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Rendicontazione sociale, strumento di crescita per il Terzo settore

Presentata la seconda edizione della ricerca qualitativa di Milano School of Management - Misom e VITA sui bilanci sociali degli enti del Terzo settore. Occasione per approfondire quanto le indicazioni del decreto del 4 luglio 2019 che ha licenziato le linee guida per la redazione dei report sociali stia entrando nella prassi delle organizzazioni e aiuti a migliorarle

di Antonietta Nembri

Sono sempre di più gli enti che nel 2022 hanno pubblicato il Bilancio sociale (57,5%), mentre gli Ets che da più anni presentano la rendicontazione sociale delle proprie attività sono anche quelli con le percentuali più alte per esempio nell'applicazione della misurazione degli impatti sociali (45,8% contro il 37,9% generale) . A dirlo la ricerca realizzata dalla Milano School of Management – Misom dell'Università degli Studi di Milano e VITA, giunta alla sua seconda edizione. I dati preliminari dell'indagine sono stati presentati nel corso dell'incontro “La rendicontazione sociale degli enti del Terzo settore” che si è tenuta questa mattina, 8 febbraio, nella sede della Fondazione UniMi. Ad aprire il lavori i saluti di Daniela Vandone, direttrice di Misom il presidente di VITA, Giuseppe Ambrosio.
A illustrare i primi dati il ricercatore Stefano Romito che ha voluto sottolineare come quella di quest’anno sia la seconda puntata di una ricerca il cui primo atto è stato presentato nel febbraio del 2020. Si trattava allora di un’indagine esplorativa preliminare sui bilanci sociali dei primi 100 Ets per volume di raccolta del 5 per mille a poco meno di un anno dal decreto del 4 luglio 2019 che indicava le Linee guida per la redazione dei bilanci sociali.
«Il Covid ha poi bloccato tutto, ma questa interruzione ci ha permesso di raccogliere più dati», ha aggiunto Romito nel sottolineare come il tempo trascorso permetta oggi di poter osservare su 48 enti – gli experienced reporter l’andamento dei bilanci sociali in un quadriennio e di valutare allo stesso tempo l’effetto dell’entrata in vigore del decreto nel totale dei 113 enti analizzati. Il confronto tra gli experienced reporter e tutti gli altri Ets campione dimostra trend di crescita e di performance percentualmente migliori per i primi.

L’attenzione di Clodia Vurro, coordinatrice dell’Area sostenibilità e Terzo settore della Misom e curatrice della ricerca (nella foto), si è incentrata sull’essere il bilancio sociale un percorso virtuoso. «Si è potuto osservare in molti casi come si stia passando da una mera attenzione alla conformità del bilancio sociale alle richieste della norma al comprendere come la rendicontazione sia un vero e proprio processo di gestione, un’opportunità» ha sottolineato Vurro, «per innescare un percorso di consapevolezza da parte dell’ente del proprio ruolo e della propria capacità di gestire le risorse». Il bilancio sociale in quest’ottica di rendicontazione diviene in pratica uno strumento trasversale per definire gli obiettivi e relazionare i risultati, ma anche per comunicare la propria azione agli stakeholder interni ed esterni.
Dai primi dati della ricerca del resto emerge come gli enti che si sono dotati di un sistema di gestione – come i vari Iso – (al momento meno del 30% del campione analizzato con punti percentuali superiori per il experienced reporter) abbiano risultati più performanti nelle diverse aree del bilancio sociale: dalla descrizione di obiettivi e attività ai diversi aspetti relativi a dipendenti e volontari. Vurro ha poi concluso il suo intervento sottolineando l’importanza dell’aspetto partecipativo della realizzazione del bilancio sociale negli enti del Terzo settore.

Alla tavola rotonda coordinata dal direttore di VITA, Stefano Arduini hanno poi preso la parola Alessandro Lombardi, Dg del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il presidente di Lega del Filo d’Oro, Rossano Bartoli, la responsabile affari legali e gestione successioni di Vidas, Paola Costantini e Marco Ratti, della Direzione Impact di Intesa Sanpaolo.
Lombardi nel ripercorrere le tappe che hanno portato al decreto sulle Linee guida della Rendicontazione ideato all’interno della legge di Riforma del Terzo settore ha voluto sottolineare come si tratti di uno strumento «consultabile da tutti i cittadini» e frutto «di un processo di partecipazione tra amministrazione ed Ets». Ha voluto altresì sgombrare il campo da alcuni pregiudizi: dal considerarlo un ulteriore onere per gli enti o un puro adempimento formale. «È un modo altro per dare l’immagine di sé consentendo una migliore interfaccia non solo verso i beneficiari, come pure un rafforzamento del legame fiduciario con la società». La pubblicazione del bilancio sociale implica, ha concluso Lombardi «un processo culturale verso la crescita della accountability».

Rossano Bartoli che ha ricordato il primo report sociale della Lega del Filo d’Oro del 2003, «ci sembrava naturale nel momento in cui ci stavamo affermando a livello nazionale raccontare quello che si faceva», ha rimarcato come quello per la redazione del bilancio sociale è «un lavoro di squadra utile anche a riflettere all’interno e aiuta a crescere e ci ha portato anche a misurare i risultati». Bartoli ha rimarcato anche come il lavoro con i diversi stakeholder sia fondamentale. Il presidente della Lega del Filo d’Oro ha poi concluso sottolineando come il percorso che porta alla rendicontazione non sia «un mero adempimento burocratico, ma un iter che sviluppa il Terzo settore».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paola Costantini che ha da parte sua sottolineato da un lato la difficoltà della redazione (il primo Bilancio sociale Vidas è del 2020) dal momento che «ogni area dell’organizzazione utilizza parametri diversi», e dall’altro come occasione «di formazione».

Ultimo a prendere la parola Marco Ratti che ha puntato l’attenzione sul fatto che si parla sempre molto di impatto, ma «lo si fa per i singoli progetti non a livello di organizzazione». Inoltre ha ricordato come oggi accanto alla valutazione dell’impatto va valutata anche la performance sociale la «purpose», ha aggiunto concludendo come dal suo osservatorio siano ancora molto pochi gli enti che calcolano lo Sroi.
La mattinata si è conclusa con l'appuntamento al 2024 per la terza edizione della Ricerca sulla Rendicontazione sociale degli Enti del Terzo settore.

Ai risultati della ricerca saranno dedicate due pagine sul prossimo numero di Vita magazine.
Per richiedere un estratto della presentazione dei risultati scrivere a: eventi@vita.it

In apertura un momento dell'incontro


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