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Cittadinanzattiva, mai più bambini in carcere

Oggi l’organizzazione è in audizione alla Camera. Per porre fine a quella che viene definita “una barbarie” «Sia approvata con urgenza la proposta di legge Serracchiani. Un impegno comune di istituzioni e organizzazioni civiche per liberare i bambini dalla detenzione e restituire dignità alle loro vite», commenta Laura Liberto coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva

di Redazione

Nella scorsa legislatura la Camera dei Deputati aveva approvato il disegno di legge del deputato Siani, ma con il rinnovo delle Camere la proposta di legge per far uscire dal carcere i figli delle madri detenute è naufragata ed è stata ripresentata dall’onorevole Debora Serracchiani come prima firmataria e la scorsa settimana ha ottenuto in aula la deliberazione di urgenza e la possibilità di essere esaminata entro quindici giorni.
«Un’occasione imperdibile per liberare finalmente i bambini dalle carceri e restituire loro il diritto a una vita dignitosa, per quanto possibile», commenta Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva. «Per questo ringraziamo l’onorevole Serracchiani che ha deciso di riprendere l’impegno profuso negli scorsi anni dall’onorevole Paolo Siani e da tutte le organizzazioni che come noi si stanno battendo da tempo per porre fine a questa barbarie». Laura Liberto è oggi in audizione alla II Commissione Giustizia della Camera in merito alla proposta di legge C. 103 Serracchiani, recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”.

Secondo le statistiche pubblicate dal ministero della Giustizia, aggiornate al 31 dicembre scorso, sono 16 le madri e 17 i bambini che risultano ristretti negli istituti penitenziari, tra sezioni nido delle case circondariali e gli Icam (gli Istituti a custodia attenuata per detenute madri-ndr.). Si tratta di numeri estremamente variabili e che sembrano comunque riferiti a poche decine di presenze. Tuttavia – sottolinea una nota – le ridotte dimensioni del fenomeno non possono ridimensionare la gravità del problema dell’incarcerazione dell’infanzia, che rimane una contraddizione intollerabile del nostro sistema, e anzi rendono ancor più paradossale il fatto che finora non si siano trovate soluzioni definitive per superarlo.

Cittadinanzattiva – si ricorda – è impegnata da diversi anni in molteplici iniziative volte a richiamare l’attenzione delle Istituzioni su questa emergenza e sulla necessità di predisporre soluzioni di sistema e durevoli, idonee a rimuovere gli ostacoli di natura giuridica ed economica che impediscono la collocazione dei bambini in case famiglia: tra queste, era stata ottenuta – con un emendamento approvato con la Legge di Bilancio 2021 – l’istituzione di un Fondo per le Regioni, di 1,5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2021-2023, per finanziare la predisposizione di case famiglia protette finalizzate all’accoglienza di genitori detenuti con i propri figli, al di fuori delle strutture carcerarie. Ciò nella convinzione che la tutela della salute psicofisica dei più piccoli debba prevalere su ogni altra ragione o interesse pubblico e debba costituire il principale, se non l’unico, criterio guida per la costruzione di misure dedicate.

«È di qualche giorno fa anche la notizia di una donna detenuta nel carcere di San Vittore, incinta ma senza la possibilità di essere visitata da un ginecologo perché nessuna figura di questo tipo è presente nell’istituto di pena. Un ulteriore tassello di un quadro che priva le donne e i loro bambini di un’adeguata assistenza sanitaria dentro le mura del carcere. Un paradosso che non possiamo più accettare. Ci auguriamo che la nuova proposta di legge venga approvata con la rapidità e l’unanimità che è dovuta ai diritti dell’infanzia in un Paese civile», conclude Liberto.

In apertura photo by Rajesh Rajput on Unsplash


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