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La vecchiaia è una malattia da curare?

"Curare l’invecchiamento?” è il provocatorio titolo di un seminario di studio organizzato da Fondazione Bassetti a Milano per il 30 marzo. Di fatto, oggi l’invecchiamento costituisce uno dei campi di ricerca in più rapida espansione, segnando progressi significativi non solo nella sua comprensione, ma anche nella comprensione e nella cura di patologie come il cancro: un altro esempio di come la demografia sia motore di innovazione

di Redazione

Quarto appuntamento per il ciclo di seminari “Longevità e Innovazione responsabile” organizzato da Fondazione Giannino Bassetti in partnership con Fondazione Ravasi-Garzanti. A tema, di volta in volta, un aspetto del fenomeno demografico e la necessità di affrontarla con gli strumenti dell’innovazione. Dopo aver riflettuto sull’immaginario della vecchiaia, sulle longevity cities e sulle disegueglianze sociali, il prossimo 30 marzo 2023 a tema sarà la salute. L’appuntamento è a Milano in via M. Barozzi 4 dalle 15.30 alle 17.30.

Il titolo, volutamente provocatorio, è “Curare l’invecchiamento?”. A riflettere sulla possibile distopia ci saranno Elisabetta Donati, responsabile della Segreteria Scientifica di Fondazione Ravasi-Garzanti, il geriatra dell’Università Milano Bicocca Giuseppe Bellelli, i ricercatori Fabrizio d’Adda di Fagagna e Claudio Vernieri dell’Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare (IFOM) e la bioeticista Virginia Sanchini. Quali sono i progressi scientifici che consentono di comprendere l’invecchiamento? Quali, le potenzialità della ricerca in campo medico, le strategie nutrizionali, che oggi permettono, e promettono, un allungamento della vita? A quale responsabilità scienza e società civile sono chiamate per mettere al centro di tali innovazioni l’etica e la democratizzazione?

È la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega la Fondazione nella presentazione dell'appuntamento – a sollecitare un cambio di prospettiva sulla salute di una popolazione sempre più longeva. Dopo l’appello di un gruppo di scienziati pubblicato nel 2019 su Science che chiedeva di considerare la vecchiaia non una fase naturale della vita, ma una patologia a cui si devono cure mirate, l’Organizzazione Mondiale della Sanità – Oms ha recentemente inserito nell’International Classification of Disease (ICD-11), ossia l’indice utilizzato dalla comunità scientifica internazionale per diagnosticare le malattie, un nuovo codice di estensione che descrive le condizioni legate all’invecchiamento. Il fine è quello di favorire l’allocazione di risorse nella ricerca su soluzioni capaci di rallentarne il processo. Di fatto, oggi l’invecchiamento costituisce uno dei campi di ricerca in più rapida espansione nelle scienze della vita, segnando progressi significativi non solo nella sua comprensione e trattamento, ma anche nella comprensione e nella cura del cancro e di numerose patologie associate all’età. «Il fenomeno demografico si dimostra un motore per l’innovazione» dichiara Francesco Samorè, segretario generale di Fondazione Bassetti. «Tuttavia, invece di configurarsi come una società “per tutte le età”, la nostra è ancora una società nella quale, tutti più longevi, siamo abbandonati a noi stessi (dalle istituzioni o dal mercato). Altrettanto provocatoriamente, rispetto al titolo scelto per questo seminario, potremmo quinci chiederci se ci attende una società di vecchi oppure, una società vecchia».


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