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Lisbona, capitale dell’Alleanza per le migrazioni

Dal 25 al 27 gennaio prossimi a Lisbona si apre un nuovo incontro di Alleanza migrazione. Previste tavole rotonde e officine per discutere su un modello di ospitalità basato su tre assi trasversali: l’accesso universale ai diritti, la partecipazione sociale e politica e la promozione di un discorso positivo sui migranti e le interculturalità. Ai tavoli anche i Piccoli Comuni del Welcome, invitati per raccontare il sistema di accoglienza e integrazione di Anci

di Gabriella Debora Giorgione

La seconda edizione di "Alleanza migrazione" si tiene quest'anno a Lisbona, la prima è stata a Parigi nel 2019. E' un incontro organizzato dalle reti francesi Organisation pour une Citoyenneté universelle (O.C.U.) e Association nationale des villes et territoires accueillants-ANVITA, che riunisce sindaci, sindache, amministratori, dirigenti, politici e società civile per sostenere le politiche accoglienza delle aree migratorie dei diritti umani fondamentali. Per l'Italia, invitata la Rete nazionale dei Piccoli Comuni del Welcome.

Nel 2019, l'Alleanza, appena costituita, aveva dato vita ad un Documento basato su due princìpi ed otto proposte: per costruire le politiche di accoglienza sono necessari spazi di concertazione e cooperazione tra tutti gli attori del territorio (migranti, associazioni, amministratori, eletti, ricercatori) e per cambiare lo sguardo sulle migrazioni bisogna concedere spazio ai migranti nella elaborazione delle politiche pubbliche. Per fare questo, l'Alleanza aveva individuato otto azioni: favorire e valorizzare le iniziative in favore di una cittadinanza “di residenza” (cittadinanza di residenza locale e cittadinanza universale); rendere visibili le pratiche di accoglienza alternative e costruire una riflessione sulla loro sostenibilità; rendere visibili e comuni le denunce di violazione dei diritti umani o di criminalizzazione degli attori della solidarietà; organizzare dei dibattiti cittadini per costruire e condividere una narrazione alternativa della migrazione; appoggiare il rifiuto della “esternazionalizzazione dei confini; non rendersi complici di questa esternazionalizzazione; portare in seno all’Alleanza la domanda di redistribuzione delle competenze e di conseguenza di mediazione tra Stato e autorità locali; contribuire alla creazione di un GIEM (gruppo internazionale esperti sulla migrazione); proporre un calendario di incontri con le reti esistenti per pensare alle migrazioni al di là della “urgenza”.

La pandemia ha successivamente impedito altri incontri in presenza e in questi tre anni si è lavorato online e su incontri ristretti ad alcuni componenti all'Alleanza. Dal 25 al 27 gennaio prossimi a Lisbona si apre un nuovo incontro di Alleanza migrazione. Previste tavole rotonde e officine per discutere su un modello di ospitalità basato su tre assi trasversali: l’accesso universale ai diritti, la partecipazione sociale e politica e la promozione di un discorso positivo sui migranti e le interculturalità

«Vogliamo un’agenda di lavoro che permetta di passare dalla teoria alla pratica, al fare che c’è davvero uno scambio di conoscenze tra tutte le persone coinvolte e così via possiamo davvero promuovere politiche che difendano i diritti dei migranti. Vogliamo grandi cambiamenti nell’approccio sulla migrazione e renderla positivo per la società civile», dice Paulo Iles, organizzatore di Aliança Migração, filosofo e attivista, alle spalle una lunga carriera internazionale migrazioni in Europa e in America Latina, che aggiunge «Il Portogallo, nel contesto dell’Unione Europea, è uno dei paesi che ha una delle politiche più avanzate e strutturate. ha il massimo Commissariato per le Migrazioni, ha un intero programma che viene implementato attraverso del Piano nazionale per l’integrazione degli immigrati, attuato dagli enti locali, dai consigli comunali e dalla società civile».

Il Portogallo infatti è stato scelto per ospitare l’incontro per la sua posizione rispetto alla questione migratoria. È stato il primo paese ad adottare un piano nazionale di attuazione del Global Compact for Migration, oltre ad avere un piano per l’integrazione di persone migranti. E Lisbona è una città che riafferma la sua interculturalità e dona forma questo impegno attraverso l’attuazione di un Piano Comunale per la Integrazione dei migranti.

Tra i partecipanti a questo incontro anche Damien Carême, europarlamentare e co-presidente di ANVITA; Jeanne Barseghian, co-presidente di ANVITA; Carol Dartora, la prima deputata federale nera del Paraná, nel Brasile; Maria Dantas, l’unica brasiliana della storia eletta deputata al Congresso del Spagna, che difende i diritti degli immigrati.

Alleanza migrazione ritiene urgente invertire la prospettiva: si deve investire di più nell’accoglienza, nei processi di integrazione e garantire percorsi di migrazione sicuri e protetti dai diritti, senza violazioni dei migranti durante tutto il viaggio.
«La migrazione è presente nella storia umana. Viviamo in cicli e flussi modificare. Credo che il risultato principale sia il riconoscimento dei diritti, non solo con parole, ma con strutture accoglienti. Il Portogallo ha compiuto molti progressi in questo senso e ci insegna una lezione, che è possibile avanzare con le strutture e anche avanzare nella lotta al razzismo e controllo dei crimini legati alla migrazione, garantendo il diritto delle persone di andare e venire», conclude Paulo Illes.

Il 27 gennaio, alle ore 15, al termine dell’incontro saranno consegnati i Passaporti di Cittadinanza Universale.


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