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«Mio fratello è un alcolista. Così ho chiesto aiuto. Per entrambi»

L’associazione “Al-Anon” riunisce le famiglie e gli amici delle persone che hanno un problema con l’alcol per condividere esperienze, forza e speranza. Esiste anche un gruppo dedicato agli adolescenti (si chiama Alateen) le cui vite sono state influenzate dal bere di qualcun altro. Qui riportiamo l’esperienza di un fratello e segnaliamo i numeri a cui chiedere aiuto

di Sabina Pignataro

Il loro nome è un po’ complicato “Al-Anon”, ma il loro scopo è chiarissimo: riunire le famiglie e gli amici degli alcolisti per condividere esperienza, forza e speranza allo scopo di risolvere il problema comune.
Perché è evidente che quando una persona ha un problema con l’alcol, il problema impatta, coinvolge, spesso travolge e fagocita tutte le persone che le stanno intorno.
Specie se la persona in questione è un genitore. In aiuto di questi figli, allora, arriva Alateen, un’associazione di giovani membri Al-Anon, generalmente adolescenti, le cui vite sono state influenzate dal bere di qualcun’altro.

I familiari possono venire coinvolti a diversi livelli: possono risentire negativamente del comportamento del bevitore problematico; possono avere atteggiamenti di connivenza o di incoraggiamento nei confronti del bere; possono, in senso positivo, essere in grado di stimolare un processo di recupero. Ecco perché, contemporaneamente al processo di recupero riguardante il soggetto alcolista, c’è il bisogno di un sostegno e di un intervento specifico anche per i componenti della famiglia, che possono trovare in un contesto comunitario il supporto e la vicinanza di chi come loro ha vissuto e vive questa esperienza.

I gruppi per i famigliari

Al-Anon poggia le sue fondamenta sia nella letteratura sul trattamento della dipendenza da alcol, che ha evidenziato l’utilità di questi interventi, sia nella necessità di diffondere la conoscenza di questo approccio, spesso poco conosciuto tra i professionisti che si trovano a lavorare a vario titolo con i familiari di alcolisti. Esso rappresenta infatti potenziali soluzioni aggiuntive ai diversi interventi che i professionisti possono erogare e sono risorse gratuite all’interno della comunità, capaci di offrire sostegno, speranza, vicinanza a quanti sono influenzati nella loro vita dall’alcolismo di un familiare.

La testimonianza di Giulio: «L’alcolismo è una malattia della famiglia»

«Mi chiamo Giulio ho 47 anni e frequento i Gruppi Familiari Al-Anon, per familiari e amici di alcolisti. Ho un fratello alcolista, che grazie a Dio ed a Alcolisti Anonimi (A.A.) ha raggiunto la sobrietà e non tocca una goccia di Alcool da tanto tempo. Oggi, grazie alla partecipazione delle rispettive associazioni, Al-Anon per me ed A.A. per mio fratello abbiamo una vita dignitosa, un buon rapporto reciproco e siamo molto uniti.
Ritornando al passato però, gli anni in cui mio fratello era attivo nel bere sono stati molto duri, bui e difficili sia per lui, che per me e per la mia famiglia. Ho un ricordo ancora fresco nella mente di quando una notte, periodo in cui ero ancora adolescente, i miei genitori mi svegliarono dicendomi che mio fratello aveva avuto un incidente stradale per colpa sua in quanto era sotto effetto di alcool. Da quell'episodio per me è stato l'inizio del controllo su mio fratello: i miei genitori mi mandavano a vedere dove fosse, cosa facesse e con chi fosse. Purtroppo l'incidente non è stato il suo fondo e ha continuato a bere, a frequentare bar e a lasciare debiti che io a volte pagavo pensando così di aiutarlo e sperando che smettesse definitivamente di bere. Quando era alticcio lo vedevo contento, con un gran sorriso sulle labbra, espansivo, soddisfatto e spensierato ma quando la sbornia passava ritornava triste e malinconico. Una vita priva di felicità.
Un giorno però, forse stanco di quella dipendenza dall'alcool mio fratello ha chiesto aiuto. Da qui è iniziato il cambiamento. Con la frequenza ad Alcolisti Anonimi mio fratello ha ripreso in mano la propria vita, ha fatto nuove e sane amicizie. Ho riconosciuto in lui una persona forte, solare e con un carattere a volte spigoloso e non sempre alla mano. Questa è la contro faccia della medaglia della sobrietà. Se prima mio fratello era una persona senza carattere, oggi con la sobrietà si è fatto una sua personalità, ha iniziato a decidere della propria vita autonomamente in modo sano e sereno.
Ed io come ero? Di certo ero contento per la sua sobrietà e vedendo quella luce positiva che emanava ho deciso di frequentare i gruppi dei familiari degli alcolisti perché mi ero reso conto che anche la mia vita era vuota, sottomessa al bere di mio fratello e al controllo di tutte le situazioni. Mi ero reso conto di essere anch'io una persona insicura, triste e arrabbiata con il mondo, seppur non fossi mai stato sotto l'influenza di alcool.
In Al-Anon c'è un opuscolo con l'immagine di una famiglia spezzata dall'alcool con scritto: “alcolismo malattia della famiglia”. L’ho fatto mio e vedevo che corrispondeva alla mia realtà, nel senso che fin quando mio fratello è stato nel problema dell'alcool attivo la nostra famiglia era disunita, ma con la sua sobrietà e la nostra partecipazione alle riunioni ci siamo riavvicinati e ci vogliamo bene.

Mi ero reso conto che anche la mia vita era vuota, sottomessa al bere di mio fratello e al controllo di tutte le situazioni. Mi ero reso conto di essere anch'io una persona insicura, triste e arrabbiata con il mondo.
In Al-Anon c'è un opuscolo con l'immagine di una famiglia spezzata dall'alcool con scritto: “alcolismo malattia della famiglia"

Nell'associazione Al-Anon ho trovato un gruppo di persone che non mi hanno mai chiesto o imposto di fare qualcosa ma mi hanno spronato sempre a prendere delle decisioni. Ho fatto delle amicizie che ancora oggi, dopo più di vent'anni di frequenza sono molto forti e anche se non ci vediamo spesso sento un forte calore e attrazione per essi.
Posso dire che Al-Anon per me e A.A. per mio fratello ha contribuito a cambiare in modo positivo le nostre vite. Se il bere di qualcuno sta rovinando la tua vita come lo ha fatto con le nostre c'è una possibilità di uscita e si chiama Gruppi Familiari Al-Anon e Alcolisti anonimi»

In Italia quasi 8 milioni i consumatori di alcol

Nel 2021, secondo dati dell'Istituto Superiore di Sanità, 7,7 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 20% degli uomini e all’8,7% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e mezzo di persone hanno bevuto per ubriacarsi e 750mila sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale.

Un milione e 370mila i giovani

Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.370.000 tra 11 e 25 anni, di cui 620.000 minorenni), le donne (circa 2,5 milioni, in crescita dal 2014, con punte massime di consumatrici a rischio del 29% tra le minorenni 16-17enni), gli anziani (2,6 milioni, di cui uno su 3 e quasi una su 10 over65 sono a rischio: eccedono su base quotidiana e consumano fuori pasto).
Nel 2021, si sono registrati 35.307 accessi ai Pronto soccorso, di cui il 10 % circa richiesto da minori, per le ragazze in proporzione doppia rispetto ai coetanei. (Qui per approfondire tutti i dati)

Per ricevere aiuto

Al-non
telefono 02.5801.8230
email: usg@al-anon.it
web: www.al-anon.it
Numero verde: 800-087-897


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