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50 anni di Aido: mezzo migliaio i volontari e soci in piazza San Pietro

«Sentire che Papa Francesco si rivolgeva a noi con un messaggio così diretto e profondo - ha sottolineato la presidente nazionale Flavia Petrin - è stato qualcosa di unico. Idealmente vogliamo ricordare tutti i donatori che, lasciando la vita terrena, hanno contribuito a ridare la vita a un numero cospicuo di malati. Ricordiamo tutti i loro familiari. E ovviamente i trapiantati che hanno potuto trovare la possibilità di cura»

di Redazione

Festa grande, a Roma, per i 50 anni di fondazione di Aido, Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, nel giorno esatto dell’anniversario celebrato con due momenti particolarmente intensi: dapprima, a mezzogiorno, la partecipazione all’Angelus recitato da Papa Francesco nella prima domenica di Quaresima, affacciato alla finestra del Palazzo apostolico; quindi l’incontro conviviale al centro congressi Roma Eventi in piazza di Spagna. Per l’occasione sono giunti oltre mezzo migliaio di aidini da tutta Italia.

Quando il Papa ha salutato Aido, un’emozione fortissima ha attraversato quanti erano presenti in piazza San Pietro, nella Città del Vaticano, nel giorno del 50esimo anniversario della fondazione dell’associazione, nata il 26 febbraio1973 a Bergamo per iniziativa dell’informatore farmaceutico originario del Friuli Venezia Giulia Giorgio Brumat. Così ha parlato Papa Francesco: «Accolgo l’associazione Aido che celebra il cinquantesimo di fondazione. Vi ringrazio per il vostro impegno di solidarietà sociale e vi esorto a continuare a promuovere la vita attraverso la donazione degli organi».

Volontari e soci hanno composto una grande “macchia rossa”, vestiti con pettorina e cappellino, un bel colpo d’occhio dietro lo striscione in cui campeggiava la scritta: “Cinquant’anni di Sì alla vita”, con il logo realizzato proprio per il 50esimo.

«Sentire che Papa Francesco si rivolgeva a noi con un messaggio così diretto e profondo – ha sottolineato la presidente nazionale Flavia Petrin – è stato qualcosa di unico. Lo ringraziamo di cuore, commossi. Una bella consolazione per il lavoro fatto da centinaia di migliaia di persone in questi 50 anni, a vario titolo. Idealmente vogliamo ricordare tutti i donatori che, lasciando la vita terrena, hanno contribuito a ridare la vita a un numero cospicuo di malati. Ricordiamo tutti i loro familiari. E ovviamente i trapiantati che hanno potuto trovare la possibilità di cura. Tantissimo è stato fatto in questo mezzo secolo di attività e tantissimo resta da fare. Aido è una storia bellissima che continuerà con ancora più impegno».