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Carla e Alessandro, noi felici

Una storia di accoglienza, di affido che diventa adozione. Le difficoltà a scuola, l’inserimento in un centro diurno: storia di un amore, materno e filiale

di Sara Bellingeri

Un trionfo di colori, bellezza e poesia. Le creazioni floreali di Alessandro Castellano, 34 anni, nutrono lo sguardo di chi le osserva e al contempo rendono felice lui, che con cura e attenzione dà vita a storie variopinte. A confermare la soddisfazione è anche Carla Zanchetta, sua mamma e socia dell’associazione onlus LatinAutismo, che partecipa alla nostra intervista. «Alessandro è stato adottato a 10 anni dopo quattro di affido e da allora ci siamo impegnati affinché lui potesse essere felice insieme a noi», inizia a raccontare.

La serenità di Alessandro si percepisce dalla voce che scorre limpida: amare e sentirsi amato è un dono che condivide ogni giorno con i suoi genitori. «Avere la disabilità in famiglia non significa essere una famiglia sfortunata: noi insieme siamo felici», afferma con forza Carla, «con l’associazione organizziamo vacanze insieme altri genitori e ragazzi: il confronto è un’esperienza preziosa».

Riguardo alle difficoltà vissute durante il percorso, Carla racconta: «La prova più grande l’abbiamo affrontata con la scuola a causa della rigidità che spesso la caratterizza», commenta, «la scuola chiede agli alunni di adattarsi al proprio sistema ma essa stessa è restia a farlo nei confronti di chi ha una disabilità». E aggiunge: «Anni fa non sono mancate situazioni difficili che ci hanno portato a far trasferire Alessandro in un’altra scuola. Con i suoi compagni di classe ci siamo sempre trovati bene, i problemi sono invece derivati dal fatto che la coperta delle ore del sostegno è spesso corta: è persino capitato che ci chiamassero a scuola per andarlo a prendere prima».

Lei stessa lavora a scuola e sottolinea l’importanza di migliorare sempre più il fronte dell’inclusione scolastica e di investire maggiormente su di esso, anche per garantire la continuità delle risorse umane coinvolte. «È necessario che gli insegnanti di sostegno siano specializzati e preparati», evidenzia la signora, «l’aspetto dell’umanità non deve comunque mai mancare». E precisa: «L’attenzione nei confronti delle persone con autismo e i progetti ad esse dedicate sono sicuramente aumentati rispetto a trent’anni fa ma resta importante puntare sulla continuità di progettualità come il “Dopo di noi”».

Gli stessi genitori di Alessandro si sono impegnati molto per favorire il più possibile l’apprendimento del proprio figlio. «Oggi riesce a scrivere e a leggere», racconta con soddisfazione.

Ora Alessandro è un giovane uomo con diverse passioni. Attualmente frequenta un centro diurno e sta partecipando a un tirocinio formativo nell’ambito del progetto “Io al centro,” dove si occupa di confezionamento ed etichettatura delle piante.

Alessandro è entusiasta di partecipare all’intervista. Quando gli chiedo quale sia la cosa che lo appassiona di più, senza indugio risponde: «Mi piace molto il karaoke e leggere, mi piacciono tanto i fiori», elencando con accuratezza vari nomi tra cui quelli dei suoi preferiti che sono i gigli e i gladioli. «Sono molto bravo a fare le decorazioni con i fiori», afferma: i colori sgargianti delle sue creazioni testimoniano quanta cura, impegno e anche emozione Alessandro doni a ciò che fa. Mi conferma che la sua attività prediletta è realizzare i festoni e che vorrebbe farlo di lavoro. C’è invece qualcosa che non ti piace? «Quando mi arrabbio: non mi piace! Ma ci sono volte in cui non mi arrabbio mai», precisa.

Ritorniamo subito a parlare di cose belle. Alessandro ama decorare. Di recente ha preparato le uova per la Pasqua, «ma quello che mi piace di più è fare i fiori», ribadisce abbracciando il talento che vorrebbe mettere a frutto e che un buon terreno d’inclusione lavorativa potrebbe far crescere sempre più.


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