante per fornire agli operatori un articolato supporto di servizi ispirato a principi di prossimità, aggregazione, presa in carico complessiva dei pazienti, appropriatezza delle cure, integrazione con la residenzialità.
«Bene gli investimenti del Pnrr, anche per fare gli Hub, prevedendo preliminarmente quale sia la loro funzione, da subito», evidenzia Pozzi «e noi vorremmo aggiungere le strutture di maggiore prossimità, vicino ai pazienti e ai loro bisogni, quali riferimenti territoriali raggiungibili nell’arco di 15-20 minuti, per consolidare e affermare un modello caratterizzato dalla centralità dello studio medico di prossimità, frequentato da un gruppo di medici di medicina generale e da altri operatori sanitari, dotato di strumentazioni diagnostiche di primo livello e reti informatiche adeguate, funzionanti per consentire lo spostamento e la consultazioni di dati e referti, per consentire la telemedicina».
Tutti obiettivi, quelli emersi nel corso del congresso, che Sanicoop vuole conseguire sviluppando reti di impresa e rafforzando, nel segno dell’integrazione, la collaborazione con altri soggetti, a partire dai sindacati dei medici operanti nel territorio, dalla cooperazione sociale, dalla mutualità integrativa, dai fondi integrativi contrattuali.

In apertura foto di Pavel Danilyuk – Pexels


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