Politica & Istituzioni

Schlein e Bonaccini, quanto sociale nel gazebo?

Mettiamo a confronto i programmi dei due esponenti del Pd, focalizzando l'attenzione sui temi del non profit. Domenica 26 febbraio si sceglierà il nuovo numero uno del Nazareno

di Luigi Alfonso

Due candidati a confronto nella volata finale delle primarie del Partito Democratico che domenica 26 febbraio, attraverso il voto da esprimere nei gazebo Dem, condurrà all’elezione del nuovo segretario nazionale. Dai programmi di Elly Schlein (gli ultimi rilevamenti indicavano per lei una percentuale di consenso prossima al 34%) e Stefano Bonaccini (54%) estrapoliamo alcuni passaggi riguardanti gli ambiti del sociale e dell’ambiente.

Elly Schlein

Diritti. «Dobbiamo ridurre le diseguaglianze per contrastare ogni forma di discriminazione, accompagnando la conversione ecologica e digitale senza lasciare indietro nessuno. È indispensabile redistribuire le ricchezze, il sapere, il potere e il tempo, ma anche una progressività fiscale per garantire tutti con un nuovo contratto sociale. Infine, mostriamo più coraggio sui diritti Lgbtqia+».

Istruzione. «Investire nell’istruzione pubblica come primo, grande strumento di emancipazione sociale. È necessario coinvolgere la società e le famiglie, il mondo della scuola e della formazione, le amministrazioni e le parti sociali, il Terzo settore e gli esperti, in una grande discussione a livello nazionale che intrecci i saperi per creare comunità educanti sui territori che coprogettino la scuola del futuro. Portiamo l’obbligo formativo a 18 anni. Serve un grande investimento sui nidi, ma allo stesso tempo bisogna destinare più risorse sull’istruzione per allinearsi alla media europea, restituendo dignità al ruolo sociale di chi insegna e rafforzando le retribuzioni e la formazione di insegnanti e personale educativo. Non solo: occorre innovare la qualità didattica e le esperienze di scuola all’aperto, ridurre il numero di bambini e bambine nelle classi e ampliare l’offerta formativa a tempo pieno, a partire dai territori in cui è meno diffusa, garantire la presenza di insegnanti e personale educativo di sostegno. E poi, superare il precariato nel campo della ricerca, aumentando le tutele economiche e contrattuali di chi intraprende la strada per la docenza universitaria, ma anche investire in edilizia universitaria. Infine, riservare grande attenzione alle condizioni di salute fisica e mentale degli studenti, garantendo servizi di cura, accompagnamento e supporto».

Sport. «Sono indispensabili interazioni con le politiche pubbliche della salute, della scuola, per arrivare a un ecosistema di sostegno strutturale del mondo sportivo e con politiche ambientali che ridisegnino il paesaggio come luogo attrattivo per la cultura del movimento».

Immigrazione. «Cambiare le politiche migratorie e dell’accoglienza italiane ed europee, opponendosi alla politica disumana e illegale di chiusura dei porti, ai blocchi navali e agli accordi con paesi terzi come la Libia. Ci opporremo alle riammissioni e ai respingimenti al confine con la Slovenia e lungo la rotta balcanica. Abbiamo necessità di una riforma del regolamento di Dublino per garantire equa condivisione delle responsabilità sull’accoglienza tra tutti i Paesi europei, valorizzando i legami significativi dei richiedenti asilo. È indispensabile promuovere il modello di accoglienza diffusa, l’unico in grado di garantire piccole soluzioni abitative diffuse nei territori con servizi di inserimento sociale, a patto che ci sia maggiore trasparenza sui fondi: Per riuscirci, dobbiamo abolire la pessima legge Bossi-Fini e introdurre una nuova legge sull’immigrazione».

Stefano Bonaccini

Ambiente. «I tempi sono maturi per una legge nazionale per la protezione del clima, che vada di pari passo con un grande piano nazionale di riforestazione. Dobbiamo accelerare la via verso le rinnovabili con un Piano nazionale di investimenti. Pensiamo a sistemi premiali per le imprese che riducono emissioni anche attraverso la creazione di un mercato di crediti per servizi ecosostenibili. È necessario passare dal consumo alla rigenerazione del suolo, con una legge quadro nazionale che sancisca in tutta Italia il principio di consumo a saldo zero e promuova la rigenerazione urbana come volano trasformativo delle costruzioni. È ormai indispensabile la mappatura capillare delle potenziali criticità legate al dissesto idrogeologico. Vogliamo incentivare la transizione verso l’economia circolare e prevenire o comunque contrastare la siccità attraverso un grande piano delle acque, con la cura e l’efficienza dei sistemi e degli impianti, e la realizzazione di invasi piccoli e diffusi. Desideriamo potenziare le infrastrutture della mobilità sostenibile».

