Famiglia & Minori

La sfida di Collepasso: rottura col passato e politiche sociali

È la prima donna ad essere eletta sindaco di Collepasso, piccolo comune in provincia di Lecce. Laura Manta per prima cosa riporta le politiche sociali al centro della governance e progetta un comune attrattivo per un turismo non "mordi e fuggi". Senza perdere di vista la ricomposizione sociale, la rigenerazione urbana e il recupero delle tradizioni culturali

di Gabriella Debora Giorgione

Piccoli comuni significa anche "grandi scontri". Durante le campagne elettorali si contrappongono quartieri, strade, famiglie. La competizione si vive sulla pelle e sulle porte. E' un momento in cui le comunità discutono, si ritrovano, si confrontano, si rimettono in gioco. Ma nei piccoli comuni la personalizzazione del confronto arriva anche a toni alti, a fare male e del male. Però questo scatena il Bene, perché è la comunità stessa che al male reagisce e mette argini.

Diciamo che in posti così ci si dovrebbe venire a luglio, quando a Collepasso si fanno i "giochi senza frontiere", oppure ad agosto, con la musica saracena e il tango. Ad aprile è bello, certo, ma il mare ci resta all'orizzonte…
Laura Manta, la sindaca di Culupazzu – come viene chiamato in dialetto salentino il piccolo comune in provincia di Lecce che dista solo 14 chilometri dalle spiagge gallipoline – ci ha incuriosito a causa delle polemiche, odiose e al sapor sessista, scatenate su di lei qualche mese fa da un consigliere comunale di opposizione. Giovane avvocata salentina specializzata in Diritto di famiglia, Manta è stata eletta sindaca a 41 anni, nel 2021. La prima donna a indossare la fascia tricolore a Collepasso, che oggi conta 5.667 abitanti, circa mille in meno nel giro di vent'anni. La "figlia di Collepasso", come si definisce lei sottolineando le sue forti radici, dopo l'attacco mediatico volgare subìto ha catalizzato attorno a sé la difesa da parte di tutta la comunità di questa esperienza amministrativa giovane, di rottura rispetto al passato e "al femminile".

Abbiamo letto che Collepasso è un Comune "vivace", sindaca…
È un comune che ha grosse potenzialità finora rimaste troppo nascoste.

Quali?
Una buona posizione geografica, siamo 98 comuni tutti piccoli ma molto vicini. Collepasso è centrale, siamo sulla direttrice Otranto-Leuca. Finora però è stato poco valorizzato, per cui con la mia giovane amministrazione stiamo cercando di guardare e di conseguenza raccontare in modo diverso il nostro paese: da qui il nostro ingresso anche nei circuiti dei “Cammini di Leuca” dove abbiamo aderito al “Cammino di Don Tonino Bello”, una visione innovativa di cultura, turismo ed educazione che punta al “turismo conviviale” ed è un vasto programma di sviluppo del Salento e del Capo di Leuca fondato sulla mobilità dolce e sul turismo sostenibile. È un’iniziativa scaturita dalla “Carta di Leuca”, che è un laboratorio permanente, interculturale e interreligioso, dei giovani che vivono nelle diverse sponde del Mediterraneo e che si impegnano vicendevolmente nella costruzione di un futuro migliore, avendo a cuore la custodia del Creato, la centralità della persona e la costruzione di percorsi di convivialità, nel rispetto delle differenze. Il Cammino è stata anche l’occasione per presentare Collepasso a “Fa’ la cosa giusta”, a Milano.

Da avvocata matrimonialista a sindaca: chi l’ha convinta?
La mia propensione politica nasce all'interno del circolo del Partito Democratico di Collepasso, dove dal 2018 ero il segretario cittadino. È stato un bel percorso: una “scuola politica” all'interno del circolo e poi da lì abbiamo costruito questo percorso insieme ad altri amici ed amiche.

La candidatura è arrivata “naturale”, quindi?
Seguivamo da vicino due consiglieri di opposizione che erano due iscritti al circolo, avevamo partecipato alla competizione precedente e avevamo perso, per cui avevamo fatto una serrata opposizione. Nel frattempo si era consolidata questa vivacità politica e di partecipazione nel “Laboratorio cantieri democratici” che avevamo creato. È stato naturale quindi pensare a me come figura del candidato sindaco e io non me lo sono fatta ripetere due volte. Fuori dal Circolo ovviamente la mia candidatura è stata osteggiata da ben tre liste: ogni famiglia, un parente candidato. Nei piccoli comuni c’è un rapporto uno ad uno, abbiamo avuto una campagna elettorale molto agguerrita. Collepasso ha un’anima storicamente di centro destra, l’amministrazione uscente governava da dieci anni. Quando si è iniziato intravedere invece che il consenso stava crescendo e non sono mancati insomma anche colpi bassi: parole forti nei comizi, volantini anonimi, un clima anni ‘70 insomma. Andare casa-casa a chiedere il voto e poi spiare se qualcuno dopo di te entra nella stessa casa, oppure togliere i volantini dell’avversario. Io ho cercato di svecchiare, ma qui il casa-casa resta l’unico vero “metodo” di una campagna elettorale.

