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Sostenibilità sociale e ambientale

Caritas di Rimini: «L’emergenza non dimentichi poveri e fragili»

«Quello che serve è dare attenzione a quelle persone che sono già povere e fragili e che rischiano di essere escluse dalla macchina degli aiuti», spiega Mario Galasso, 59 anni, direttore. «Una volta finita l’emergenza si accenda un faro sull’uso del territorio. Non si combattono i cambiamenti climatici alzando l’alveo dei fiumi»

di Redazione

Portare aiuto a tutti i cittadini colpiti dall’alluvione di questi giorni in Emilia Romagna, ma soprattutto agli invisibili, a quelle fasce di popolazione meno aiutate dalle grandi iniziative di solidarietà. Contribuire con sostegno materiale sì, ma anche psicologico. E poi, una volta usciti dalla crisi, spingere perché la politica, a tutti i livelli, prenda in carico come prioritario il problema dell’emergenza climatica. È un vero e proprio piano di azione quello enunciato da Mario Galasso, 59 anni, direttore della caritas diocesana di Rimini, delegato delle Caritas dell’Emilia Romagna e anche volontario della Protezione Civile. «Rimini? Rispetto a Forlì, Imola e Faenza ha avuto danni sì, ma minimi. Ha tenuto botta insomma. Riccione è più in sofferenza, ma dalla Caritas di Imola mi hanno fatto sapere che Lugo sta lentamente finendo sotto una grande massa d’acqua» spiega, appena dopo aver chiuso un incontro online con gli altri responsabili Caritas della regione per fare un punto sulla situazione dell’alluvione e sulle prossime azioni da mettere in campo per sostenere le popolazione.


Attenzione a poveri e fragili
«Siamo Caritas, non Protezione Civile. Diamo un aiuto concreto (quindi recuperiamo stivali e pale per liberare le case dal fango) ma per noi è importante fare rete, stringerci insieme» è un po’ questo il messaggio emerso dal punto di questa mattina. «Quello che serve è dare attenzione a quelle persone che sono già povere e fragili e che rischiano di essere escluse dalla macchina degli aiuti». Quella macchina «che va dove di solito ci sono i numeri più importanti». Insomma, aiutare a svuotare la cantina è necessario, ma, sottolinea Galasso, il tema è «stare vicino alle persone, farle sentire meno sole, aiutarle a riprendere la propria vita. Lo diciamo, ne siamo consapevoli, in un momento difficile in cui ci sono dispersi e frane».

Emergenza climatica
Nel corso dell’incontro, è emersa anche la necessità che «una volta finita l’emergenza climatica si accenda un faro sull’uso del territorio e su tutti quei temi legati alla custodia del creato. Non si combattono i cambiamenti climatici – sottolinea – alzando l’alveo dei fiumi. I ragionamenti che si devono fare ora devono essere di grande respiro, non delle scorciatoie». Il mondo politico deve «alzare lo sguardo. Papa Francesco ci dice che non ci sono due crisi, sociale e ambientale, separate, ma una sola e complessa».

Nelle foto Imola, credit Alessandro Zanoni Caritas locale


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