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Politica & Istituzioni

Basta paternalismi, è ora di dare il voto ai 16enni

È questa la proposta avanzata da Fiorenzo Fantinel, sindaco di Santa Lucia di Piave (Tv). Spiega che ritiene necessario il coinvolgimento dei giovani in attività di cittadinanza attiva da parte degli adulti, per renderli consapevoli dell’essere coinvolti nel presente e non solo nel futuro. Un sedicenne, osserva, può iscriversi a un corso per conseguire il brevetto aereo ma non votare per il sindaco

di Rossana Certini

Basta con gli stereotipi sui giovani immaturi, cominciamo a rendere anche i giovanissimi partecipi delle sorti del Paese, facendoli votare già a 16 anni, almeno alle amministrative. Per una volta la proposta non filtra stancamente da qualche convention di partito ma arriva dal sindaco di un municipio italiano. Di quelli che ogni giorno si devono rimboccare le maniche per far girare la macchina amministrativa. A lanciare l'idea di abbassare di due anni l'età per accedere al voto, almeno alle comunali, è stato infatti, nei giorni scorsi, Fiorenzo Fantinel, sindaco di Santa Lucia di Piave, poco più di 9mila anime in provincia di Treviso. Classe 1961, autonomista veneto, Fantinel ha anche dato origine alla Fondazione di Comunità della sinistra Piave onlus, che presiede. Lo abbiamo rintracciato al telefono.

«Con la legge 92 del 2019», ci spiega, «è stato introdotto, nel primo e secondo ciclo di istruzione, l'insegnamento trasversale dell'educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado. Dunque la scuola è stata investita del compito di accompagnare i ragazzi nel percorso di costruzione del loro essere cittadini. Quello che manca è passare dalla teoria alla pratica. Ossia consentire a questi ragazzi di esercitare con il voto quanto appreso sui banchi di scuola. Certo questo implica che tutta la società civile: dagli insegnanti, ai genitori fino agli educatori in generale sentano la responsabilità di essere maestri di civiltà per i ragazzi. Credo che questa sarebbe, anche, la soluzione per cambiare il paradigma secondo il quale ai ragazzi non interessa partecipare alla vita politica. Proviamo a responsabilizzarli, accettiamo questa sfida e vediamo se sono così immaturi come li descriviamo noi adulti».

In questo senso gli organi istituzionali consultivi dei Consigli comunali dei giovani (Ccg) e dei ragazzi (Ccr), introdotti da alcune amministrazioni italiane, possono essere un buon osservatorio per comprendere come i bambini e i ragazzi, con il loro sguardo scevro, riescono a trovare risposte lineari a problemi concreti.

«I ragazzi guardano oggettivamente la realtà, ne comprendono i bisogni e sanno trovare delle soluzioni», prosegue il sindaco, «mi capita spesso di essere fermato da miei cittadini minorenni che mi fanno delle proposte per la loro città. Sono sempre idee di buon senso. Noi adulti dovremmo riflettere anche sul fatto che in Italia a 16 anni ci si può iscrivere al corso per pilotare un aereo ma non si può votare il proprio sindaco. Sono fiducioso perchè un primo passo è stato già fatto quando si è scelto di abbassare a 18 anni l’età degli aventi diritto a votare per il Senato della Repubblica».

Fiorenzo Fantinel è convinto che a 16 anni i ragazzi hanno ben chiara l’idea di cosa sta accadendo nella realtà che abitano, conoscono i servizi che eroga la loro amministrazione comunale e sanno valutarli. Inoltre il mondo che stiamo costruendo oggi sarà abitato da loro quando saranno adulti dunque hanno il diritto di poter incidere con le loro proposte sulle scelte amministrative per il futuro.

«Quando sento dire», conclude Fantinel, «che i ragazzi non sono abbastanza maturi a quell’età per votare penso che sono vecchi stereotipi che non hanno fondamento e che ricordano tanto quel che si diceva quando è stato dato il diritto di voto alle donne. Da un’indagine che abbiamo svolto tra i ragazzi di Santa Lucia di Piave è emerso come una percentuale molto alta di adolescenti svolge attività di volontariato, si impegna in parrocchia o con gli anziani e lavora come baby sitter. Quindi la voglia di prendere parte alla vita della propria comunità c’è. Ciò che deve cambiare è il nostro sguardo di adulti. Se li vediamo come esseri responsabili, capaci e maturi allora si sentiranno una risorsa per il loro territorio e saranno invogliati a partecipare attivamente alle scelte amministrativa».

Ma la strada che potrebbe portare un giorno al voto dei sedicenni è in salita. Il sindaco Fantinel si augura di percorrerla con i docenti delle scuole superiori che, attraverso l’insegnamento dell’educazione civica, possono rendere i ragazzi partecipi del mondo in cui vivono solleticando la loro voglia di impegnarsi in prima persona per governare le loro città.


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