Quale, il tema del cambiamento?
Innanzitutto inaugurare una stagione di politiche sociali, si figuri che la precedente amministrazione non aveva neanche l’assessorato, c’era solo una consigliera delegata che però era un’insegnante che lavorava a Milano e gestiva la delega alle politiche sociali di Collepasso a 1.100 km di distanza. Si era creato davvero uno scollamento tra il paese e il comune. Come primo passo, oltre all’assessorato, abbiamo istituito la figura del Garante dei disabili e il taxi sociale per le persone rimaste sole, perlopiù anziani, che non hanno mezzi per andare a fare una visita medica, la spesa grande. Per il Garante abbiamo proprio un Regolamento comunale.

Lo gestite con il Terzo settore?
Ancora no, ci stiamo lavorando. A Collepasso ci sono la Pro-loco e alcune associazioni sportive, ma soprattutto qui c’è l’Associazione dei rioni collepeassesi, che sono quattro e che in agosto si sfidano per dieci giorni per il palio dei rioni. Era una tradizione ormai quasi spenta, invece noi l’abbiamo ripresa. Siamo una piccola Siena del Salento, insomma.

Visto che le ha attivate: quali sono le politiche sociali di Collepasso?
Allora: abbiamo i gradi di scuola fino alle medie e poi un nido gestito dalle suore. Adesso, però, con il bando del Pnrr abbiamo ottenuto 1.900mila euro per la costruzione di un asilo nido che ci permetterà di riqualificare e ristrutturare un immobile comunale da anni in disuso, quindi oltre ad offrire un nuovo servizio riqualificheremo anche un intero quartiere. Benché ci sia una maggiore popolazione anziana rispetto ai nuovi neonati, devo dire anche che siamo registrando in quest'ultimo anno, soprattutto dopo il covid, un ritorno a Collepasso. Abbiamo quindi pensato di investire perché è vero che i nostri comuni si stanno spopolando, ma se non diamo neanche i servizi è chiaro che una famiglia poi anche per necessità deve andare a vivere fuori. Spingiamo dunque affinché le giovani coppie vivano qui e si spostino magari a Lecce per lavoro, visto che è vicino. Per continuare: sul reddito di cittadinanza abbiamo attivato i PUC e sono stati un successo di emancipazione e reinserimento per i percettori. Abbiamo ottenuto dalla Regione Puglia l’accreditamento per l’apertura del centro diurno socioeducativo e riabilitativo per le persone con disabilità. Abbiamo anche avviato la costruzione della mensa perché vogliamo incentivare il servizio di tempo pieno a scuola e dare così maggiori strumenti alle famiglie che lavorano (vedi foto del rendering nella gallery, sotto).

Ti porto in centro, invece, cosa è?
Un finanziamento a cui teniamo molto perché ci permetterà di riqualificare tutta la zona periferica del paese sino ad arrivare al centro. Di pari passo vanno la riqualificazione del palazzo baronale, l’efficientamento energetico dei locali ex mercato coperto e di tutti gli edifici comunali, l’ampliamento dell’ecocentro comunale ed il riconoscimento dei requisiti di gestore del bosco denominato “Parco Bosco”, che è stato da poco iscritto all’Albo regionale dei Boschi Didattici della Puglia.

Avete pensato ad un progetto di accoglienza di persone migranti nel Sistema Accoglienza Integrazione?
È un progetto che richiede di essere ben spiegato e partecipato.

Quante case sfitte avete?
Tante.

Il genius loci da cui ripartire?
L'attrattività anche turistica non "mordi e fuggi". Collepasso ha una bella vocazione ad essere "tappa obbligata" per chi il Salento lo vuole vivere e conoscere.

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Quali sono le sue maggiori difficoltà, sindaca?
Nel primo periodo, dare nuovo assetto agli uffici comunali perché con le scadenze e le finestre strette del Pnrr o si cambiava passo o si restava indietro. Oggi il rapporto con la cittadinanza è un rapporto sicuramente positivo perché stanno riconoscendo l'impegno, la vivacità e l'approccio nuovo che abbiamo voluto dare. Lo scoglio duro è quello invece con un'opposizione con cui non c'è dialogo, anzi c'è uno scontro improduttivo anche nelle sedi istituzionali. A me dispiace molto perché abbassando il livello della comunicazione il rischio è che poi il cittadino abbia una percezione bassa dell'impegno politico e amministrativo.

Quante ore lavora al giorno?
Vede, quello del sindaco è un impegno totalizzante, io ho la fortuna di avere mio marito che svolge la mia stessa professione e che quindi molte volte nelle udienze la mattina mi sostituisce. Mi sto dedicando molto all’amministrazione, bisogna lavorare e dare il buon esempio. È chiaro che ho una rete familiare che grazie a Dio mi aiuta, senza quella non potrei fare nulla.

La famiglia è la vera “infrastruttura sociale”, insomma…
Assolutamente, sì!

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