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Anziani, Sangalli (50&Più): «I nostri diritti non sono capricci»

L'associazione di Confcommercio ha presentato una ricerca insieme a Fondazione Leonardo. Il presidente: «La grande sfida per la Terza età in questo momento è sentirsi interrogati dal Paese, chiedere agli anziani di poter partecipare attivamente alla vita pubblica»

di Barbara Polidori

Quando si parla di futuro, si tendono a dimenticare gli anziani dalle riflessioni sociali, come se la loro prospettiva di vita si fosse già esaurita al raggiungimento della Terza età e non avessero ugualmente bisogno di servizi e assistenza. Al contrario, anche per gli anziani il futuro non si costruisce da solo, ma è un tempo in cui bisogna prestare ancora più attenzione ai diritti delle persone, soprattutto se fragili.

Il rispetto delle persone anziane, la loro partecipazione e inclusione alla vita pubblica, il reddito, la salute e l’autodeterminazione sono il fil rouge che guida l’attività di “50&Più”, associazione di Confcommercio che da oltre 50 anni si impegna per lo sviluppo culturale, la rappresentanza sindacale e la valorizzazione degli anziani e che il 23 marzo ha presentato presso la Camera di commercio di Roma il libro l’Età anziana: tempo di diritti e responsabilità, realizzato insieme alla Fondazione Leonardo. L’opera, terzo volume della serie, approda in un momento cruciale nel dibattito pubblico: il 21 marzo è stata infatti approvato dal Parlamento il disegno di legge delega in materia di politiche a favore degli anziani, una serie di passaggi politici, da attuare entro il 31 gennaio 2024, che guardano alla promozione delle condizioni di vita, di cura e assistenza dei senior e delle loro famiglie, cercando di soddisfare i loro bisogni sociali, sanitari e sociosanitari con una particolare attenzione a quelli connessi alla condizione di non autosufficienza. «In questo modo sarà possibile dar voce a tre differenti tipologie di diritti», spiega Carlo Sangalli, presidente di 50&Più, «Il diritto al rispetto e alla dignità delle persone anziane, a essere informati e alla libertà di scelta sulle cure mediche, infine il diritto a una vita di relazioni. Allo stesso modo, i diritti sono il cardine e il punto di partenza del libro che abbiamo realizzato».

Il lavoro affronta la condizione di 14 milioni 46mila anziani in Italia, partendo innanzitutto dai bisogni e diritti delle persone, passando poi per le responsabilità politico-istituzionali nei loro confronti, fino ad arrivare al concetto di “noi”, inteso come inclusività degli anziani nel tessuto sociale del Paese. «È importante capire che i diritti non sono capricci, ma forme di libertà. La grande sfida per la Terza età in questo momento è sentirsi interrogati dal Paese, chiedere agli anziani di poter partecipare attivamente alla vita pubblica. Non dobbiamo immaginare la Terza età come un parcheggio, ma come una strada per far avanzare le persone nella società: l’anzianità è la prima forma di discriminazione in Italia», prosegue Sangalli.

«La responsabilità, se concepita senza diritti, diventa una gabbia», aggiunge Gabriele Sampaolo, segretario di Confcommercio “50&più”, «quando ragioniamo sul mondo della Terza età dobbiamo tener presente che c’è una terra di confine che richiama sempre più l’attenzione pubblica, perché sopraggiunge prima del fine vita, un periodo spesso di non autosufficienza per le persone anziane. La quota più ampia di queste persone però è ancora attiva e può giocare ancora un grande ruolo per la popolazione. Ecco perché bisogna favorire il Terzo settore e tutte quelle associazioni che si preoccupano delle persone anziane».

Il volume comprende anche l’indagine I diritti degli anziani, in collaborazione con l’Istituto di ricerca Format Research e basata su un campione rappresentativo di over 64. Realizzata a ottobre 2022, l’indagine analizza la percezione che gli anziani hanno di temi come l’inclusione, l’autodeterminazione o il loro rapporto col reddito, l’informazione e il partecipazionismo politico.

Sono gli stessi anziani, come si evince dall’indagine, a denunciare assenze e necessità sui diritti. Tra i dati più rilevanti, evidenziamo che soltanto il 32,3% del campione di riferimento ritiene che in Italia i diritti vengano rispettati: pensionati, disabili, donne, non autosufficienti e persone affette da patologie e giovani sono, in questo ordine, le categorie più svantaggiate.

Emerge, inoltre, che il 90% della popolazione over 65 dedica gran parte del proprio tempo alla famiglia che rappresenta un punto di riferimento fondamentale. Oltre il 95,8% del campione ritiene che sia un diritto delle persone anziane ricevere adeguata protezione in caso di fragilità; l’89,3% ritiene che sia un diritto avere accesso al proprio conto e ai propri fondi economici e il 96% ritiene che sia un diritto poter usufruire dell’assistenza domiciliare.

Dall’indagine emerge anche la consapevolezza che le persone anziane hanno dei loro doveri. Tra questi quello di tenersi informati (affermato dal 74,9% del campione), fare prevenzione (71,5%) e partecipare alla vita pubblica e sociale (65%), elencati tra gli obblighi maggiormente percepiti. «Tenersi informati è un aspetto vitale per una persona, perché se non siamo informati, non sentiamo nemmeno la necessità di far parte di qualcosa. L’informazione in tal senso si configura come un diritto e non tutti ne hanno accesso», precisa Pierluigi Ascani, presidente di Format Research.


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