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Sanità & Ricerca

Sono ripartite le migrazioni sanitarie

Dopo lo stop dovuto alla pandemia il numero delle persone che si mettono in viaggio per raggiungere le strutture ospedaliere lontane da casa è tornato a crescere, tornando ai numeri pre-Covid. «Un progressivo recupero che è iniziato già nella seconda parte del 2021» , conferma Stefano Gastaldi, Dg di CasAmica, organizzazione di volontariato impegnata dal 1986 ad accogliere malati e familiari costretti a curarsi lontano da casa e che nel 2022 ha visto un incremento delle presenze, rispetto all'anno precedente del 18%

di Antonietta Nembri

Quello della migrazione sanitaria è un fenomeno complesso che, secondo una ricerca del Censis coinvolge complessivamente quasi un milione e mezzo di persone. «In questa cifra vengono ricompresi tutti gli spostamenti da regione a regione, anche per esempio se un paziente di Novara, in Piemonte, si sposta a Milano è considerato un migrante sanitario», spiega Stefano Gastaldi, direttore generale di CasAmica Odv che dal 1986 è impegnata ad accogliere i malati costretti a curarsi lontano da casa e i loro familiari accompagnatri. «Ma quella che noi consideriamo è quella complessa che richiede spostamenti di diverse centinaia di chilometri per motivi gravi, penso a malati oncologici o a malattie complesse. I dati pre-Covid calcolavano tra le 300 e le 350mila persone, più gli accompagnatori», continua il Dg di CasAmica che sottolinea come dopo lo stop dovuto ai mesi della pandemia, dalla seconda metà del 2021 i numeri hanno pian piano ricominciato a salire e «la tendenza mostra che stiamo tornando ai numeri precedenti il Covid, gli ospedali hanno ripreso a fare screening e gli interventi non urgenti dopo un anno e mezzo in cui erano state fatte solo le attività essenziali».

A confermare l’aumento dei migranti sanitari anche l’ultima rilevazione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – Agenas sulla mobilità sanitaria dalla quale emerge che, dopo il netto calo del 2020, a partire dal 2021 sono tornati a crescere i ricoveri ospedalieri interregionali, che vedono il Nord Italia (in particolare Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto) come meta principale per coloro che devono curarsi.

Anche una realtà come CasAmica che in 37 anni di attività ha offerto accoglienza a 100mila pazienti, familiari accompagnatori, ha potuto toccare con mano la crescita delle presenze: solo nel 2022 sono stati accolti nelle sei case tra Milano, Roma e Lecco circa 5mila persone con un incremento rispetto al 2021 del 18%. Tra chi ha bisogno di accoglienza vi sono anche tanti bambini e ragazzi (secondo la ricerca del Censis “Migrare per curarsi” sono ben 71mila i minori che ogni anno si spostano dalla propria città per sottoporsi a cure mediche e chirurgiche) e proprio per questo negli anni scorsi l’organizzazione ha realizzato a Milano una struttura interamente dedicata ai bambini, mentre a Roma ha attivato dei servizi specifici per i più piccoli. CasAmica è anche tra i fondatori di “A casa lontani da casa” una rete di associazioni impegnate ad accogliere e sostenere di chi si cura lontano dalla propria regione.

L’accoglienza per CasAmica è fondamentale «è una questione di giustizia e allo stesso tempo di tutela del malato» continua Gastaldi. «La nostra realtà è nata in anni in cui attorno all’Istituto Tumori di Milano si potevano incontrare i parenti dei pazienti in macchina o in camper, se non addirittura sulle panchine dei giardini pubblici. Nasciamo per dare una casa, ma la struttura non basta, noi accogliamo attraverso i volontari (oltre 120 -ndr), ma di fronte a bisogni sempre crescenti realizzeremo una nuova casa di accoglienza che è frutto di 35 anni di esperienza e che accanto alle stanze, ai monolocali preveda anche uno spazio ambulatoriale per le cure domiciliari», annuncia.

CasAmica, infatti, ha in cantiere una nuova struttura che sorgerà vicino all’Irccs San Raffaele e non lontano dall’Istituto nazionale dei tumori e dall’Istituto neurologico Besta. «Sarà la nostra casa più grande con 60 posti letto, sarà un struttura flessibile con stanze e miniappartamenti per i malati che magari hanno bisogno di isolamento», illustra il Dg. «La nuova struttura ha l’obiettivo di rispondere al fenomeno della migrazione sanitaria verso i centri di eccellenza, mettendo a disposizione un numero sempre più alto di posti letto e costruendo un servizio che risponda in modo flessibile ed efficace ai bisogni delle persone, con una grande attenzione all’umanizzazione degli spazi e delle cure», conclude.

Per sostenere le attività di CasAmica a favore di chi è costretto a curarsi lontano da casa e contribuire alla realizzazione della nuova Casa è stata lanciata una campagna con numero solidale: fino al 1°aprile è possibile fare una donazione con un sms o chiamata da rete fissa al 45591.

In apertura attività di socializzazione con i bambini ospiti di una struttura di CasAmica – tutte le foto da Ufficio stampa


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