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Tutto intorno alla Caritas c’è la banca di Doris

La fondazione della Caritas ambrosiana che aiuta gli economicamente fragili a rischio usura - 444 prestiti concessi dal 2004 per 5,5 milioni - potrà contare su Banca Mediolanum (e sulla Fondazione guidata dalla figlia del banchiere scomparso, Sara) anche per il prossimo triennio e su un fondo rotativo di 400mila euro

di Giampaolo Cerri

Ripartire grazie a un prestito sociale. Ci sono famiglia o singoli in condizione di fragilità economica che hanno potuto ripianare debiti, fra fronte a morosità o a spese improvvise, grazie al credito concesso da Fondazione San Bernardino, il braccio di Caritas ambrosiana (ma che opera in 10 diocesi lombarde) per sostenere persone in difficoltà finanziaria, spesso non bancabili vale a dire difficilmente ammesse ai prestiti, sottraendole all’abbraccio fatale degli strozzini. Dal 2004 ne hanno aiutate 444, erogando 5,5 milioni.

Oggi a Milano, Banca Mediolanum e Fondazione Mediolanum, che avevano già attivato un protocollo con la San Bernardino dalla sua nascita, mettendo a disposizione 739mila euro, hanno annunciato un ulteriore triennio di collaborazione. «Con la nuova intesa», fanno sapere a Mediolanum, «valida fino al 2026, verranno rese disponibili risorse (un plafond rotativo già in essere da 400mila euro, parzialmente garantito dalla Fondazione San Bernardino) per concedere prestiti chirografari (cioè fiduciari, senza ipoteche, ndr) fino a un massimo di 20 mila euro e per un massimo di 60 mesi, a un tasso fisso dell’1,25%, restituibili con rate mensili». I prestiti erogati vengono integrati da un’azione di accompagnamento sociale e di educazione finanziaria da parte degli operatori professionali e dei volontari di San Bernardino.

«Quello che noi definiamo “credito sociale”», ha affermato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas e presidente della Fondazione, «è uno strumento di ormai provata efficacia nel prevenire l’avvitarsi di parabole personali che finiscono per avere un elevato costo sociale. E che molto di frequente vanno a rafforzare filiere criminali, minaccia per la sicurezza dell’intera comunità».

Un prestito di soccorso

Giustamente fieri in casa Mediolanum: «Il rinnovo della convenzione», ha dichiarato Giovanni Pirovano, presidente della banca, «testimonia l’impegno concreto della banca nel percorso di contrasto alle disuguaglianze, atto a favorire l’inclusione socio-finanziaria dei beneficiari, soggetti meritevoli che le avversità della vita hanno trascinato in condizioni di vulnerabilità economica. Il “prestito di soccorso”, come lo definiamo noi, rappresenta un processo di indebitamento responsabile che può aiutare le persone a rientrare a pieno titolo nel circolo virtuoso della vita».

Gli ha fatto eco la vice, Sara Doris, capo della fondazione di impresa e figlia del compianto fondatore Ennio: «Ascoltare le fragilità del territorio e farsene carico nella misura in cui si può», ha detto, «è un dovere che ognuno di noi deve assumersi. L’incontro con Fondazione San Bernardino, nel 2009, ha segnato la strada verso l’accordo di Banca e Fondazione con altre 12 fondazioni diocesane, che si occupano di lotta all’usura, attive nell’intero territorio nazionale. Ad oggi sono oltre 480 i beneficiari degli interventi, di cui 89 in Lombardia, dove il 72% sono donne, soprattutto mamme affidabili, spesso monoreddito ma soprattutto responsabili del futuro dei loro figli».

L’arcivescovo: credito buono ed educazione

Alla presentazione del nuovo accordo c’era anche Mario Delpini, arcivescovo di Milano, che ha avuto parole di gratitudine per l’iniziativa. «Ringrazio per il rinnovo di questa convenzione», ha detto, «servizio prezioso e strumento concreto per costruire speranza. Di fronte ai macigni che gravano sulle spalle degli uomini in un sistema malato come l’attuale, che produce divari insostenibili nella distribuzione della ricchezza, povertà diffuse, guerre, e al quale le fragilità delle persone finiscono per spianare la strada, non ci si può limitare a deprecare il male. Bisogna operare le rettifiche possibili. Si deve tendere la mano a chi deve rialzarsi: lo si può fare anche tramite il credito buono, la consulenza per un uso oculato del denaro, l’educazione finanziaria. L’alleanza tra prossimità dei volontari e competenza dei professionisti semina speranza, in un sistema che necessita di revisione radicale».

In apertura, foto di T. Toochinda, da Unspleash.


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