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Sui social? «Solo a 16 anni e con Spid», dice la Garante Infanzia

È quanto chiede la Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza Carla Garlatti, commentando le notizie che arrivano dalla Francia: là si sta discutendo di alzare a 15 anni l'età minima per accedere ai social

di Redazione

L’Italia dovrebbe imitare la Francia, che discuterà a breve una proposta per innalzare a 15 anni l’età minima per accedere ai social. «Nel nostro Paese il limite è fissato a 14 anni e andrebbe alzato a 16, come l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza propone sin dal 2018», afferma Carla Garlatti, titolare dell’Autorità garante. «È opportuno che il legislatore o il governo italiano trovino lo stesso coraggio, presentando una proposta di legge per alzare l’età per il consenso digitale al trattamento dei dati dei minorenni senza l’intervento dei genitori».

La proposta francese avanzata da Laurent Marcangeli, per come emerge dalla stampa, prevede sanzioni per le piattaforme che non accertino l’esattezza dei dati anagrafici dichiarati: «Un’ipotesi che va nella direzione giusta, in quanto responsabilizza i provider e li obbliga a verifiche più efficaci», prosegue Garlatti. Modificare per legge l’età minima per l’accesso ai social infatti non basta perché, lo sappiamo tutti, con l’autodichiarazione dell’età tale vincolo può essere facilmente aggirato. «Per questo, al termine di un tavolo di lavoro coordinato dal Ministero della giustizia, insieme ad Agcom e Garante privacy abbiamo proposto l’introduzione di una sorta di Spid. Si tratta in pratica di istituire un nuovo sistema per la verifica dell’età dei minorenni che accedono ai servizi digitali, basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi, così da mantenere pienamente tutelato il diritto alla privacy», conclude la Garante.

Foto di Max Fischer, Pexels


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