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Acli: contro le morti bianche, formazione partendo dalla scuola

All'antivigilia della ricorrenza mondiale dedicata al tema, il presidente del Patronato, Paolo Ricotti, chiede formazione già fra i banchi e più informazione sui luoghi di lavoro. Lanciando un appello alla politica perché si interessi dell'Inail, che è sempre più carente di personale medico

di Giampaolo Cerri

Non proclami ma idee concrete: è la linea scelta delle Associazioni cristiane lavoratori italiani – Acli in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro, che si celebra domani in tutto il mondo, dopo che l'Organizzazione internazionale del lavoro – Oil l'aveva istituita nel 2003.

Le affidano a Paolo Ricotti, presidente nazionale del Patronato Acli: «Perché si possa incidere efficacemente nella diffusione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, partendo anche dalla scuola», dice Ricotti, «sono necessari momenti informativi e formativi dei lavoratori costanti nel tempo».

I dati Inail, osservano alle Acli, continuano ad essere allarmanti: «Nel 2022», recita una nota, «nel nostro Paese si sono registrate 697.773 denunce di infortunio, il 25,67% in più rispetto al 2021, mentre in riferimento alle malattie professionali ne sono state protocollate 60.774, il 9,92% in più rispetto al 2021 (55.288). Un altro pilastro fondamentale per creare una nuova cultura della prevenzione è quello di accompagnare le aziende in un percorso virtuoso anche con incentivi economici, in particolar modo verso quelle imprese che investono in sicurezza. L’investimento nel processo di sicurezza significa anche maggiore produttività aziendale, mentre il fenomeno degli infortuni e delle malattie sul lavoro sono un costo diretto e indiretto per tutta la società e di ostacolo alla crescita del Pil».

Un’altra necessità è quella di adeguare l’Inail alle esigenze del nostro Paese, affinché ci siano opportunità per le imprese e ulteriori tutele ai lavoratori. «Le linee programmatiche di mandato 2022-2026, presentate dal Comitato di indirizzo e vigilanza- Civ dell’Inail lo scorso 14 aprile, indicano come prioritari due aspetti: l’individuazione di ulteriore personale medico e amministrativo da assumere e la possibilità di investire parte delle risorse economiche di bilancio, al momento vincolate per legge, nella gestione ordinaria dell’Istituto per la prevenzione, la formazione e comunque a supporto alle aziende», continua Ricotti, «ma in molte sedi Inail è presente un solo medico, a fronte di competenze che nel tempo si sono ampliate, come nel caso del reinserimento lavorativo per i disabili da lavoro». Il presidente del Patronato Acli si rivolge quindi alla politica che, dice, «deve ascoltare il grido di allarme di tutti i livelli apicali dell’Inail, oppure saremo nuovamente costretti ad indignarci per l’ennesima morte sul lavoro, aspettando che le cose si sistemino da sole. Speriamo che già nel prossimo decreto lavoro, si possa vedere un primo passo tangibile in tal senso».

Foto in apertura, Agenzia Sintesi.


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