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Famiglia & Minori

ADDOMESTICAMI

di Jennifer Zicca

“Cerco degli amici. Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?” “E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‘creare dei legami’…” “Creare dei legami?” “Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”[…] “Per favore… addomesticami”. “Volentieri”, disse il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”. “Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!” “Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe. “Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe.

Da “Il piccolo principe” – Antoine de Saint-Exupéry

 

Questo piccolo brano tratto dal mio libro preferito mi fa riflettere sui legami che ogni giorno creo con le persone che mi circondano, ogni ambiente della mia quotidianità è e sarà teatro di nuove nascite ed evoluzioni di legami: al lavoro, in autobus, in palestra, in casa, in strada, in un pub… Occasioni dove vengo “addomesticata” e “addomestico” a mia volta; ogni volta ho davanti una persona diversa e una storia diversa. Ogni volta sono io stessa ad essere diversa, perché vengo levigata nel tempo dal vento delle amicizie vecchie, nuove e future.

Penso che essere “addomesticati” ed “addomesticare” rientrino nelle necessità più importante che ci possano essere nella nostra vita, perché creare dei legami duraturi significa sapere su chi poter contare nella buona e nella cattiva sorte. E’ un aiuto non indifferente nel mondo degli adulti, i quali sempre più non hanno tempo per crearli.

Da poco sono stata alla cena per l’uscita di un ragazzino dalla mia “vecchia” comunità e tornando a casa pensavo “Cavolo, anni che non abitiamo più insieme eppure che legame che ci unisce”.

Questo pensiero andava sia ai ragazzi, i miei compagni di viaggio, sia a chi mi ha accompagnata e guidata verso l’autonomia – un po’ come Virgilio fece con Dante – i miei educatori. Ricordare e sorridere sulle nostre avventure e disavventure, versare qualche lacrima per la nostalgia dei bei momenti passati insieme, ricordare il distacco e la paura di quando anni fa al posto di quel ragazzino neomaggiorenne c’ero io a fare il discorso di saluto…

L’unione che ho con quelle persone sono l’esemplificazione di ciò che chiede la volpe al piccolo principe: sentimenti coltivati nel tempo, con voglia di aspettare ed essere aspettati, con tanta pazienza. Amicizie con persone che negli anni si stanno mantenendo forti e che mi danno forza nei momenti più difficili.

In Agevolando nascono molti legami fra persone che riescono ad entrare nella nostra vita in punta di piedi, forse senza neanche con il vero intento di farlo, senza sapere a priori che diventeranno e ci faranno diventare “Amici”: ascoltarsi a vicenda, raccontare quello che si era e quello che si è diventati, condividere momenti di allegria e tristezza, darsi forza per affrontare periodi bui, essere incoraggiati per andare avanti nel nostro cammino di neo-adulti…

Questi legami inoltre si basano su un pensiero comune di aiuto reciproco: “Aiutarsi e aiutare è sempre possibile, a patto di allungare la mano per afferrare quella dell’altro, sapendo che incontrarsi è solo una questione di cuore.” (S.Galli).

Anello fondamentale della catena dei miei affetti, essenziale come l’aria per me, è quello di amore immenso verso mio fratello e mie sorelle, la mia vera famiglia, quel legame che non si spegne nonostante le centinai di chilometri di distanza fisica, nonostante le vite diverse, nonostante i pensieri differenti, nonostante tutto. Loro sono la mia batteria, la luce che mi illumina nelle tenebre del labirinto della mia vita, mi danno il coraggio e la forza di andare avanti per raggiungere i miei obbiettivi.

Questo insieme di legami mi portano a dire che sono una ragazza fortunata: loro sono i fari ed io la pescatrice in mezzo al mare, loro sono la mia sicurezza e la terra ferma, quando la cerco, è proprio lì, dove sono loro.

Sono stata “addomesticata” ed ho “addomesticato” persone che saranno presenti nella mia vita, se non in quella quotidiana, sempre scritti indelebilmente nella mio cuore.


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