Solidarietà & Volontariato

Monza e Brianza: la politica metta al centro la comunità. Ma non solo a parole

“Associazioni, Volontariato, Imprese Sociali in Brianza: Il Terzo Pilastro per lo sviluppo della Comunità e le alleanze con le istituzioni”. È stato questo il titolo di un incontro organizzato dalle rete del Terzo settore territoriale e ospitato nella sede della Provincia. Sulla carta gli impegni ci sono stati. Seguiranno i fatti?

di Redazione

Come portare il sociale al centro dell’agire politico di una comunità? È in fondo questa la domanda che ha animato lo scorso 18 maggio l’evento promosso dal Centro di servizio per il volontariato di Monza, Lecco e Sondrio, dal Forum provinciale del Terzo settore di Monza Brianza e dalla Fondazione di Comunità di Monza e Brianza sotto il titolo “Associazioni, Volontariato, Imprese Sociali in Brianza: Il Terzo Pilastro per lo sviluppo della Comunità e le alleanze con le istituzioni”. L’incontro si è tenuto nella sede della Provincia di Monza e Brianza in via Grigna 13 a Monza.

In apertura dei lavori, condotti dal direttore di VITA Stefano Arduini, il vicepresidente della Fondazione di Comunità Luigi Losa e Roberto D’Alessio portavoce del Forum hanno indicato l’obiettivo di questo percorso di coinvolgimento delle istituzioni in una prospettiva condivisa, «che» hanno detto, «è quella rendere la Brianza un posto migliore, perché più capace di rispondere ai bisogni dei suo territorio e della sua gente». In questo senso, almeno sulla carta sono state molto significative le aperture degli ospiti istituzionali: Bortone Beaumont, prefetto vicario di Monza e Brianza; Riccardo Borgonovo vice presidente Provincia Monza Brianza; Egidio Riva presidente Conferenza dei Sindaci Asst Brianza; Corrado Guzzon direttore distretto Carate Asst Brianza; Fabio Muscionico direttore Dipartimento Pipps (Programmazione Integrazione Prestazioni Sanitari e Sociali ) di Ats Brianza.

Il prefetto Beaumont ha ringraziato il Terzo settore «per il supporto costante in caso di emergenza sociale, come oggi possiamo vedere in Romagna, ma come è sempre stato anche su questo territorio sul versante dell’accoglienza dei migranti». Borgonovo da parte sua ha definito «insostituibile» il ruolo del non profit in quanto «costruttore di valore sociale che si trasforma in riduzione del pericolo di finire in povertà e quindi in miglioramento della qualità della vita» facendo esplicito riferimento alle pratiche amministrazione condivisa, co-programmazione e co-progettazione. Dal canto suo Riva, che è anche assessore al Welfare e Salute al comune di Monza ha parlato di «linfa vitale» riferendosi a un settore che va sostenuto non solo a parole, ma anche nei fatti».

Dopo gli interventi di Claudia Fiaschi, già portavoce del Forum nazionale del Terzo settore e autrice di “Terzo-Le energie delle rivoluzioni civili” che ha ripreso alcuni dei contenuti del suo libro spiegando come «non sempre le amministrazioni sono consapevoli del legame che esiste fra sviluppo di pratiche di cittadinanza attiva e coinvolgimento e riconoscimento del Terzo settore» e della presidente di Csv.net Chiara Tommasini che ha sottolineato come «la perdita di un milione di volontari fra il 2015 e il 2021 come certificato dall’aggiornamento al censimento nazionale dell’Istat sia un rischio per la coesione sociale del Paese e delle comunità e quindi una riflessione ampia e condivisa su come rilanciare l’azione del volontariato non è rinviabile» è intervenuto il presidente del Csv Monza Lecco Sondrio Filippo Viganò che ha presentato i numeri del Terzo settore in Brianza (vedi qui sotto la gallery delle slides più significative).

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Infine la tavola rotonda dove il segretario generale di Assifero Carola Carazzone, il responsabile Area lavoro e previdenza di Assolombarda MB Alberto Rossetti e il presidente del dipartimento Welfare Immigrazione sanità di Anci Lombardia Guido Agostoni hanno animato la tavola rotonda ragionando su come, ognuno dal suo punto di vista, mettersi in rete col Terzo settore del territorio.

Da segnalare una nota amara in coda all’evento. Roberto D’Alessio infatti non ha potuto non notare come «al di là delle belle dichiarazioni, molti dei rappresentanti istituzionali abbiano lasciato il convegno dopo aver parlato, senza quindi ascoltare le istanze e le riflessioni del Terzo settore. Non un gran bel segnale, speriamo che i fatti vadano in un’altra direzione».


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