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Guido Castelli: «Volontariato e imprese sociali decisivi per ripartire dopo le catastrofi naturali»

Ci scrive il commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016: «Abbiamo lanciato il programma Next Appennino il cui obiettivo è quello di sostenere le imprese e rilanciare l’economia dei territori, incentivare l’innovazione del piccolo e medio tessuto imprenditoriale, finanziare piattaforme di trasformazione tecnologica per rendere più sostenibili e al passo con i tempi le filiere ambientali, immettere risorse importanti nella cultura, nel turismo e nel Terzo settore»

di Guido Castelli

C’è bisogno di solidarietà per ripartire. Lo sanno bene le persone, le famiglie e le imprese ferite da ogni tragedia. Quelle segnate dal terremoto del Centro Italia del 2016 non si sottraggono a questa consapevolezza. La solidarietà può essere di tanti tipi. Quella che si manifesta immediatamente dopo la catastrofe; quella che serve per ricostruire; quella che bisogna innescare per rigenerare la vita economica, produttiva, sociale. La solidarietà deve poter contare su risorse economiche e su braccia e gambe che sappiano farle fruttare.

Nel programma Next Appennino – per il rilancio economico e sociale delle regioni del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, finanziato dal Fondo Complementare al Pnrr per le Aree Sisma – ci sono risorse per le imprese che si candidano a essere motori di questa ripartenza. Ho l’onore e l’onere di guidare questo percorso e pochi giorni fa ho avuto il piacere di poter approvare le prime graduatorie, che sbloccano risorse per 277 milioni di euro, che vanno a sostenere 1.280 progetti nei territori colpiti dal sisma di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, generando 434 milioni di investimenti.

Obiettivo di NextAppennino è quello di sostenere le imprese e rilanciare l’economia dei territori dei due crateri 2009 – 2016, incentivare l’innovazione del piccolo e medio tessuto imprenditoriale, finanziare piattaforme di trasformazione tecnologica per rendere più sostenibili e al passo con i tempi le filiere ambientali, immettere risorse importanti nella cultura, nel turismo e nel Terzo settore.

Certo, la rinascita sociale del Centro Italia colpito dal sisma del 2016 passa anche dal contributo del Terzo settore, dove la parola “solidarietà” è persino più pronunciata (e praticata). Il tessuto sociale per ripartire ha bisogno di non subire strappi. E quasi sempre sono proprio le realtà del Terzo settore a preoccuparsi dei rammendi fini, delle tessiture più integrate per evitare che i più fragili lo diventino ancora di più. Organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, reti associative, imprese sociali e cooperative sociali, società di mutuo soccorso: il panorama del Terzo settore è vario, e ha bisogno di progetti specifici e adeguati. Nel caso dei bandi del programma Next Appennino più del 5% delle risorse (poco più di 15 milioni su una dotazione complessiva di 277 milioni) è stato attribuito a 49 diverse proposte provenienti da soggetti del Terzo settore: servizi socio-assistenziali (circa la metà del totale dei progetti del Terzo settore si rivolgono a centri sociali, centri per i giovani, etc), servizi sociali e per la comunità (poco più del 30% sono indirizzati per lo più a iniziative di supporto alla disabilità fisica o psichica), servizi sociali per la promozione del lavoro (11,5%), servizi per lo sport (5,5%) e servizi per la cultura (3%).

La “terza Italia” – quella che non è Nord e non è Sud – che sull’Appennino combatte contro lo spopolamento e la penuria di infrastrutture, soprattutto dopo il sisma del 2016 ha bisogno del Terzo settore, per rinascere. E i fondi del Pnrr possono dare un aiuto concreto, specialmente dove si sanno spendere, come nel caso dei progetti di Next Appennino.

Prima che andasse di moda la parola “sostenibilità” ci accontentavamo di promuovere e invocare la “solidarietà”. Essere solidali è la prima condizione per diventare sostenibili. E la solidarietà è il motore di ogni attività che voglia essere “inclusiva”, aperta al contributo di ogni “diversità” che si riconosca parte di un cammino comune. Sostenibilità, inclusione, diversità sono le premesse di ogni percorso che voglia durare nel tempo e possa essere proponibile in luoghi distinti, e talvolta distanti. Sono le parole del volontariato, delle imprese e delle cooperative sociali, sono il vocabolario del Terzo settore.


Nella foto, Guido Castelli è il terzo a partire da destra


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