Famiglia & Minori

«Così aiutiamo le madri adolescenti a rifiorire e a tornare a scuola»

Solo nel 2022 sono state oltre 70 le giovani madri, con età compresa tra gli 11 e i 21 anni, seguite gratuitamente agli ospedali San Carlo e San Paolo di Milano. Qui le ragazze ricevono supporto durante la gravidanza e fino ai due anni del bimbo. Un progetto ad hoc le aiuta poi a continuare gli studi (troppe sono quelle che non tornano sui banchi) nella consapevolezza che ottenere un diploma sia la strada migliore per alimentare la speranza

di Sabina Pignataro

Gravidanze precoci: se ne parla poco, perché socialmente è un tabu. Eppure sono sempre di più le giovani madri, con età tra gli 11 e i 21 anni, intercettate dai servizi dedicati. «Nel 2023 sono già 26 le nuove ragazzine coinvolte dal servizio Saga degli ospedali San Carlo e San Paolo di Milano», racconta Margherita Moioli, neuropsicomotricista e referente del servizio. «Nel 2022 sono state settanta, cioè più di cinque ogni mese; sessanta quelle seguite nel 2021». In questi due ospedali del capoluogo, fin dal 2007, un’equipe multidisciplinare composta da psicologhe-psicoterapeute, terapiste della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, coordinate dalla dottoressa Moioli e dal primario Alessandro Albizzati, accoglie gratuitamente le giovani madri, insieme ai loro compagni o alla famiglia di origine, fino al compimento dei due anni di vita del bambino,

Durante la gravidanza le ragazze vengono accompagnate in modalità individuale fino al momento del parto con incontri di rilassamento corporeo e colloqui di supporto psicologico. «Per le nostre ragazze è assolutamente essenziale questa dimensione intima», chiarisce Moioli. «Non si trovano a loro agio negli incontri di gruppo nemmeno fra coetanee». La maggior parte di loro chiede di essere sostenute nell’affrontare ansie e paure legate al delicato momento di trasformazione da adolescente a giovane mamma. «Ragazzi e ragazze esprimono difficoltà nei rapporti con le loro famiglie di origine, con le quali spesso ancora vivono, e ci chiedono sia un supporto nel tempo della gravidanza, che nella gestione del neonato».

Ragazzi e ragazze esprimono difficoltà nei rapporti con le loro famiglie di origine, con le quali spesso ancora vivono, e ci chiedono sia un supporto nel tempo della gravidanza, che nella gestione del neonato

Margherita Moioli

Una volta nato il piccolino, «per aiutare le ragazze a vedere i lati positivi della loro nuova vita – aggiunge Moioli – utilizziamo anche la tecnica del videofeedback, in uso già da tempo nel contesto statunitense e del nord Europa». In pratica: si prevede la registrazione di un momento di gioco mamma-bambino o papà-bambino che poi verrà rivisto insieme ad un operatore specializzato per sostenere tutte le competenze genitoriali.

Il nodo scuola

Una delle questioni più rilevanti è sicuramente la preoccupazione dei genitori e dei futuri nonni che la ragazza o il ragazzo non possano più studiare o non trovino un lavoro conciliabile con la condizione di genitore. Per questo motivo, nel 2021, Saga e Coop Zero5 (con il finanziamento di Fondazione Azimut) hanno dato vita al progetto “In – Bloom” che ha lo scopo di evitare la dispersione scolastica delle più giovani (under 16), sostenere la formazione professionale e introdurre le ragazze nel mondo del lavoro affiancate da educatrici specializzate.

«Diventare madri in età giovanissima è una sfida. C’è il rischio di interrompere gli studi e pregiudicare il proprio futuro lavorativo», evidenzia la responsabile del progetto In Bloom, Francesca Sozzi. «Per queste ragazze lo studio, la formazione e di conseguenza il lavoro, sono strumenti essenziali attraverso i quali la donna è in grado di prendersi cura del proprio nucleo familiare e, contemporaneamente, aprire un ventaglio di possibilità per costruirsi una propria identità». Inoltre, «formarsi o riprendere e completare il ciclo di studi è un canale per investire sulla motivazione, definendosi nel mondo con una propria specificità e unicità».

