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Cooperazione & Relazioni internazionali

Nigeria: Goodluck Jonathan come Paperon de Paperoni

di Giulio Albanese

Il gruppo estremista islamico Boko Haram – l’ho scritto tante volte su questo Blog – è un gruppo criminale che semina morte e distruzione, soprattutto nella Nigeria settentrionale, ma anche più a meridione. Se da una parte è evidente che vi è una crescente penetrazione di cellule jihadiste che intendono destabilizzare il Paese, dall’altra è bene ricordare che quanto sta avvenendo è causato, in gran parte da complicità interne al sistema Paese. Sia nei ranghi dell’esercito, come anche nei palazzi della politica, è in atto una lotta per il potere con l’intento dichiarato di rovesciare l’attuale presidente in carica, Goodluck Jonathan. Si tratta di un personaggio controverso di fede cristiana e appartenente al gruppo etnico Ijaw, stanziato nella regione petrolifera del Delta del Niger. Sebbene in più circostanze abbia promesso alla nazione di difendere lo stato di diritto, Goodluck Jonathan finora non è riuscito ad arginare l’ondata di violenze dei terroristi islamici. Da rilevare, comunque, che questo 56enne signore ha pochissima credibilità di fronte all’opinione pubblica nigeriana per lo scarso impegno profuso nella lotta contro la povertà e la corruzione. Tra l’altro, il presidente nigeriano in carica è in cima alla classifica dei 10 capi di Stato più pagati nel 2014, secondo la rivista “People With Money”, con un fatturato stimato di 58 milioni dollari. D’accordo, la Nigeria è ricca di petrolio, con un business che copre il 65% del Pil nazionale. Dunque, in fondo, il presidente nigeriano può permettersi così tanti soldi, proprio come gli sceicchi del Golfo che guadagnano vagonate di petrodollari. Peraltro, lo scorso 6 aprile il National Bureau of Statistcs nigeriano ha diffuso i nuovi dati sul Pil da cui si evince che la Nigeria ha superato il Sudafrica diventando così la più grande economia del continente africano. Stando a questo rilevamento, il Pil nigeriano, per il 2013, sarebbe stato di 509,9 miliardi di dollari contro i 370,3 del Sudafrica. Il vero problema è che in Nigeria vi è un’evidente sperequazione tra ricchi e poveri, col risultato che la stragrande maggioranza della popolazione sopravvive con 1.640 dollari all’anno. Da questo punto di vista, la reputazione del presidente nigeriano lascia molto a desiderare. Basti pensare che in occasione del matrimonio del suo primo figlio, lo scorso aprile, ha commissionato delle bomboniere molto costose per gli invitati: degli iPhone tutti d’oro, personalizzati con i nomi degli sposi e la data delle nozze.


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