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Cooperazione & Relazioni internazionali

Congo: Non dimentichiamo la popolazione di Goma!

di Giulio Albanese

Sulle tragiche vicende che assillano il settore orientale della Repubblica Democratica del Congo – per intenderci Goma e dintorni – la disinformazione regna suprema. A parte l’errore commesso qualche giorno fa da un nostro quotidiano nazionale secondo cui la guida spirituale degli insorti filo ruandesi sarebbe un ex-vescovo cattolico (J. M. Runiga Lucerero, questo il vero nome del personaggio in questione, è invece presidente nazionale dell’ Association of Churches of the Awakening, presidente della Church Jesus Christ the Only Savior, e coordinatore nazionale del National Conference of Evangelical Churches), da mercoledì scorso un battaglione di soldati ruandesi si è appostato a circa una ventina di chilometri da Goma, allestendo delle batterie anticarro e di obici intorno alla città congolese. Nel quartiere di Ndosho pullulano, davvero dappertutto, i ribelli infiltrati con abiti civili, perfino nei ranghi dei caschi blu dell’Onu (questo la dice lunga sulla neutralità delle benemerite Nazioni Unite…). Intanto a Goma si è insediato un battaglione dell’esercito regolare congolese disposto a tutto e temuto dalla stremata popolazione civile perché non meno feroce dei ribelli. Una situazione, dunque di calma apparente, mentre a Kampala si svolgono i negoziati di pace tra il governo congolese e il gruppo ribelle M 23. Nessuno di noi dispone di una sfera di cristallo per vedere cosa accadrà nel prossimo futuro, ma una cosa è certa: a pagare il prezzo più alto, come al solito, è la povera gente. Basti pensare che sono 60 mila i civili presenti nel campo profughi di Kanyarucinya, a nord di Goma. Si tratta di uno dei cinque campi attorno alla città congolese, con una popolazione complessiva di circa 95 mila persone. L’Internal Displacement Monitoring Centre e il Norwegian Refugee Council hanno fatto sapere che i minori sfollati che si trovano nei campi di cui sopra sono soggetti all’arruolamento forzato nei ranghi dei diversi gruppi armati che infestano il Kivu settentrionale. Ora io mi domando: è possibile tollerare queste ingiustizie? Cosa sta facendo la comunità internazionale? La Bella Adddormentata? Vorrei suggerire ai miei colleghi della Rai di dare spazio alla crisi congolese (e un po’ meno alle cronache della famiglia reale inglese…), non foss’altro perché da quelle parti operano anche i nostri missionari e volontari, a fianco di un popolo dimenticato da tutto e da tutti.


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