Famiglia & Minori

Bordignon: «Il mio Forum Famiglie punta su un fisco family friendly»

Dall’assegno unico all’occupazione femminile, alla conciliazione casa-lavoro. Senza dimenticare le politiche giovanili. Sono alcuni dei fronti aperti dal neo presidente del Forum delle associazioni familiari Adriano Bordignon. In questo inverno demografico che l'Italia vive, per vedere la primavera serve «una politica che non si fermi all’oggi, ma abbia una prospettiva. Perché un figlio è un bene comune per tutti»

di Antonietta Nembri

Dalla metà di marzo Adriano Bordignon, trevigiano quarantaseienne, ha assunto la guida del Forum delle associazioni familiari succedendo a Gigi De Palo che ha guidato l’organizzazione negli ultimi otto anni. Bordignon, sposato con Margherita e padre di Teresa, Gabriele e Zaccaria (14, 11 e 7 anni), con la moglie è da sempre impegnato a tutto tondo nel sociale partendo dal livello territoriale. È stato presidente del Csv di Treviso fino a giungere negli ultimi anni a quello nazionale sia in organizzazioni legate alla Chiesa sia in quelle laiche. Ora arriva alla guida del Forum delle Famiglie in un momento storico caratterizzato da quello che viene definito un “inverno demografico” che per lui è «la cartina di tornasole della fatica e dei bisogno delle famiglie» che sono «strategiche per il futuro e il presente del nostro Paese».

Ma cosa ha portato a questo inverno demografico? «È una questione di ecosistema sfavorevole composto da diversi elementi», insiste Bordignon. Per migliorare questo “ecosistema” «ci sono delle linee d’azione che non sono teoriche, ma misure già sperimentate in altri Paesi europei». Un esempio? L’assegno unico «che deve essere potenziato», continua. «Penso agli oltre 200 euro per figlio di Germania e Francia, ma non solo. Occorrerebbe ridurre l’impatto dell’Isee come del resto è stato promesso da tutte le forse politiche sia di maggioranza sia di opposizione». Per Bordignon, infatti, l’Isee andrebbe rimodulato «riducendo l’aspetto patrimoniale, mentre si dovrebbe aumentare il coefficiente per ogni figlio a carico. E poi c’è la questione dell’assegno unico che va reso funzionale».

Per il nuovo presidente del Forum famiglie un ecosistema più family friendly avrebbe bisogno anche di una riforma fiscale «il Ddl messo in campo da un paio di settimane ha il merito di avvicinarsi a quanto prevede l’articolo 53 della Costituzione (Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività – ndr), serve più equità orizzontale e una tassazione su base familiare. Non occorre inventarsi nulla sia che ci si basi sul quoziente familiare alla francese o al sistema tedesco. A noi famiglie interessa un fisco più equo».

Ma per invertire il clima nell’inverno demografico italiano per il presidente del Forum occorre ragionare anche su altre due dimensioni: il lavoro femminile e quello giovanile. «Sul fronte dell’occupazione noi scontiamo un 20% di donne occupate in meno rispetto a Francia e Germania, c’è poi il problema del gender pay gap e della conciliazione del tempo e della condivisione dei carichi familiari tra padri e madri», sottolinea Bordignon che fa notare come Paesi con un tasso di occupazione femminile più alto hanno anche tassi di natalità più alti del nostro.
E per i servizi? «Siamo molto lontani dai target europei nella fascia 0-6 anni, ma se non c’è occupazione femminile non si riesce ad avere livelli di servizi adeguati per la prima infanzia. Dall’altro lato non basta avere i muri di un nido, occorre il personale… Tanti comuni non hanno neppure partecipato ai bandi…». Sul fronte congedi parentali Bordignon ha le idee chiare: «Per un figlio la figura paterna e quella materna sono importanti, ma non sta scritto da nessuna parte che l’opera di cura sia solo della donna. E se il congedo facoltativo da parte dei padri è utilizzato poco forse è il caso di accompagnarlo con un po’ di obbligatorietà».

La seconda dimensione, quella dell’occupazione giovanile è importante tanto quanto quella femminile anche perché «dobbiamo mettere i giovani in grado di potersi rendere autonomi, vanno anticipati i tempi in cui sono in grado di uscire dalla casa dei genitori. È anche una questione educativa e culturale oggi papà e mamma devono smettere di fare i genitori spazzaneve. Ma è anche vero che un giovane resta bloccato da lavori precari che non gli permettono di uscire di casa, avere un compagno, una compagna, assecondare i suoi desideri…. Anche per loro è un problema di ecosistema sfavorevole. Devono essere i protagonisti, il “perno” del Paese altrimenti questa china della denatalità diventerà sempre più ripida».

Si può ancora invertire la tendenza. E di questo Bordignon è convinto perché «la cosa più grande è mettere al mondo un figlio, è un atto d’amore. Occorre dare alle famiglie elementi di speranza nel futuro, non come hanno fatto negli ultimi anni tutti i politici che non hanno dato prospettive di lungo periodo. Occorre prendere coscienza che un figlio è un bene comune per tutti».

In apertura Adriano Bordignon – foto Gennari


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