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Bianchi: «Tutela dell’ambiente e Reddito di cittadinanza regionale nel Lazio»

Dialogo con la candidata del Movimento 5 Stelle: «Ritengo occorrano interventi e strategie strutturali e non più tamponi per fermare l’erosione delle coste e per tutelare l’ambiente del Lazio». Bianchi si è sempre detta contraria all’inceneritore. A pochi giorni dal voto che rinnoverà la Giunta e il Consiglio regionale del Lazio, Donatella Bianchi, candidata per il Movimento 5 Stelle per la presidenza, intende «fermare la politica dei tagli alla sanità e promuovere la creazione di un Reddito di cittadinanza regionale»

di Luca Cereda

Donatella Bianchi è giornalista e scrittrice. È stata presidente del Wwf Italia dal 2014 al 2022, e presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre in Liguria. Volto Rai, per anni ha condotto la trasmissione "Linea blu", occupandosi di tematiche legate all'ambiente, al mare e alla difesa delle risorse dei territori. Scende in campo in Lazio come candidata del Movimento 5 Stelle.

La Sanità è stato un dossier scottante per molti presidenti del Lazio, anche prima della pandemia. Che situazione si aspetta di trovare?

Ci ricordiamo tutti in piena pandemia degli infermieri, degli operatori sanitari e dei medici che passavano giorno e notte in quelle corsie a salvare vite. Ora ce li siamo nuovamente dimenticati. Paghe inadeguate, nessuna stabilizzazione e condizioni indegne che non consentono di potersi costruire una vita. Noi quello che dobbiamo fare lo sappiamo perfettamente. Nel Lazio mancano 10mila medici, ma dobbiamo anche stabilizzare i precari che aspettano contratti regolari e a norma.

Quale sarebbe quindi la sua priorità in materia?

La pandemia ha creato grande disagio soprattutto tra i giovani, per questi vogliamo istituire lo psicologo di base e vogliamo scorrere le graduatorie con gli idonei vincitori. Siamo stanchi di una sanità in cui il pubblico è suddito del privato, vogliamo che siano complementari, naturalmente con preminenza del pubblico rispetto al privato convenzionato. Dobbiamo fermare la migrazione sanitaria, investendo sulla medicina territoriale e sulle cure domiciliari per i nostri anziani.

Tra le sue priorità a che punto sta la creazione di una società inclusiva per le varie forme di fragilità, da quelle fisiche a quelle sociali?

Per noi sono temi centrali. La lotta alle diseguaglianze sociali, una società inclusiva per tutte e tutti, una Regione accessibile per tutte le persone. In queste settimane ho girato il territorio e la parola dignità è stata una di quelle che ho sentito più spesso.

Il tema di una società inclusiva è il campo d’intervento del Terzo settore, dal volontario alle cooperstive sociali. Lei, da presidente, come intende lavorare con loro?

Mentre la destra ha deciso di fare la guerra ai poveri, noi faremo il Reddito di cittadinanza regionale (Rdc). È la nostra risposta all’iniziativa folle del governo Meloni di togliere l’unica forma di sostegno che sta dando una risposta a milioni di persone in difficoltà. Nella nostra Regione ci sono 350mila percettori che tra pochi mesi si troveranno senza un centesimo. Il governo da settimane parla di fantomatiche soluzioni alternative al Rdc che ad oggi nessuno ha ancora visto perché la ministra Calderone e la premier Meloni non ne hanno ancora discusso. È assurdo come si possa levare uno strumento indispensabile per famiglie e cittadini, senza neanche aver pensato ad una soluzione alternativa che continui a garantire a queste persone la sopravvivenza.

Per una società più giusta, il tema della mobilità pubblica e accessibile nei costi, è non secondario secondo lei?

Ho aderito alla campagna dei pendolari #soffriconnoi prendendo la linea che da Viterbo porta a Roma. Su quei treni non esistono pedane per disabili, non sono utilizzabili per chi ha una forma di disabilità. Bisogna ripartire da qui. Da quegli aspetti che sembrano banali, ma non lo sono, perché riguardano la vita di migliaia di persone.

Il mondo del Terzo settore impegna risorse e professionalità nella presa in carico dei minori: teme che anche nel Lazio si replichi la legge “allontanamento zero” già adottata in Piemonte, rendendo di fatto impossibile l’affido di minori in difficoltà, visto che a novembre una consigliera FdI, De Vito, che viene dal M5s, ha presentato una proposta analoga? Che cosa farà se sarà eletta?

Con me alla presidenza il Lazio si costituirà parte civile in tutti i processi in difesa delle donne vittime di femminicidio e in difesa dei minori che hanno subito violenza. Questa legge esiste dal 2014 e nessuno l’ha mai applicata. Sul tema degli affidi il nostro programma è molto articolato: vogliamo creare un protocollo di intesa con i Comuni e il Tribunale per i minorenni per far nascere un registro unico delle famiglie affidatarie e vogliamo creare sportelli di informazione e supporto per le famiglie affidatarie offrendo tutta l’assistenza possibile.

Sul tema ambientale, la sua esperienza passata in che direzione la porterebbe a lavorare?

Dobbiamo andare verso la transizione ecologica. La destra al governo sta dimostrando di non considerarla strategica, nascondendo la testa sotto la sabbia quando parliamo di cambiamenti climatici e salvaguardia ambientale. Noi invece abbiamo il tema ambientale al centro della nostra agenda e non faremo un passo indietro su temi che per noi hanno un valore assoluto.

Cosa intende fare sul fronte della tutela dell'ambiente naturale e come stimolare sul tutela e la valorizzazione dei parchi e delle aree protette?

Nei 18 mesi di governo, è stato il M5S ad approvare 14 nuovi monumenti naturali e 8 piani di assetto dei parchi. Nel nostro programma prevediamo un piano straordinario per il monitoraggio e la riqualificazione del fiume Tevere, tema che mi sta molto a cuore. Sulla tutela e la valorizzazione dei parchi serve una riforma della legge sulle aree protette che parametri i parchi regionali a quelli nazionali. L’obiettivo è raggiungere un’efficacia di gestione che permetta di raggiungere gli obiettivi della strategia della biodiversità, ovvero arrivare al 30% di territorio protetto entro il 2030.


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