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Biella, 9mila metri quadri di inclusione

Grazie a un investimento da 12 milioni di Fondazione Cassa di risparmio recuperata a tempo record un'area che volgeva al degrado e attivato un network solidale che coinvolge "Con i bambini", cofinanziatrice, e molta cooperazione sociale locale, a cominciare dal Consorzio Filo da tessere. Una case history da replicare

di Giampaolo Cerri

Novemila metri quadrati di inclusione ora a disposizione dei cittadini. In un’area ristrutturata con criteri di ecosostenibilità avanzata. Succede a Biella, grazie a un progetto che incrocia filantropia – una fondazione di origine bancaria e un fondo che istituzionalmente investe in progetti per l’infanzia – e molta cooperazione sociale. Una cartolina dell’Italia che funziona e che dovrebbe far scuola.

Sabato si è infatti inaugurata Cascina Oremo, antico cascinale trasformato in polo educativo, sportivo, innovativo e inclusivo aperto alla cittadinanza.

Si tratta di 8.981 mq di spazi complessivi, appunto, a disposizione di tutti «grazie», recita una nota di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, «a una struttura all’avanguardia e inclusiva dotata di spazi didattici, palestre, piscine, aule e laboratori fruibili da bambini e adulti con e senza disabilità».

Ma vediamo come ha funzionato la rete, di cui accennavamo prima.

Il progetto, cofinanziato da Con i Bambini per la parte delle attività, è stato reso possibile grazie a un investimento complessivo di oltre 12 milioni di euro messo in campo dalla Fondazione che, nel 2007, ha acquistato il terreno e l’immobile, completamente ristrutturato e ampliato.

«Il centro», prosegue la nota, «accoglierà ogni anno 16mia persone con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e avere un ruolo centrale come strumento di contrasto alla povertà educativa minorile. Proprio per questo, il progetto ha convinto l’Impresa sociale Con i Bambini che, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha stanziato un importante contributo pari a 1,5 milioni di euro come cofinanziamento per le attività che saranno organizzate all’interno di Cascina Oremo».

Con i bambini: «Un modello sussidiario»

E proprio da Marco Rossi Doria, presidente di Con i bambini, arriva il primo commento: «Insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella», dice, «abbiamo avviato un grande cantiere educativo che interessa tantissimi bambini e adolescenti con le loro famiglie, mettendo insieme scuole, organizzazioni di terzo settore, istituzioni e privati. E un modello», prosegue, «che interpreta in modo eccellente il principio di sussidiarietà dell'articolo 118 della nostra Costituzione, alleanze educative nate grazie al Fondo e all'attivazione della Fondazione biellese. Da oggi le tante iniziative già all'opera potranno crescere e rafforzarsi anche grazie ad uno spazio di condivisione e sevizi modello come Casina Oremo. Un segno tangibile del ruolo delle fondazioni sul territorio, ovvero essere un collettore della comunità e un volano per lo sviluppo. I gemellaggi con realtà di Puglia, Basilicata, Sardegna, Sicilia», conclude, «danno da subito un respiro nazionale a questa eccellenza biellese».
Gli fa eco Franco Ferraris, presidente della fondazione piemontese: «Ritengo essenziale puntare sulle nuove generazioni perché rappresentano il nostro ponte verso il domani e il nostro futuro, e hanno bisogno di spazi dove potersi formare, entrare in contatto con i loro coetanei e poter scoprire e affinare i propri talenti», sottolinea.

Secondo il presidente della fondazione di origine bancaria «si ha il dovere di aiutare i giovani che vivono nelle nostre terre e desiderano rimanerci, come se fossero un investimento per dare ancora vita alla comunità. Cascina Oremo è proprio questo: uno polo inclusivo nel cuore di Biella dedicato a creatività, talento e inclusione e pensato per i giovani. L’obiettivo, condiviso con tutti i partner di progetto, è rendere la città un esempio di formazione e inclusione sociale e il polo sarà certamente importante per i servizi che offrirà al territorio, ma anche per la gente che attrarrà nel Biellese da altre zone d’Italia».

