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Terremoto, Prociv-Arci fa da hub a Roma

Arvalia, l'organizzazione di protezione civile di Prociv Arci nella Capitale, ha iniziato a raccogliere generi di aiuto in accordo col coordinamento nazionale. Mobilitate anche le associazioni con cui fa solitamente rete. Come Associazione Salvamamme Salvabebè, che sta pianificando le prime spedizioni in loco. Parlano i volontari

di Ilaria Dioguardi

«Questo terremoto ci ha coinvolto in modo particolare, sia per la vastità sia per l’intensità pazzesca. Da subito abbiamo capito che ci sarebbe stato bisogno di tanto aiuto sotto tutti i punti di vista». È il commento di Luciano Trauzzola, presidente protezione civile Arvalia – Prociv Arci di Roma.

«Appena si è messa in moto la macchina della solidarietà da parte del coordinamento nazionale Prociv Arci, ci è arrivata l’indicazione di specifici materiali richiesti dall’ambasciata turca. Non vogliamo raccogliere prodotti che le persone, con spontaneità, vengono a donare. Dopo il terremoto di Amatrice nel 2016 molte persone, anche sciacquandosi la coscienza, hanno svuotato le cantine e portato materiale non riutilizzabile, abbiamo buttato tanta roba. Sono necessari: alimenti a lunga conservazione, sacchi a pelo, thermos, coperte, biancheria intima, alimenti e pannolini per bambini, materiale per igiene personale e assorbenti, medicinali da banco».

I prodotti si possono portare a Roma, nella sede di protezione civile Arvalia – Prociv Arci, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 17, nella sede di Via Greve 63. «Abbiamo iniziato la raccolta da lunedì 13 febbraio, dopo un timido inizio ora c’è un via vai continuo di donatori», continua Trauzzola. «Le persone si sono sentite subito coinvolte nella tragedia che ha colpito i popoli siriano e turco. Noi istituzionalmente non raccogliamo soldi, ma solo materiale indispensabile per queste persone, che si trovano nei campi che vengono creati in continuazione. Purtroppo il numero dei morti sale di ora in ora, ogni giorno che passa comprendiamo che ci sarà sempre più bisogno dell’aiuto di tutti».

La prossima settimana partirà un furgone dell’associazione pieno di prodotti con un volontario, un autista e una persona che conosce la lingua. «Mi hanno riferito delle scene agghiaccianti viste in quei territori, solo a sentirle ti fanno apprezzare molto di più la vita in ogni istante. Quello che vediamo in televisione è più che eloquente», afferma Trauzzola. «Molta gente dimentica che ci sia anche la Siria, non solo la Turchia. Nella tragedia non si può fare discriminazione, noi aiutiamo tutti, siamo sempre dalla parte di chi ha bisogno ed è fragile, di qualunque colore, di qualunque religione». Le raccolte sono possibili grazie all’enorme aiuto dei tanti volontari. «I ragazzi che collaborano con la nostra associazione mi commuovono, non riesco a trovare le parole per spiegare con quale passione, amore, dedizione al sacrificio raccolgono, smistano, preparano per fare in modo che la roba arrivi divisa e sistemata», spiega il presidente. «A volte sono in sede dalla mattina alla sera senza neanche mangiare. Il popolo italiano, quando c’è bisogno, si rimbocca le maniche e dà una mano. Dobbiamo aiutarci l’uno con l’altro: tutti abbiamo bisogno delle altre persone, nel bene e nel male».

Luciano Trauzzola fa volontariato in protezione civile da 38 anni, ha aiutato durante molti terremoti e inondazioni.

«Mi sono rimasti impressi i sorrisi e i grazie con gli occhi, mi commuovo ancora a pensarci. Ti danno la forza e la voglia di continuare e di dirti “sono sulla strada giusta, non sto sbagliando”. Finché sono vivo darò il mio contributo, quando non potrò più l’importante è aver trasmesso amore e passione ai giovani. I bravi ragazzi che fanno volontariato e hanno un cuore grande sono tanti. In protezione civile operiamo a 360 gradi, dove c’è bisogno noi ci siamo, questo è il motto dell’associazione. La nostra Amatrice è ancora rasa al suolo e parliamo di una piccola località. Qui si sono rasi al suolo due Paesi, bisognerà ricostruire tutto, dalle fondamenta e non vivevano nel benessere, ci sono milioni di persone che soffrono la fame», continua Trauzzola. «Servirà tutto e purtroppo quello che accade in tutte le grandi tragedie è che la vita, dopo qualche mese, fa dimenticare la gente che ancora soffre. Ma ci sono tanti volontari e donatori che non se lo scordano. Anche per la guerra in Ucraina è lo stesso, ci si abitua a tutto. Tra pochi giorni se ne parlerà di più perché è un anno di guerra, poi si ricomincerà a parlarne sempre meno», prosegue.

«Una prerogativa della nostra associazione è che vogliamo portare il materiale direttamente sul posto, non vogliamo che vadano a finire nel calderone degli aiuti dove c’è sempre qualche sciacallo che si approfitta della situazione. Vogliamo dare direttamente alle persone quello di cui hanno bisogno, ma sarà molto difficile poterlo fare in Siria, ci sono grossi problemi per far entrare il materiale».

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Nel Lazio l’associazione si sta muovendo autonomamente, mentre la Prociv Arci nazionale sta raccogliendo il materiale in un grande magazzino in Toscana. Ogni associazione vicina ad Arvalia – Prociv Arci ha iniziato a raccogliere i prodotti, tra queste l’associazione Salvamamme Salvabebè. «Abbiamo iniziato lunedì scorso con la raccolta dei materiali richiesti dall’ambasciata turca, già molte aziende si sono attivate. Ne faremo partire una parte attraverso la protezione civile e un’altra con l’associazione Rumeni in Italia, che è nostra partner con i paesi dell’Est». A parlare è Gabriella Salvatore, sociologa criminologa, referente della gestione delle crisi di Salvamamme Salvabebè.

L’associazione ha sede a Roma in via Giacomo Raffaelli, si possono portare i prodotti dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 17. «Ci vogliono tre giorni di viaggio, entro fine mese porteremo tutto il materiale raccolto. Cercheremo di arrivare ai confini, vedremo fin dove riusciremo a spingerci. I miei nonni sono morti nel terremoto dell’Irpinia del 1980, quando si tratta di terremoti mi commuovo non poco», confida Salvatore. «Capisco cosa vuol dire, anche se ero piccola, aver vissuto un trauma del genere. Le persone stanno rispondendo bene alla richiesta di aiuti. Dobbiamo già pensare al futuro: arriveranno tantissimi di questi terremotati anche in Italia. Queste persone hanno visto traballare, sia in senso reale sia in senso ideale, la terra sotto i piedi. Dobbiamo stare loro vicino in tutti i modi. Questo è un deja vu terribile per noi. Poco meno di un anno fa iniziavamo ad organizzare la raccolta per la guerra in Ucraina, ora siamo operative per la Turchia e la Siria. Stiamo sempre aiutando il popolo ucraino tramite le spedizioni di aiuti e a supporto delle famiglie ucraine che sono arrivate qui: forniamo cibo, vestiario e altro a 1.700 nuclei familiari ucraini».


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