Cooperazione & Relazioni internazionali

Dal 2017 mai così tanti morti nel Mediterraneo centrale

La vera emergenza sono i morti nel Mediterraneo. Sono 441 i migranti morti nel primo trimestre del 2023 documenta l'Oim, oltre a centinaia di dispersi. A largo di Tunisi si è verificato un altro naufragio: 10 morti e oltre 60 dispersi. Sbarchi in Sicilia e in Calabria. A Lampedusa nove salme lasciano l'isola, le suore dell'isola portano un fiore prima della partenza

di Alessandro Puglia

Dal 2017 non c’erano stati mai così tanti morti nel Mediterraneo Centrale. Il report dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) arriva poco prima dell’ultimo naufragio avvenuto a largo della Tunisia con almeno 10 morti accertati tra i 123 che nel pomeriggio di ieri avevano tentato la traversata verso l’Italia. I dispersi sono oltre 60, nell’imbarcazione in cui viaggiavano 123 naufraghi c’erano come riporta l’Oim, 30 donne e 13 bambini.

Morti che si aggiungono ai 441 che il progetto Missing Migrants dell’Oim ha documentato nel primo trimestre nel 2023, mentre il numero di arrivi in Italia è dall’inizio dell’anno di 31192 persone, il 305 percento in più rispetto al 2022, quando invece alle navi della società civile era consentito operare soccorrendo più imbarcazioni e quindi evitando possibili naufragi.

Sono due i fattori determinanti rilevati dall’Oim: i ritardi nelle operazioni di soccorso che avrebbero portato alla morte di almeno 127 persone e le operazioni delle Ong notevolmente ridotte. Il 25 marzo,la guardia costiera libica ha sparato colpi in aria mentre la nave di soccorso dell'Ong Ocean Viking stava rispondendo a una segnalazione di un gommone in difficoltà. Un’altra nave di soccorso, la Louise Michel, è stata posta in stato di fermo in Italia dopo aver soccorso 180 persone in mare, un caso simile a quando la Geo Barents era stata bloccata a febbraio e successivamente rilasciata.

Nel weekend di Pasqua sono arrivati in Italia oltre 3000 migranti insieme ai corpi che è stato possibile recuperare di due differenti naufragi con complessivamente 38 morti e 18 dispersi. Lampedusa si è trovata così nuovamente ad affrontare un’ondata di arrivi simile al periodo estivi, con l’hotspot che è arrivato nuovamente a superare la soglia delle 1700 persone a fronte di una capienza di 350-400 posti.

Oggi, dopo mesi di attesa, nove delle tredici salme che si trovavano all’interno della camera mortuaria del cimitero dell’isola hanno raggiunto la terraferma. In un’isola presidiata dalle forze di polizia a portare un fiore è stata Suor Ausilia, la sorella salesiana che insieme a Suor Paola e Suor Ines e agli operatori di Mediterranean Hope danno assistenza ai migranti che arrivano sull’isola.

«Purtroppo constatiamo che nessuno fa niente, i bimbi sono arrivati scalzi, dopo giorni in hotspot li abbiamo visti oggi salire sulle navi di linea nuovamente senza scarpe», tuonano i volontari costretti a ripulire il molo fino a tarda sera dopo ogni sbarco.

Altri 700 migranti a bordo di un peschereccio sono arrivati oggi a Catania scortati dalla nave Peluso e da due motovedette della guardia costiera. Ieri ne erano sbarcati altri 108. Sempre la guardia costiera italiana sta accompagnando verso Vibo Valentia altri 400 naufraghi soccorsi.

Lo Stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione al momento sembra una trovata retorica perchè la vera emergenza sono le morti, soprattutto a Lampedusa dove nei giorni scorsi davanti ai morti che arrivavano al molo Favarolo il sindaco Filippo Mannino ha indirizzato una lettera al Papa. Il Pontefice riceverà probabilmente nel periodo di maggio il primo cittadino dell’isola in Vaticano.


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