Ferraris va giustamente fiero di un intervento basato sul recupero funzionale degli immobili a rischio degrado. «Da lì è partita la nostra strategia di programmazione per utilizzare questo patrimonio come risorsa produttiva per il territorio, restituendo loro una funzionalità a beneficio dell’intera comunità. Cascina Oremo nasce proprio da questa nostra visione: trasformare e migliorare un luogo rendendolo un nuovo punto di riferimento per la comunità, nessuno escluso», conclude.

Si tratta effettivamente di un progetto strategico capace di rigenerare un intero asse della città, con al centro il Polo formativo di Città Studi e l’Accademia dello Sport Pietro Micca, e che è riuscito a coinvolgere una rete ampia e coesa di enti e associazioni.

Le aree del polo

Cascina Oremo è articolata in quattro sezioni principali, gestite da partner specializzati: un’area dedicata all’apprendimento con la cooperativa sociale Tantintenti con spazi per favorire percorsi di crescita per minori tra zero e 17 anni, aperti anche al mondo della scuola e alle famiglie. Uno spazio è destinato, insieme al Consorzio sociale “Il Filo da tessere”, all’orientamento per bambini e ragazzi con l’obiettivo di favorire la conoscenza di sé, la scoperta dei propri talenti, l’esplorazione del mondo del lavoro e l’accompagnamento alle scelte. In collaborazione con la cooperativa sociale “Sportivamente” sono fruibili i poli creativo ed educativo per persone con disabilità e non per praticare sport, spazio che offre anche servizi per il benessere psico-fisico e il potenziamento delle abilità relazionali e di autonomia. Una quarta sezione, con la collaborazione di Domus Laetitiae, è infine destinata a servizi individuali o di gruppo per persone con disabilità per la valutazione, l’apprendimento e le stimolazioni sensoriali con percorsi di psicoterapia, consulenza scolastica e per l’utilizzo di ausili tecnologici. La Cascina rappresenta un punto di riferimento per le giovani generazioni del territorio e punta a coinvolgere direttamente e indirettamente anche la comunità educante, la cittadinanza e diversi interlocutori territoriali pubblici, privati. Si prevede che una volta a regime la Cascina potrà offrire ogni anno i propri servizi a circa 1.000 minori.

E, come detto all’inizio, si tratta di un progetto che è stato attento alla sostenibilità dell’intervento. Energetica innanzitutto: «L’energia della cascina sarà infatti prodotta da un impianto fotovoltaico che consentirà ogni anno la riduzione di oltre 160mila kg di CO2, 54,5 tonnellate di petroli e 355,6 kg di emissioni di ossidi di azoto. Un’opportunità sulla base della quale è in fase di studio la creazione di una comunità energetica rinnovabile locale».

«Siamo molto felici che il Consorzio e le cooperative associate abbiano un ruolo di rilievo in questo progetto lungimirante che mira a trasformare sin da oggi il mondo di domani», sottolinea Federica Collinetti, presidente del Consorzio Sociale Il Filo da tessere, «il settore not-for-profit ha contribuito in maniera significativa ponendo al centro del progetto il benessere collettivo e lo sviluppo integrale delle nuove generazioni, collaborando al consolidamento di una rete di soggetti, coinvolgendo attivamente ragazzi e ragazze sin dalle fasi di co-progettazione in una logica di reciprocità e immaginando soluzioni e politiche innovative. Questo», ha concluso, «è l'inizio di un percorso in divenire, volto ad aiutare i più giovani nel coltivare le loro vite, risvegliare il senso di appartenenza al Biellese e vedersi parte di una comunità.»

Non ha voluto far mancare un messaggio Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità che a marzo aveva visitato la struttura: «Mi ha profondamente colpito», ha detto, «e sono certa che da lì partiranno strategie innovative e sostenibili per l’integrazione sociale e socio-sanitaria». Secondo Locatelli, «Cascina Oremo è un esempio positivo di cosa vuol dire fare rete tra associazioni, enti del terzo settore, istituzioni e fondazioni, per promuovere inclusione sociale e accompagnare i ragazzi e le famiglie che si trovano a convivere con particolari situazioni di fragilità. Una collaborazione che, oggi più che mai, abbiamo il dovere di rafforzare e promuovere a tutti i livelli per sostenere lo sviluppo di attività sempre più inclusive, che sappiano valorizzare i talenti e le competenze di ciascuno».


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