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Terremoto Siria, i finanziamenti sono insufficienti

Le organizzazioni umanitarie che sostengono le popolazioni più vulnerabili in Siria, sono allarmate per la mancanza di finanziamenti adeguati assegnati alla risposta umanitaria a seguito del disastro del 6 febbraio. Secondo le Nazioni Unite, infatti, sono 8,8 milioni le persone colpite dal disastro nella sola Siria e le sovvenzioni sono state ben al di sotto delle crescenti necessità delle persone

di Redazione

Un mese dopo i devastanti terremoti che hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria, la popolazione ha ancora urgente bisogno di aiuto. I due Paesi hanno subito ingenti danni, con le popolazioni sia siriana che turca gravemente colpite dal sisma che hanno bisogno di un sostegno internazionale commisurato alla portata del disastro.

Le organizzazioni umanitarie che sostengono le popolazioni più vulnerabili in Siria, sono allarmate per la mancanza di finanziamenti adeguati assegnati alla risposta umanitaria a seguito del disastro del 6 febbraio. Secondo le Nazioni Unite, infatti, sono 8,8 milioni le persone colpite dal disastro nella sola Siria e le sovvenzioni sono state ben al di sotto delle crescenti necessità della popolazione.

Inoltre, non bisogna dimenticare che la Siria vive da oltre 10 anni un conflitto devastante e un'emergenza umanitaria che è stata notevolmente sotto-finanziata mentre i bisogni dei siriani sono aumentati più che in qualsiasi momento del conflitto. Infatti, secondo l'ultima rilevazione, 15,3 milioni di siriani hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Nonostante ciò, i finanziamenti per la risposta umanitaria in Siria hanno subito dei ritardi. Ora, il Syria Earthquake Flash Appeal ha assicurato solo il 52%, mentre solo un terzo dei 206 milioni di dollari promessi è stato vincolato ai partner ed è disponibile per la risposta. Un gruppo di 45 ong siriane ed internazionali, tra cui Save the Children, e che da anni forniscono risposta umanitaria in Siria, sottolineano come donatori che debbano concentrarsi sulla difficile situazione dei siriani e impegnarsi a fornire assistenza immediata alle migliaia di persone che hanno bisogno di aiuto, sostenendo in modo ampio gli attori umanitari sul campo. Gli stessi donatori, devono considerare la risposta umanitaria in corso in Siria e le esigenze a lungo termine derivanti dal terremoto, che hanno intensificato le crisi umanitaria ed economica preesistenti nel Paese.

Sulla scia di quanto accaduto, molti governi donatori hanno risposto mettendo a disposizione fondi per attività di risposta all’emergenza terremoti. Tuttavia, alcuni di questi fondi sono stati spostati da finanziamenti già previsti per la risposta umanitaria in corso in Siria. Questo, ovviamente, lascerà sottofinanziate aree di intervento umanitario che già esistevano e avrà un forte impatto sul nostro rapporto con le comunità locali e sulla fiducia che abbiamo costruito nel corso degli anni. Per questo, le ong esortano i donatori a non limitarsi a reindirizzare questi fondi, ma a fornire risorse aggiuntive e più flessibili per affrontare le enormi mancanze nei servizi in base alle esigenze della popolazione più vulnerabile.

«Nonostante la pronta azione intrapresa dalle ong, in particolare da quelle siriane, per espandere i servizi con le risorse esistenti, le organizzazioni che operano all'interno della Siria non possono più fornire il supporto necessario senza che vengano immediatamente sbloccati nuovi fondi. Nonostante forniscano la maggior parte della risposta in Siria, direttamente o come partner delle Nazioni Unite e delle ong, infatti, le organizzazioni siriane ricevono pochissimo supporto diretto. Sia i fondi comuni, che i finanziamenti bilaterali diretti con garanzie a più lungo termine dovrebbero essere messi a disposizione delle ong nazionali che operano in Siria. Senza questo, le popolazioni che hanno già perso le loro case, attività commerciali e beni, saranno spinte ulteriormente alla povertà estrema», spiega Save the Children. «Inoltre, i donatori devono sforzarsi di porre fine ai finanziamenti a breve termine nella regione e investire invece in una ripresa a lungo termine che fornisca riparo, cibo, acqua e servizi igienici, protezione, assistenza sanitaria, istruzione e opportunità di sostentamento per tutti gli sfollati che nell'ultimo decennio hanno dovuto affrontare un conflitto».

Le ong firmatarie: Norwegian Refugees Councilm, Islamic Relief USA, Relief International, Takaful Al Sham, Catholic Agency for Oversees Development, SCIAF Caritas Scotland, Shafak, World Vision, MedGlobal, Helpage, Human Appeal, SARD, Syria Relief and Development, Nasaem Khair Organisatio, Sham Humanitarian, Big Heart, Action for Humanity, Revival Hope, Malteser International, Save the Children, Danish Refugees Council, Oxfam, Mercy Corps, Dunya Doktorlari, SEMA, Act Alliance, People In Need, International Rescue Committee, Mennonite Central Committee, Humanity and Inclusion, War Child, ZOA, Mentor Initiative, Mission East, Hand in Hand, GOAL, ATAA, Welth Hunger Hilfe, Hurras Network, Solidarite International, Un Ponte Per, SAMS, Horan Foundation, CARE, RAHMA Worldwide


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