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Infortuni sul lavoro: presto supporto psicologico per le vittime e i famigliari

Curare chi ha vissuto un tragico evento e cercare di trattare in modo adeguato i disturbi emotivi e relazionali che ne conseguono per la ripresa di una vita dignitosa: sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa discusso da Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), Cnop (Consiglio nazionale Ordine psicologi) e dalla Ministra del Lavoro, Marina Calderone. Secondo l'Inail sono 570mila i disabili con inabilità permanente da lavoro

di Sabina Pignataro

All’indomani di un infortunio sul lavoro o una malattia professionale che generano invalidità permanenti o lasciano familiari superstiti, i danni e le ripercussioni sono anche quelli che non si vedono e di cui nessuno parla, che ricadono allo stesso tempo sui familiari: sono i problemi psicologici che diventano macigni, di cui il Testo unico infortuni del 1965 non tiene conto.

Per questo l’Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), la Fondazione Anmil “Sosteniamoli subito” e il Cnop (Consiglio nazionale Ordine psicologi) si sono uniti per sensibilizzare le Istituzioni, in modo particolare la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, a dare vita a un protocollo d’intesa per l’accesso agevolato al sostegno psicologico per chi abbia subìto tragici eventi sul lavoro. L’iniziativa è stata presentata, giovedì 19 gennaio, a Roma, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato.


L’accordo, hanno spiegato i promotori, «nasce con l’intento di fornire le cure psicologiche necessarie, troppo spesso inadeguate, a chi abbia patito traumi psicologici a seguito di shock lavorativi e ha l’obiettivo di cercare di trattare in modo adeguato i disturbi emotivi e relazionali che ne conseguono per la ripresa di una vita dignitosa ‘normale ‘e felice».

I numeri

Si tratta di un servizio che, secondo gli ultimi dati Inail disponibili, al 1° gennaio 2021, si rivolge ai circa 570mila disabili con inabilità permanente da lavoro, di cui 490mila uomini e 80mila donne. Circa 300mila hanno disabilità motoria; 120mila disabilità psico-sensoriali, 30mila disabilità cardiocircolatoria e i restanti 120mila con altre disabilità.

«Quella di oggi è una giornata che segna una svolta», ha commentato David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi. «Il supporto psicologico è necessario per affrontare le conseguenze degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali che generano invalidità o lasciano familiari superstiti. Si tratta infatti di un fenomeno di grande rilevanza sociale, ma soprattutto di un dramma profondo per le vittime e per le loro famiglie che vengono travolte da eventi che troppo spesso devono fronteggiare in solitudine».

Le problematiche

Le conseguenze tipiche degli infortuni sul lavoro sul piano psicologico «vanno dagli alti livelli di ansia, depressione, al senso di colpa per l’infortunio subìto anche quando non si ha alcuna responsabilità, vergogna per la propria condizione di disabilità, senso di frustrazione nei confronti della famiglia, disturbi del sonno e altre manifestazioni del disturbo post-traumatico che peggiorano nel tempo», ha chiarito Francesco Costantino, presidente della Fondazione Anmil. «Tali sintomatologie spesso si associano alla difficoltà a ritornare nel posto di lavoro in cui è avvenuto l’incidente o a ricoprire le stesse mansioni, ostacolando il pieno rientro nella vita sociale e lavorativa ma anche alla difficoltà nel riconoscere il proprio ruolo all’interno della famiglia».

Supporto anche per i famigliari

E «se il problema degli esiti psicologici di un infortunio sul lavoro è, di fatto, molto sottovalutato – ha aggiunto Costantino- ancor più lo sono i risvolti nei superstiti, con pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana, per i figli che perdono un genitore ma ancor peggio quando sono i genitori a perdere un figlio che era andato ‘solo’ a lavorare”».


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