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La rinascita di Rione Sanità diventa un esempio oltre i confini di Napoli

Un progetto di educazione alla cittadinanza attiva promosso dalla cooperativa La Paranza e Save the Children. Il laboratorio itinerante, rivolto a giovani tra i 13 e i 17 anni, “Ricomincio da me”, parte dall'idea che la storia del cambiamento del Rione Sanità possa essere da esempio oltre i confini di Napoli

di Redazione

Un progetto di educazione alla cittadinanza attiva promosso da Coop “La Paranza” e “Save the Children – Italia”. Con il contributo del Ministero delle Politiche Giovanili e con il patrocinio di Rai Per il sociale. "Ricomincio da me” è un laboratorio itinerante rivolto a giovani tra i 13 e i 17 anni per orientare i partecipanti alla cittadinanza attiva e alla legalità. Ogni evento parte dalla proiezione del documentario “La Paranza della Bellezza” che racconta la storia di riscatto dei giovani del Rione Sanità di Napoli, dove, tra l’altro, è presente uno dei Punti Luce di Save the Children. Il dibattito, guidato e moderato dal regista Luca Rosini e da alcuni rappresentanti della Cooperativa “La Paranza”, protagonisti del film, è il punto di partenza per stimolare una riflessione su ciò che ai partecipanti non va bene nel mondo e su come pensano possa cambiare. Si stimolano alcune riflessioni sulla violenza delle mafie, l’ingiustizia, il valore sociale dell’arte e della cultura, il ruolo dei singoli e delle associazioni nel riscatto possibile, il superamento degli stereotipi. Nella seconda parte dell’incontro, i partecipanti vengono coinvolti in un laboratorio espressivo teatrale che libera le emozioni e unisce i membri del gruppo creando uno scambio profondo tra educatori e ragazzi.

“Ricomincio da me” parte da un’idea: che la storia del cambiamento del Rione Sanità possa essere da esempio oltre i confini di Napoli. Che possa ispirare pratiche di cittadinanza attiva in contesti italiani tra loro molto diversi, ma accomunati tutti dalla condizione di perifericità. Si tratta di quei luoghi “ai margini” in cui l’apparente mancanza di alternative aumenta la probabilità che i giovani possano sbagliare o perdersi in azioni criminose. Tutti quei luoghi (periferie, piccoli centri isolati, nuovi e vecchi “ghetti”) in cui si assiste già da anni ad un progressivo impoverimento della vita sociale e culturale, penalizzati per la minore dotazione di servizi, per l’assenza di reti di comunicazione e di infrastrutture civiche, che subiscono spesso l’abbandono delle istituzioni. Per questo è fondamentale rompere l’isolamento, mostrare che ci sono territori che ce l’hanno fatta, per motivare i giovani cittadini al cambiamento e all’assunzione di pratiche virtuose che li responsabilizzino in prima persona.

«Il Rione Sanità è oggi uno dei migliori esempi di riscossa sociale che ci sia in Italia», dice Luca Rosini, giornalista Rai e regista de La Paranza della bellezza. «Nel film, prodotto da Rai Due, racconto la sua storia. Ci sono voluti un grande lavoro sul territorio, gli sforzi di decine di educatori, l’impegno delle migliori energie giovanili, ma alla fine sono emerse esperienze di rigenerazione sociale forti e durature che hanno portato fatti concreti: l’apertura di beni archeologici abbandonati, la creazione di posti di lavoro nel turismo, la nascita di gruppi teatrali e orchestre giovanili. Tutto questo lavoro è un esempio positivo che può aiutare altri territori difficili a mettere in moto il cambiamento».

«Tutto parte dalla presa di coscienza della propria identità, dalla riscoperta del bello, dalla voglia di migliorare», spiega Enzo Porzio, uno dei fondatori della coop La Paranza, «ma nulla sarebbe stato possibile senza la volontà di costruire opportunità per quelli che vengono considerati gli “ultimi”: i bambini e gli adolescenti che abbandonano la scuola e vengono attratti dalla criminalità».

«Questo progetto è molto importante per i ragazzi che incontriamo e per me», aggiunge Giuseppe D’Ambrosio, responsabile del laboratorio teatrale, «ci permette di confrontarci oltrepassando la linea della diversità sociale e cittadina ma soprattutto ci permette di tornare nella realtà, oggi che il mondo vive e parla solo attraverso i social. E tutto questo lo fa tramite l’arte teatrale!ı».

«Come responsabile dei servizi educativi delle Catacombe di Napoli», afferma Fabrizio Monsellato, «credo che questo progetto itinerante sia uno strumento fondamentale non solo per far conoscere il nostro territorio e le azioni svolte negli anni, in parte documentate da Luca nel suo doc, ma soprattutto perché questa serie di incontri con i ragazzi di diverse periferie italiane attiva un processo che mi piacerebbe definire come “didattica da rider” per le nuove generazioni. Mi riferisco non ad una didattica cristallizzata e radicata ma fluida e universale».

La Cooperativa “La Paranza” è attiva da oltre 10 anni nella gestione del patrimonio archeologico delle Catacombe di Napoli. La sua storia inizia proprio dalla possibilità, offerta ad alcuni ragazzi del Rione Sanità, di uscire dall'isolamento logistico in cui il quartiere era sospeso. Il viaggio divenne un’occasione formativa per scoprire realtà diverse dal proprio microcosmo. Il progetto “Ricomincio da me” offre l’occasione, ancora una volta, di viaggiare, ma questa volta per raccontare ad altri giovani l’esperienza di resistenza e perseveranza su cui è stato possibile costruire la rinascita del Rione Sanità. Il prossimo incontrò sarà il 10 marzo con i giovani del Punto Luce di Save the Children a Brindisi.