Terzo settore. «Il nuovo Stato sociale è impensabile senza il protagonismo del Terzo settore, elemento chiave per la coesione sociale del Paese: non solo nelle fasi di emergenza ma nella miriade di servizi che associazioni, cooperative, enti di volontariato svolgono ogni giorno. Il Terzo settore produce il 5% del Pil italiano e occupa oltre un milione di persone, con servizi sempre più specifici, innovativi e professionali: non può essere trattato come un fornitore di mano d’opera a basso costo. Prima ancora di allargare la rete dei nostri servizi di welfare, valorizzando il ruolo del Terzo settore in ogni intervento legislativo, dobbiamo offrire un nuovo patto agli operatori del settore, un nuovo contratto nazionale di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori del Terzo settore che non rientrano in quello delle cooperative sociali, e un adeguamento di quest’ultimo per aumentare di almeno il 30% le retribuzioni attualmente previste per le figure specializzate. Serve un intervento legislativo opportunamente finanziato che preveda che il costo della manodopera non possa essere oggetto di ribasso, né inferiore al livello retributivo di riferimento per i dipendenti pubblici che svolgono lo stesso servizio o servizi analoghi».

Istruzione. «Più risorse per migliorare l’offerta formativa, ma è pure necessario ridurre il numero degli alunni per classe; scongiurare la chiusura delle scuole nelle aree interne e montane; prossimità dei servizi e accessibilità per famiglie e bambini, per contrastare la dispersione scolastica; potenziamento del tempo pieno, affinché diventi un diritto per tutti; risorse adeguate per i servizi educativi da 0 a 6 anni; co-progettazione sui territori per una comunità educante; portare l’obbligo scolastico sino ai 18 anni; valorizzare le scuole tecniche, professionali e la formazione, potenziando l’orientamento, rompendo le barriere culturali e gli stereotipi di genere che impediscono alle ragazze di scegliere in modo paritario le aree Stem; assicurare il diritto allo studio a tutti, sino all’università. Occorrono scuole sicure, moderne e accoglienti, e dobbiamo valorizzare gli insegnanti e il personale scolastico».

Sport. «Abbiamo un’idea di sport per tutte le classi e in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Per riuscirci, occorre dare sostegno strutturale all’impiantistica sportiva dei Comuni, con una particolare attenzione alle aree interne e montane come a quelle rurali e periferiche. Dobbiamo dare sostegno ai valori dello sport contro ogni discriminazione e quale ambito di inclusione e integrazione. E poi sostegno al diritto allo sport per le famiglie, in particolare per quelle numerose o con redditi medio bassi e bassi. È indispensabile una politica industriale per lo sport, che riconosca e valorizzi il valore aggiunto del settore e la capacità moltiplicativa dei grandi eventi anche in chiave promozionale e turistica».

Diritti. «Intanto è ormai inderogabile la tutela dei diritti delle donne, ancora oggi ostaggio di dinamiche discriminatorie in qualunque ambito. Dobbiamo aumentare l’impegno nel contrasto della violenza di genere. Per quanto riguarda i diritti Lgbtqi+, con una legge per la prevenzione e il contrasto della discriminazione della violenza basate sul sesso, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Vogliamo istituire il matrimonio egualitario, riformare il sistema delle adozioni superando ogni discriminazione, garantire i diritti delle persone con disabilità, lo Ius soli e lo Ius scholae. Difendiamo i diritti di migranti e richiedenti asilo: per questo bisogna pianificare flussi regolari ed efficaci politiche di integrazione, ma anche garantire lo sviluppo del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) diffuso sul territorio e collegato al mondo delle associazioni di categoria, dell’associazionismo, delle imprese e del volontariato».

Nel suo editoriale di oggi sul Corriere della Sera, il giornalista Gian Antonio Stella scrive: «E poi vorrei dire che ci vuole una legge sullo Ius soli perché chi nasce e cresce in Italia è italiana o italiano». «D’accordo ovviamente sullo Ius soli…». Totale: 8 secondi e una manciata di centesimi. Ma scusate: è mai possibile che nel primo e unico confronto televisivo su SkyTg24 tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini un tema centrale come il sacrosanto diritto alla cittadinanza, con tutto il suo carico di divisioni, polemiche, razzismo, ostilità, tormentoni, odio e lacrime e sparate propagandistiche occupi lo spazio del volo di un aeroplanino di carta? E quando hanno intenzione di parlarne ai loro elettori, i due candidati alla guida del Partito Democratico?


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