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Lavoratori a rischio sostituzione e disoccupati: per loro 30 milioni dal Fondo Repubblica Digitale

Dopo Neet e donne, sono questi i due nuovi target dei bandi finanziati dal Fondo Repubblica Digitale. Stanziati altri 30 milioni di euro per aumentare le competenze digitali degli italiani

di Sara De Carli

I due nuovi target sono i lavoratori con mansioni a forte rischio sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica e le persone disoccupate e inattive: dovranno rivolgersi a loro i progetti in risposta ai due nuovi bandi del Fondo per la Repubblica Digitale, pubblicati oggi. Si chiamano rispettivamente “In progresso” e “Prospettive” e potranno contare complessivamente su 30 milioni di euro (10 per i progetti rivolti a lavoratori a rischio sostituzione a causa dell’automazione e 20 milioni per le persone disoccupate o inattive).

Per Daria Perrotta, Presidente del Comitato di Indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, «accrescere e aggiornare le competenze digitali di questi due universi di destinatari, individuati dal Comitato di indirizzo strategico rappresenta sia l’occasione per consentire nuovi ingressi nel mondo del lavoro, sia per sostenere i lavoratori dei settori più interessati dalle trasformazioni digitali».

In Italia, ci sono 26 milioni di persone che non hanno competenze digitali di base. È il 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni: la media Ue si ferma al 46%. Queste basse competenze digitali si innestano perdipiù in un contesto di mancanza di conoscenze più esteso che comprende abilità cognitive complementari, dette anche soft skills. Questo produce un impatto sulla reale “cittadinanza digitale”, sull’accesso ai servizi della Pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini, sull’adeguamento delle competenze dei lavoratori al mutare delle esigenze del mercato del lavoro e rappresenta un freno allo sviluppo del Paese. L’Italia infatti è anche tra i Paesi con il più alto tasso di skill mismatch in Europa: significa che lo skill-gap si traduce nell’incapacità di acquisire, entro i tempi della transizione tecnologica, le stesse abilità complesse che svolgerebbe un robot al nostro posto. Un recente studio dell’Università di Trento conferma che nei prossimi 15 anni la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico si attesterà tra il 33% e il 18%, disegnando una forbice tra i 7,12 milioni e i 3,87 milioni di lavoratori. Le professioni ad alto rischio di automazione si trovani in diversi settori: trasporti e logistica, supporto d’ufficio e amministrativo, produzione, servizi e vendite. Tutto ciò rende necessaria un’azione di adeguamento del know-how attraverso azioni di upskilling dei lavoratori, con percorsi di formazione sulle competenze digitali e trasversali per svolgere le loro mansioni in via complementare agli strumenti forniti dall’innovazione tecnologica. C’è tempo fino al 4 agosto, per soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, per presentare le proprie idee progettuali in risposta al bando "In progresso", attraverso il portale Re@dy.

Sull’altro fronte,quello dei disoccupati e degli inattivi, basti ricordare che l’Italia riporta il più alto tasso di inattività: 34,6% nel terzo trimestre 2022, con più una persona su tre nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni che risultava non occupata o in cerca di occupazione, contro il valore medio Ue pari al 23,6%. Inoltre, secondo i dati OCSE, il tasso di disoccupazione del nostro Paese è del 7,9%, superiore di quasi due punti percentuali rispetto alla media europea (6,1%). Il bando “Prospettive” punta ad accompagnare lo sviluppo delle competenze digitali di donne e uomini ai margini del mercato del lavoro – disoccupate/i e inattive/i – di età compresa fra i 34 e i 50 anni, per offrire loro migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. La scadenza per la presentazione dei progetti in questo caso è il 14 luglio: possono partecipare soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del Terzo settore.

«Investire sul capitale umano per sperimentare, in maniera innovativa rispetto al passato, policy di intervento in favore delle fasce più fragili, significa impegnarsi per il futuro di tutta la società italiana», afferma Giovanni Fosti, presidente del Fondo Repubblica Digitale – Impresa sociale. «Crediamo sia importante sostenere il miglior accesso possibile al lavoro per tutti: giovani, donne, lavoratori a rischio. Ringrazio le Fondazioni di origine bancaria che sostengono questo importante progetto nazionale: essere uniti in questo obiettivo significa lavorare affinché la transizione digitale non diventi un’ulteriore forma di esclusione per il futuro del nostro Paese». Per tutti i dettagli relativi alla partecipazione dei due bandi si può consultare il sito fondorepubblicadigitale.it.


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