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Clima, da Fondazione Conad lezione record per 32mila

Nata nel maggio scorso, la fondazione ha organizzato oggi una maxi classe di sensibilizzazione ambientale collegando in streaming ragazzi di medie e primi anni di superiori da tutta Italia. Coinvolti 363 istituti di 251 città. In cattedra esperti, attivisti e il comico Giovanni Storti di Aldo, Giovanni e Giacomo che, dal suo profilo Instagram, dispensa consigli pro-natura. La direttrice Alfieri: «lnformazione fondamentale per far crescere in tutti la consapevolezza»

di Giampaolo Cerri

Una lezione sull’ambiente e sul clima ma per 32mila studenti. Sono tanti gli studenti italiani coinvolti oggi in 363 istituti scolastici delle medie e del biennio delle superiori: una sterminata classe di 12-16enni dislocata in 251 città di 20 regioni e un Paese straniero: San Marino.

Ha buon motivo d’essere orgogliosa Fondazione Conad Ets, nata nel maggio scorso dall’omonimo e storico consorzio di dettaglianti e da cinque grandi cooperative, che parla di «uno dei più grandi eventi didattici d’Europa, per comunicare ai cittadini del futuro il rispetto dell’ambiente e l’urgenza della crisi». La Fondazione, diretta da Maria Cristina Alfieri, ha infatti sostenuto il costo dell'evento – sale cinematografiche affittate per l'occasione, collegamenti, spese organizzative – che è stato realizzato tecnicamente da Unisona e patrocinato dal ministero dell'Istruzione e dal Comune di Milano.

La cattedra, per tornare al parallelismo scolastico, si trovava a Milano, anzi in uno dei nuovi luoghi sociali del capoluogo lombardo, quella Piazza dei Mestieri, che ha bissato in città gli spazi di formazione e accoglienza già attivi a Torino.

I professori sono stati personaggi di varia estrazione e di diversa competenze ma tutti accomunati da una forte passione per l’ambiente. A tirare le fila Sara Segantin, scrittrice, narratrice scientifica e presentatrice televisiva di programmi sulla sostenibilità e giustizia climatica, che ha intrecciato diverse testimonianze: quella della climatologa Elisa Palazzi, professoressa presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Torino, dell’ingegnere ambientale Giovanni Mori, attivista del movimento Fridays For Future Italia, della referente Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile – Asvis Ottavia Ortolani.

«Tutti i loro interventi», spiega una nota di Fondazione Conad, «sono stati percorsi da un filo conduttore fortissimo: concretezza e rispetto. Queste, infatti, le parole chiave emerse dall’analisi di una crisi climatica sempre più tangibile e sconcertante e delle possibili soluzioni da tradurre anche e soprattutto in azioni e scelte più sostenibili del nostro quotidiano».

“Concretezza”, prosegue la nota, «suggerita da esempi tangibili e auspicabilmente replicabili come quello della città di Stoccolma, che raccoglie i rifiuti, ne estrae il metano per alimentare il trasporto pubblico e consegna gli scarti concimanti ai contadini in una sorta di circolarità virtuosa; oppure quello di Barcellona, che ha introdotto per l’accesso a qualsiasi corso universitario un modulo obbligatorio di educazione ambientale, per aumentare il livello di consapevolezza generale rispetto all’emergenza climatica».

A introdurre la parola “Rispetto”, continua ancora il comunicato, è stata una studentessa dell’Istituto Bassi di Seregno, presente alla diretta di Milano, «che nel raccontare la fiaba di una medusa, di un albero e di un orso polare tutti vittime del cambiamento climatico prodotto dall’incuria dell’uomo verso il pianeta, ha posto un tema di riflessione semplice e sconvolgente: “Ma se gli alberi o gli animali fossimo noi, ci comporteremmo allo stesso modo?”».

Mori («più ambientale che ingegnere», come ha voluto presentarsi ai ragazzi con una forte carica di simpatia e spontaneità), «facendo scorrere numeri e previsioni tutt’altro che confortanti», ha sottolineato come i prossimi sette anni saranno cruciali nel cambiare i nostri comportamenti verso il pianeta. Ha detto l’ambientalista che «cambiare rotta non è un’opzione, deve essere l’obiettivo primario di un gioco di squadra per salvaguardare il nostro futuro, puntando sulle fonti di energia rinnovabili».

Dalla climatologa Elisa Palazzi, «parole decise che hanno ricordato come l’aumento della temperatura, lo scioglimento dei ghiacci, la crisi della biodiversità, l’innalzamento del livello dei mari non siano solo indicatori teorici, ma cause dirette di eventi estremi cui tutti abbiamo recentemente assistito, come il crollo di una porzione del Ghiacciaio della Marmolada, l’alluvione nelle Marche, il Po in secca nella scorsa estate per il periodo di siccità più lungo da 200 anni a questa parte». Che fare, dunque, per evitare che non si ripeta una cronaca così allarmante? «Chiudere il rubinetto delle emissioni o almeno stringerlo in modo che la CO2 possa essere assorbita naturalmente dalla fotosintesi» è il suggerimento che propone Palazzi. E si torna così alla soluzione offerta dalle fonti rinnovabili. «Un modello di sviluppo perfettamente sostenibile, che soddisfa i bisogni del presente senza sottrarre risorse al futuro», come ha ricordato Ortolani, impegnata con Asvis a promuovere l’integrazione degli aspetti ambientali, sociali, economici e istituzionali della sostenibilità, nel raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

«La mattinata», dicono quelli di Fondazione Conad, «è volata, in una conversazione interattiva con gli studenti collegati, che hanno posto domande, sollevato quesiti e fornito stimoli. La voce dei ragazzi, da tante differenti scuole, si è fatta sentire nel cercare di comprendere le possibili soluzioni alla crisi e all’emergenza e il contributo che la tecnologia può fornire».

Ultimo a salire in questa cattedra ideale, un professore d’eccezione: Giovanni Storti, di Aldo, Giovanni e Giacomo. Molto impegnato nella riflessione sui temi ambientali che affronta nel suo profilo Instagram da 461mila follower, proponendo pillole davvero uniche e illuminanti, Storti ha raccontato la sua esperienza. «Durante il lockdown», ha detto, «ero in campagna, ho visto e respirato la meraviglia della natura e ho deciso di provare a far innamorare anche gli altri del mondo vegetale e animale, partendo dal ‘piccolo’ che sta nel ‘grande’. Perché il piccolo è a portata di mano per ciascuno di noi», ha ricordato il comico, sottolineando come sia importante cogliere la bellezza e l’importanza di ciò che ci circonda: con semplicità, entusiasmo e rispetto.

«Come Fondazione Conad», ha spiegato Alfieri che la fondazione dirige, «siamo orgogliosi di sostenere questo importante progetto dedicato a ragazzi di scuole medie e superiori di tutta Italia: crediamo che l’informazione sia fondamentale per far crescere in tutti la consapevolezza che di fronte al grande problema dell’emergenza climatica ciascuno di noi, cambiando i suoi comportamenti, può essere parte della soluzione»


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