Diventare madri in età giovanissima è una sfida. C’è il rischio di interrompere gli studi e pregiudicare il proprio futuro lavorativo

Francesca Sozzi

Il diritto al lavoro, all’autonomia di una giovane donna dovrebbe essere tutelato come un bene prezioso. «Per far ciò – osserva Sozzi – è necessario compiere ancora qualche passo, come ad esempio garantire l‘accesso fin da subito, ai nidi pubblici, alle neo mamme che non lavorano e non studiano. Questo permetterebbe alle ragazze di aver più tempo per dedicarsi allo studio come i loro coetanei e conciliare i due mondi che per ora sono ancora troppo lontani».

La collaborazione con le scuole di Milano

«Con In – Bloom abbiamo cominciato a delineare buone pratiche e ad aprire canali di collaborazione con le scuole superiori che ci hanno dato fiducia», racconta ancora Sozzi. «Riuscire a contrattare orari di entrata e uscita anticipata delle ragazze e monitorare l’andamento in itinere del percorso fissando, se necessario, colloqui con i docenti, sono stati il fulcro del primo anno di lavoro. Sarebbe funzionale poter garantire, almeno per i primi mesi, post gravidanza, un ritorno a scuola graduale, magari permettendo alle neo mamme di seguire alcune lezioni online, da remoto. Purtroppo ad oggi questa soluzione non è percorribile ma siamo fiduciosi e lavoriamo per aprire nuove piste future».

Come funziona il progetto

L’equipe di Cooperativa Zero5 – laboratorio di utopie metropolitane è composta da tre educatrici che dopo aver conosciuto le ragazze presso il Saga le supportano e le sostengono nell’ individuazione di strade lavorative/formative percorribili a partire dalla loro concreta condizione, perché continuino a investire su di sé, sulla propria formazione, sul lavoro, sul futuro. «Il progetto prevede un primo momento di ascolto, di raccolta informazioni preziose e di valorizzazione delle risorse e competenze che queste giovani donne possiedono senza, spesso, esserne consapevoli, accompagnandole ad imparare nuovi modi di stare in equilibrio nei loro diversi ruoli e identità sociali di madri, di adolescenti, di studentesse e lavoratrici. L’intento è quello di rispondere a tali bisogni prendendo in carico le ragazze e accompagnandole a scommettere su di sé attraverso il lavoro, la formazione e l’empowering delle loro risorse».

“In – Bloom”, inoltre, attiva tutoring individuali a contrasto della dispersione scolastica; tutoring orientativi per la costruzione di un progetto lavorativo e/o per la formazione-qualificazione professionale e accompagnamenti a inserimenti lavorativi e/o in percorsi di formazione e qualificazione professionale. «Una volta avviati questi percorsi virtuosi, viene monitorata la tenuta psicologica delle ragazze condividendo emozioni e dubbi per consolidare i percorsi di inserimento nel mondo del lavoro e della conquista dell’autonomia. Esperienze nuove e cariche di valore».

Grazie al contributo economico della Fondazione Azimut è stato possibile pagare gli asili nidi privati che hanno permesso alle ragazze di avere tempo per la ricerca di occupazione, sono stati acquistati pc per favorire il lavoro da remoto, sono stati finanziati corsi di formazione e tirocini di inserimento in aziende che ci hanno dato fiducia.

Nel 2020, 923 bambini nati da madri minorenni

Secondo il Servizio Ricerca e Monitoraggio Area Infanzia e Adolescenza dell’Istituto degli Innocenti, su elaborazione dei dati Istat, nel 2020 i bambini nati da madri minorenni sono stati 923, di cui 4 sono stati messi al mondo da ragazze con meno di 15 anni, quindi prima dell’età del consenso (tre delle mamme sono italiane e una è di nazionalità straniera). I numeri complessivamente sono in calo, nonostante la pandemia da Covid-19: nel 2019 i bambini nati da madri minorenni erano stati 1.086 e nel 2018 1.218. La maggior parte delle baby mamme sono italiane e nel 2020 hanno messo al mondo 741 bambini, mentre quelli nati da adolescenti di origine straniera sono 182. Con 232 bambini nati da madri minorenni (fino ai 17 anni), la Sicilia si conferma la regione italiana più segnata da questo fenomeno, seguita da Campania (206), Puglia (88) e Lombardia (81).

Contatti
Presidio San Carlo, via Pio II Milano -Settore A Piano 5
Presidio San Paolo – Ambulatorio di via Ovada 26, piano 1
tel. 02/4022.2244 – 2247
studio psicologhe 02/4022.2243
mail saga@asst-santipaolocarlo.it


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